Si fa un gran parlare di cultura e valorizzazione dell'(immenso) patrimonio storico, artistico e culturale di cui l’Italia tutta è detentrice e custode, ma allo stato attuale dei fatti, opere, ritrovamenti, intere città stanno crollando sotto al peso dell’indifferenza, dell’incuria, del disinteresse, dell’abbandono. Vengono periodicamente stanziati fondi economici per aprire nuovi scavi, ma poi i ritrovamenti e i reperti, dopo essere stati catalogati, vengono chiusi in scatole di magazzino, accuratamente numerate ed impilate, sottratte agli sguardi di turisti, scolari, cittadini incuriositi ed attratti dal fascino della Storia . Ci sono stati ( e ci sono tuttora) casi eclatanti in tal senso: statue greche “rinchiuse” entro le quattro pareti di un magazzino, città antiche da poter visitare ma interdette ai più perché prive di custodi che aprissero i cancelli, personale che staccasse il biglietto, guide che ne spiegassero la storia, etc. I fondi economici per la conservazione e la valorizzazione di questo inestimabile patrimonio, di certo non mancano ma il loro utilizzo, purtroppo, presenta grosse falle. Dal 2007 ad oggi la UE ha stanziato oltre 2 miliardi di euro per cultura e turismo: in sette anni, pero, l’Italia è riuscita ad acquisire e di conseguenza a spendere solo il 50% di queste risorse, al contrario degli altri paesi UE che riescono ad accedere fino al 85% del credito acquisibile.
I finanziamenti garantiti all’Italia per rilanciare lo sviluppo dal 2007 ad oggi, sono un pacchetto di oltre 60 miliardi di euro. Fondi strutturali destinati a progetti strategici per il territorio e pagati con le risorse dei contribuenti insieme a quelle della UE.
E alla cultura e all’istruzione hanno donato solo le briciole.
A livello locale, sintomatico, è il caso di Castrum Truentinum e del suo Antiquarium. Nel 1989 furono individuati, da studiosi locali, i resti di un antico insediamento all’interno del territorio di Martinsicuro. Dal 1991 al 1995 sono state avviate e concluse quattro campagne di scavi, nella zona di Case Ferriozzi, poco a sud della foce del fiume Tronto, fra la Statale Adriatica e la ferrovia. Tale operazione fu condotta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della regione Abruzzo, in collaborazione con il comune di Martinsicuro e della Provincia di Teramo, che riportarono alla luce i resti di un’intera città e dei suoi edifici, rivelando così l’esistenza di un vero e proprio quartiere in prossimità di quello che era l’antico porto, importante snodo marittimo e commerciale, approdo per i collegamenti con il Mediterraneo.
A menzionare per la prima volta l’antica città romana di Truentum fu lo storico latino Plinio il Vecchio, datandola attorno al II secolo a. C. e avanzando l’ipotesi che la fondazione fosse antecedente a quella romana quindi da attribuirsi all’antico popolo balcanico dei Liburni. Tale supposizione fu in seguito confermata da ritrovamenti di utensili e manufatti propri di quella civiltà. Queste scoperte e i ritrovamenti destarono molto interesse sull’opinione pubblica, tanto che vi fu un’importante affluenza di visitatori: turisti, scolaresche e semplici cittadini visitarono i siti archeologici facendo nascere l’esigenza di avere uno spazio “fisico” che custodisse le argille, il vasellame e gli utensili ritrovati.
Fu riqualificata, allora, grazie all’interessamento dell’amministrazione dell’epoca e di alcuni privati: l’antica Torre di avvistamento cinquecentesca di Carlo V, e la casa colonica adiacente, e fu istituito l’Antiquarium Castrum Truentinum, primo museo del genere della zona.
Purtroppo però, benché i ritrovamenti, la storia e i reperti archeologici esercitino sempre un fascino particolare grazie anche alla posizione strategica e d’impatto del museo a cavallo tra Abruzzo e Marche la valorizzazione e la conoscenza del museo stentano a decollare.
Nella struttura vengono ospitate importanti manifestazioni, ma si tratta sempre di episodi rari e circoscritti al periodo estivo. Quali sono le posizioni in tal senso, e/o i programmi per far ripartire la vivibilità di questi luoghi anche nei periodi dove l’affluenza turistica “estiva” è minore ?
Un Paese che avrebbe di che vivere abbondantemente con l’Arte, la Storia e la Bellezza dovrebbe finanziare una loro valorizzazione anche a scapito di altre situazioni altrettanto importanti ?
Forse, se ci fosse una compartecipazione maggiore tra pubblico e privato, tra Amministrazione, APTR, Sovrintendenza e operatori economici locali si vedrebbe l’Antiquarium come uno dei punti di maggior richiamo e attrazione turistica non solo abruzzese ma anche del territorio marchigiano.