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Buonaspeme : " Il nuovo piano spiaggia è uno sfregio alle norme"

Si è svolta venerdì 28 marzo presso la Sala Consiliare del Comune di Martinsicuro la seconda assemblea pubblica aperta  ai cittadini sul tema “rischi e contraddizioni del nuovo piano di spiaggia”. 

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MARTINSICURO – La serata è stata ricca di interventi e documenti, la proiezione del lavoro fotografico del concittadino Silvio Marini ha fatto da cornice all’incontro, sono state proiettate splendide immagini che hanno rivelato a molti dei presenti la sorprendente ricchezza di flora e fauna presenti non solo nella riserva naturale della Sentina ma anche lungo la costa martinsicurese e villarosana fino al Vibrata: oltre ad una nutrita vegetazione psammofila sono presenti aironi rossi, cenerini e bianchi, guardabuoi, garzette e martin pescatore, upupa ed il fratino, pellicani e gru, etc…

Questa è la ragione per cui sul nostro territorio è presente un vincolo Comunitario una zona ZPS (Zona Protezione Speciale) e per questo si dovrà per legge fare una valutazione di incidenza ambientale (VINCA).

I lavori sono stati introdotti dal Componente la segreteria del Partito Democratico di Martinsicuro Stefano Marcattili poi a seguire il Capogruppo del Partito Democratico Andrea Buonaspeme che  ha illustrato il percorso fatto fin qui dal nuovo piano di spiaggia. 

Le scelte contenute in esso la conseguente  riduzione di spiaggia libera (sono previste 20 nuove concessioni complessive e cinque ampliamenti) quindi un depauperamento della nostra ricchezza principale, ovvero la naturalità della costa. Resterà circa il 25% di fronte mare di spiaggia libera. Il nostro litorale di circa 6,6 Km è un luogo dove è possibile ammirare il mare e la collina e sullo sfondo la catena del Gran Sasso è uno spettacolo che non si trova in nessun altro paese dell’Adriatico, la ferrovia è lontana e nella convinzione di quanto importante è questo per la nostra economia turistica dovremmo procedere con i piedi di piombo nella privatizzazione.

Dopo l’adozione lunedì prossimo il Consiglio Comunale si pronuncerà sulle Osservazioni per poi proseguire l’iter per l’approvazione passando al vaglio degli organismi sovracomunali. 

La Provincia per la verifica di compatibilità col Piano Territoriale Provinciale e con la Regione per la verifica con il Piano Demaniale Marittimo Regionale e con gli organismi di tutela ambientale.

Per quanto riguarda la compatibilità con le norme sovracomunali abbiamo rilevato l’obbligatorietà dell’osservanza, in particolare è stato segnalato il fatto curioso che nel Piano non siano stati riportati i corsi d’acqua nonostante una delibera Comunale del 2006 che li individuava e la Commissione Urbanistica Comunale composta da tecnici lo sollecitava in sede di analisi istruttoria di preparazione ai lavori del Consiglio Comunale. Si è ulteriormente segnalato che la Commissione Tecnica Urbanistica comunale segnalava il fatto di non consentire l’intubamento in spiaggia dei corsi d’acqua cosa che purtroppo anche in questi giorni abbiamo visto produce danni e emergenze in quanto gli intubamenti e le deviazioni non consentono il deflusso naturale delle acque producendo allagamenti in città.

Elemento di soddisfazione dell’assemblea è stato venire a conoscere il fatto che le nostre preoccupazioni e i nostri suggerimenti di protezione e valorizzazione dell’ambiente naturale sono previste dalle Norme Tecniche d’Attuazione del Piano Territoriale Provinciale della Provincia di Teramo. Lo stesso argomento corsi d’acqua da esso contemplato recita all’art. 5 comma 5 “divieto di costruzioni fisse o mobili a 100 metri dai corsi d’acqua o reflui..” E’ chiaro che a questo punto i corsi d’acqua dovranno essere riportati sul piano che altrimenti si rappresenterebbe una realtà falsa e questo non potrà essere fatto.

Noi come Partito Democratico lavoreremo negli ambiti opportuni affinché tale sfregio alle norme venga evitato. 

In seguito l’architetto Alfredo Paci ha illustrato brevemente  le osservazioni effettuate dal Partito Democratico rimarcando in particolare una contraddizione proprio nelle stesse intenzioni del Piano spiaggia dell’attuale giunta nel punto in cui prima si considera il biotopo costiero presente una eccellenza da ampliare attraverso la cura del prezioso e raro patrimonio floristico poi, invece, si propone la creazione di nuove concessioni balneari accerchiando lo stesso biotopo sia a nord che a sud, sfavorendo pertanto anche la promozione dell’auspicato “Parco Marino” in sintonia con quello Piceno. 

Infine , a dimostrazione che l’assemblea pubblica non si proponeva solamente l’obiettivo di trovare criticità relative al piano di spiaggia presentato, Paci ha mandato in video dapprima le immagini relative allo stato di fatto del nostro litorale e poi una sequenza di modelli turistici alternativi realizzati con successo in alcune parti del mondo. Nella fattispecie sono state mostrate strutture realizzate in Messico e in Danimarca, in posti dove il problema erosione della costa era molto simile al nostro.

Il Consigliere Comunale Simona Antonini è intervenuta sulla grave condizione in cui si trova il litorale di Villa Rosa, sul fatto che prima di realizzare nuove concessioni si dovrebbe garantire la vita a quelle esistenti. 

All’assemblea pubblica hanno partecipato una cinquantina di cittadini e diversi operatori turistici.

Dall’assemblea è nata la richiesta che prima di ogni altra cosa di attendere che i lavori per difendere la costa dall’erosione siano ultimati e di aspettare l’approvazione dell’imminente Piano spiaggia regionale per poi effettuare una laboriosa analisi con tutti i cittadini, con gli operatori del settore e con le minoranze in modo poi di procedere alla redazione del nuovo Piano Demaniale Comunale Marittimo.

A conclusione dei lavori viene salutato con la speranza che i famosi lavori di protezione della costa annunciati in campagna elettorale a maggio 2012 dal Presidente Chiodi inizino veramente lunedì 31 marzo nella speranza che non si interrompano fino alla prossima campagna elettorale. 

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Porta la droga al figlio carcerato a Castrogno: arrestata

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carcere castrogno teramo

La donna aveva occultato circa 10 grammi di cocaina nelle parti intime, ma la Polizia Penitenziaria li ha trovati durante la perquisizione.

TERAMO – L’amore materno spinge a compiere i gesti più considerati e può portare addirittura a farsi arrestare. Una donna è infatti stata fermata ed arrestata durante una visita nel carcere di Castrogno, perché ha tentato di portare della droga al figlio detenuto.

I fatti si sono svolti ieri, giovedì 4 luglio. A darne notizia è Giuseppe Pallini, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che spiega: “Questa mattina [ieri, ndr]la Polizia Penitenziaria di Teramo ha arrestato in flagranza di reato la mamma di un detenuto mentre tentava di consegnare la droga al figlio detenuto. La cosa non è sfuggita agli agenti rinvenendo dopo una minuziosa perquisizione nelle parti intime della signora circa 10 grammi di cocaina. Tutto ciò è stato possibile grazie al fiuto impeccabile della Polizia Penitenziaria che ha svolto come sempre il suo delicato compito con costanza e spirito di abnegazione». Il sindacalista, a nome del Sappe, «rivolge un plauso al personale di Teramo, che con non poche difficoltà riesce a contrastare l’introduzione di droga e oggetti non consentiti all’interno degli istituti penitenziari pur non avendo una strumentazione tecnologica adeguata e una carenza di personale cronica” e, per tanto, auspica vengo loro riconosciuta una adeguata ricompensa ministeriale.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, «il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dunque dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Questa potrebbe essere la strada da seguire per togliere dal carcere i tossicodipendenti e limitare sempre di più l’ingresso di sostanze stupefacenti, unito ovviamente a tutte le attività di prevenzione, come l’utilizzo delle unità cinofile che sono anch’esse fondamentali nel contrasto dei tentativi illeciti e fraudolenti di ingresso e smercio di droghe in carcere», conclude.

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Abruzzo

Più di 1700 reperti storici recuperati dai Carabinieri nel 2023

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nucleo tutela patrimonio culturale l'aquila 2023 2

Il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale dell’Aquila ha reso noto il bilancio delle attività investigative svolte nel 2023: 6 denunce per furto, 21 persone indagate a vario titolo, 75 beni antiquariali archivistici e librari e 1681 reperti archeologici e paleontologici recuperati.

L’AQUILA – Ha solo tre anni, ma è cresciuto abbastanza in fretta il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale dell’Aquila, che ha competenza su Abruzzo e Molise e che oggi ha reso noto il bilancio dell’attività svolta nel corso del 2023 a contrasto e repressione di fenomeni criminali quali scavi clandestini, furti di beni culturali e contraffazione di opere d’arte.

Le attività del TPC hanno potuto contare sull’ausilio di altri reparti dell’Arma, come il 5° e il 16° Nucleo Elicotteri di Pescara e Rieti, il Nucleo Subacquei di Pescara e sul lavoro in sinergia con il personale delle Soprintendenze, degli Archivi e delle Diocesi. In questo modo sono state monitorate 99 aree aree archeologiche e zone tutelate da vincoli paesaggistici o monumentali, mentre i controlli in esercizi commerciali di settore come mercatini, esercizi antiquariali e fiere sono stati 54. 2 quelli museali.

Tra le attività più importanti del Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di L’Aquila nel 2023, la restituzione di una campana in bronzo risalente al 1864 alla parrocchia di Santa Maria Assunta di Ripabottoni, rinvenuta da privati nell’abitazione di un congiunto defunto e restituita alla comunità, il sequestro del tomo del 1662 intitolato “Gesta Virtutes et miracula B. Ioannis a Capestrano”, sottratto in epoca imprecisata dalla Biblioteca del Convento Francescano di Artena, la restituzione del dipinto raffigurante l’immacolata concezione alla Parrocchia di San Paolo Apostolo di Fiamignano, risalente al XVIII secolo.

Nel corso di tre distinte perquisizioni sono stati recuperati un tabernacolo in pietra risalente al XVI-XVII sec., oggetto di furto all’interno del Monastero della Beata Antonia, sito a L’Aquila, 144 beni di natura archeologica, 12 documenti archivistici risalenti al 1600-1800 e 2 dipinti olio su tavola, risalenti al 1600 di provenienza delittuosa.

A Basciano, in collaborazione con alcuni residenti, sono state recuperate quattro iscrizioni su pietra risalenti all’età romana e provenienti originariamente dal locale sito archeologico Vicus di San Rustico. I reperti, grazie alla proficua sinergia fra le istituzioni, sono stati esposti da luglio a dicembre 2023 nel Palazzo Comunale di Basciano. Infine a Chieti, a seguito di un’attività di monitoraggio dei siti di e-commerce coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Chieti, sono state sequestrate varie monete di natura archeologica e nello specifico monete d’argento di epoca Repubblicana e di età imperiale, monete di epoca tardoantica e di esemplari medioevali delle zecche dell’Italia centrale orientale (zecche di Ancona, Guardiagrele e Chieti).

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Ascoli Piceno

Paura sull’Ascoli-Mare per un incendio: un camion ha preso fuoco

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vigili del fuoco aereo precipitato trecastelli

Il mezzo è stato improvvisamente avviluppato dalle fiamme all’altezza dello svincolo per l’autostrada, tra i territori di San Benedetto del Tronto e Monteprandone.

ASCOLI PICENO – Un camion stava procedendo l’Ascoli-Mare in direzione ovest quando, per cause ancora da accertare, a bordo si è generato un incendio ed il mezzo ha preso improvvisamente fuoco, sprigionando una densa colonna di fumo nero. L’episodio si è verificato nel primo pomeriggio di oggi, martedì 12 marzo, all’altezza dello svincolo autostradale.

L’autista fortunatamente è riuscito ad uscire in tempo dal mezzo, che è stato rapidamente avvolto dalle fiamme. Sembrerebbe che stesse trasportando bancali di legno. Il traffico è stato bloccato in direzione ovest, mentre procede a rilento nella direzione opposta, anche a causa delle scarse condizioni di visibilità generate dal fumo.

Sul posto sono rapidamente intervenuti i vigili del Fuoco, che si sono messi all’opera per spegnere l’incendio a bordo del camion andato a fuoco sull’Ascoli-Mare

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