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Focus

La droga degli zombie. Intervista ad Andrea di Martinsicuro

La chiamano  mefedrone: si reperisce con facilità , costa poco e può portare a paranoia, spicosi gravi ad atti di cannibalismo e addirittura al suicidio.
Viene commercializzata sotto forma di compresse o in polvere, nonostante sia illegale viene venduta su internet e consegnata a casa da normali corrieri nazionali a mezzo posta  è punita ai sensi dell’art. 73. Per il suo riconoscimento sono necessarie specifiche analisi chimiche (la sostanza normalmente non reagisce con i più comuni narcotest).

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I sintomi principali sono ansia: alterazione della memoria, tachicardia e agressività avanzata, le convulsioni e le allucinazioni psicotiche  coadiuvate da atti di autolesionismo e cannibalismo.

Per questo il mefedrone viene comunemente chiamato “ la droga degli zombie“.

Alcuni mesi fà a Pescara e’ stato scoperto il più grande laboratorio in Italia  di produzione di questa sostanza , un vero e proprio laboratorio gestito da cittadini polacchi che raffinavano decine di chilogrammi di questa sostanza , utilizzando fornelletti e serpentine di raffreddamento .

Il mefedrone è  ricavato dai sali da bagno, classificato sostanza illegale dal 2010 ormai è diventata la droga del momento in tutta la penisola e anche in Abruzzo.

Fa parte delle cosidette “smart drugs” in apparenza innocue ma in realtà estremamente gravi per la salute, una dose di mefedrone  costerebbe circa 30 euro, assumere una pillola o la polvere è come giocare alla roulette russa, non si conosce mai il grado effettivo di purezza ed è estremamente difficile prevedere a quale dosaggio ci stiamo per esporre.

Alcuni studi clinici costatano l’effettiva insorgenza di gravi allucinazioni e disturbo dell’umore uniti ad una forte dipendenza e al desiderio di riassumere la sostanza, in considerazione della breve durata dell’effetto prodotto dalla sostanza.

Si registrano veri e propri atti di cannibalismo avvenuti in germania e in francia.

Nel settembre del 2013 a Bordeax in Francia uno studente universitario dopo aver assunto una dose massiccia della sostanza, aggredisce la compagna di stanza staccandole letteralmente brandelli di carne a morsi, spiegherà (poi svanito l’effetto della droga) che credeva di essere in grave pericolo di vita e per difesa avrebbe agito in questo modo.

In abruzzo la sostanza sembra abbia preso parecchio piede tra molti giovani attirati dalla facile reperibilità e dal costo relativamente basso, basta infatti digitare su Google “vendita mefedrone” e ci potremo imbattere in decine di siti che ne fanno libera vendita la sostanza viene perlopiù commercializzata e spedita dal centro Europa e dal Sud America.

Andrea di Martinsicuro ci parla di questa droga:

Ciao Andrea parlaci un po’ di te

– Andrea : Ciao mi chimo Andrea e vivo a Martinsicuro ho 24 anni e sto per laurearmi in Ingegneria Edile presso l’università di Ancona.

Sono il secondo di tre fratelli, faccio una vita abbastanza monotona, durante la settimana studio e seguo le lezioni all’università e nel fine settimana mi piace uscire con gli amici e i compagni di università.

Non ho mai avuto una vita sregolata, anzi in realtà mi considero un ragazzo un po’ introverso che magari preferisce rimanere a casa a giocare a risiko che andare a ballare in discoteca.

Parlaci dell’esperienza che hai avuto assumendo questa droga

Voglio specificare che non sono un consumatore di droghe, non fumo nemmeno.

Ho avuto questa esperienza che definisco devastante circa un anno fa, d’estate era luglio il giorno del mio 23esimo compleanno, i miei amici decidono di farmi un regalo particolare, prenotano un tavolo in una delle discoteche più alla voga del litorale romagnolo.

Partiamo da casa euforici e eccitati dalla serata che ci aspettava, arrivati in discoteca incominciamo a bere, ci diamo sotto parecchio tra un ballo e un altro.

Io che non sono un bevitore accanito dopo il terzo cocktails sono già quasi al tappeto, e li un amico comune, un collega di università che incontrai casualmente in discoteca unitosi a noi durante i festeggiamenti mi propone si prendere un piccola pillola, io non lucido a causa del alcool e preso dall’eccitazione di trasgredire accetto.

Dopo poco un effetto devastante invade il corpo, la massiccia dose di alcoolici ingeriti uniti all’efedrina in un cocktail micidiale mi provocano una sincope.

Cado a terra esanime battendo forte il capo e procurandomi contro un gradino una ematoma encefalico interno, seguono le convulsioni e l’arresto cardiaco.

Mi ha salvato un ragazzo che dopo ho saputo essere un volontario di pubblica assistenza, mi ha infilato due dita in gola disostruendo la lingua che mi impediva di respirare, e dopo un ciclo di massaggio cardiaco il mio cuore ha ripreso a battere e oggi sono qui a raccontarvi quello che mi è successo.

Cosa ti rimane da questa esperienza?

Mah… in realtà solo un brutto ricordo e tanta vergogna verso i miei genitori, che hanno sempre avuto una cieca fiducia verso di me e anche se hanno capito che è stato un gesto stupido che non si ripeterà mai più, per me rimarrà un marchio a vita.

Mi sento di dire a tutti quelli che leggeranno questa mia intervista è che questa droga è devastante non fatene mai uso è  una droga estremamente pericolosa, dopo gli esami fatti in laboratorio si scoprii che il mefedrone  era stata tagliato con soda caustica e polvere di silicio in una dose mortale.

Focus

70 anni dalla scoperta del mammut di Scoppito: gli eventi in programma

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mammut 70 anni l'aquila scoppito

Il Museo Nazionale d’Abruzzo a 70 anni dall’eccezionale ritrovamento del fossile nella cava Santarelli di Madonna della Strada, località del Comune di Scoppito, ha organizzato una serie di eventi per celebrare la scoperta.

L’AQUILA – Nel marzo del 1954, presso la cava Santarelli, ubicata in località Madonna della Strada nel Comune di Scoppito, è stato portato alla luce un eccezionale ritrovamento: il mammut oggi esposto al Munda, Museo nazionale d’Abruzzo. Per celebrare i 70 anni della scoperta del mammut di Scoppito, il Munda ha organizzato una serie di eventi.

Il fossile, di 1.300.000 anni, reperto importantissimo della preistoria italiana, fra i più completi d’Europa, ha arricchito enormemente la conoscenza del Patrimonio paleontologico dei grandi mammiferi nel Quaternario sul suolo italiano.

La Mostra documentaria

Le recenti ricerche d’archivio impongono la revisione della data della scoperta. È infatti del 17 marzo 1954 l’informativa dell’Anonima Materiali Argillosi alla Soprintendenza alle Antichità degli Abruzzi e del Molise con la quale si comunicava il ritrovamento, da parte degli operai della fornace, dei primi resti. La notizia fu poi diffusa qualche giorno dopo, il 25 marzo, dal Corriere della Sera e ripreso da altre testate i giorni successivi.

Questi passaggi, oltre alle recenti donazioni di foto inedite, oggetto di una mostra documentaria visitabile dal 19 aprile nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco, permettono di ripercorrere le fasi della scoperta, recupero e studio dell’esemplare sotto la direzione della professoressa Angiola Maria Maccagno, direttrice dell’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Roma, con la collaborazione di Antonio Ferri nel restauro.

È del 15 novembre 1957 l’importante documento del Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti, Guglielmo de Angelis d’Ossat, per conto del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro, che dichiara il suo interessamento nel garantire l’allestimento di una sezione di paleontologia presso il Museo Nazionale d’Abruzzo con il Mammut, poi esposto al pubblico dal 1960 nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco.

L’accessibilità inclusiva

Grazie ad una consolidata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti è in corso la realizzazione di due prototipi 3D: uno con  il particolare del cranio e della zanna e l’altro è un modellino di 30 cm del Mammut che vanno ad integrare il disegno in braille già presente nell’attuale allestimento. La progettazione è a cura dei docenti dell’ABAQ Simone Rasetti, Tecniche di modellazione digitale, e Marco Cortopassi, Scenotecnica. È stato effettuato, durante la conferenza stampa, un test di leggibilità con le tecniche di esplorazione tattile di un modellino di prova del cranio e della zanna del Mammut condotte dalla tiflologa non vedente Deborah Tramentozzi. Questa attività di ricerca sulle modalità di apprendimento dell’immagine e dei processi cognitivi nelle persone non vedenti e ipovedenti si avvale della professionalità accademiche del laboratorio di modellazione dell’Accademia di Belle Arti e della tiflodidattica, tramite le tecniche di percezione tattile del rilievo operate dalla tiflologa,  volte a verificare il grado di acquisizione e restituzione dell’immagine, esperita al tatto e successivamente ricostruita nella mente dell’utente.

I modelli 3D tattili potranno essere fruiti anche dai visitatori normovedenti, preziosa opportunità per attivare una sensorialità troppo spesso inibita, anche per la consapevolezza dell’impossibilità di toccare le opere d’arte nel contesto di una visita museale.

Video

Due documenti storici del 1954 appartenenti all’Archivio Luce Cinecittà, che si ringrazia per la concessione di utilizzo: Uscito dalla preistoria, durata 55’’e Lo scheletro di un grosso mammuth trovato presso L’Aquila, segnalato dal Presidente del CdA di Abruzzo film Commission Piercesare Stagni, Rep. Incom. senza sonoro, durata 3’, completano la suggestiva ricostruzione animata del Mammut già in proiezione nel Bastione realizzata dal Segretariato Regionale MiC per l’Abruzzo.

Tecnologia realtà aumentata

È stata possibile la produzione di contenuti digitali 3D fruibili con tecnologia AR core per la ricostruzione 1:1 del Mammuthus Meridionalis. Tramite un QR code sulla pedana, i visitatori potranno avere un’esperienza di visita più dinamica ammirando il Mammut nelle affascinanti forme che aveva quando era in vita. RUP Maria Rita Copersino – Segretariato Regionale MiC -Abruzzo

Convegno scientifico

Nel mese di ottobre avrà luogo un convegno scientifico di rilevanza nazionale “Il Mammut del Castello – Settant’anni dalla sua scoperta. Nuovi dati nel quadro dell’evoluzione ambientale del Pleistocene” per condividere i risultati acquisiti attraverso nuove metodologie di indagine e  restauro. Verranno affrontati diversi aspetti scientifici quali l’evoluzione geologica del bacino aquilano, la paleobotanica e paleoclima; il confronto tra il Mammut meridionalis di Madonna della Strada con gli altri elefanti del Pleistocene; lo stato dell’arte della diagnostica e del restauro; l’esemplare nella realtà aumentata 3D e bodymass; i primi risultati della paleopatologia, nonché il tema del ruolo sociale attuale della divulgazione scientifica.

Annullo filatelico

Per rafforzare il potenziale narrativo è stato previsto un annullo filatelico dedicato al Mammut

Accompagnamento didattico

Si sta provvedendo, tramite formazione del personale AFAV curata dai funzionari del Museo, a fornire un servizio di accompagnamento  ai visitatori per una maggiore conoscenza del Mammut.

Premio Fossili regionali

Nel corso della conferenza stampa la direttrice del MuNDA Federica Zalabra ha ricevuto la targa di riconoscimento del Premio Fossili Regionali 2023 al Mammut per la Regione Abruzzo consegnata da due membri del comitato regionale della Società Paleontologica Italiana e la paleonotologa Maria Adelaide Rossi e Marco Romano dell’Università degli Studi della Sapienza. L’iniziativa è nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società Palaeontologist in Progress e il Consiglio SPI per favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico italiano.

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Ancona

A Castelfidardo “Il Condominio Sogni” con Neri Marcorè, promosso dalla Lega del Filo d’Oro

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IL CONDOMINIO SOGNI

ANCONA – Il 13 marzo 2024 alle ore 21, presso il Teatro Astra di Castelfidardo, va in scena lo spettacolo “Il Condominio Sogni”, una produzione della compagnia Il Cantiere dei Sogni, per la regia di Gianni Giorgetti e Marinella Sbiroli, con l’adattamento testi di Francesco Mercurio, l’arrangiamento musicale di Alberto Bodini, i costumi di Fiorisa Bonifazi e le coreografie di Alessia Piscini.

La pièce teatrale, promossa dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro E.T.S. – Ente Filantropico e patrocinata dal Comune di Castelfidardo, con il contributo di Neri Marcorè e il Maestro Leonardo De Amicis – rispettivamente testimonial e ambassador della Fondazione – rappresenta un viaggio emozionante che attraverso il potere dei sogni abbraccia un forte messaggio di inclusione.

La compagnia teatrale “Il Cantiere dei Sogni” è composta da ragazzi e ragazze con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, volontari e attori amatoriali. Grazie alla forza creativa dell’immaginazione, i ragazzi della compagnia riescono a valicare i limiti imposti dalla disabilità: l’attività teatrale rappresenta la possibilità di andare oltre se stessi, oltre il buio e il silenzio, permettendo loro di esprimersi sviluppando le proprie capacità. Sul palcoscenico, infatti, va in scena l’attore, non la sua disabilità e con questo approccio positivo ed inclusivo la compagnia intende mettere sempre al centro la persona, valorizzandola nel suo percorso creativo, che trova espressione nel corpo e quindi nel movimento. Ecco che ogni gesto si trasforma in un potente strumento di comunicazione e autentica espressione, aiutando chi non vede e non sente ad uscire dall’isolamento imposto dalla propria condizione.

“Il lavoro della Lega del Filo d’Oro è da sempre orientato a valorizzare le potenzialità di ciascuna persona, andando oltre i limiti tracciati dalla minorazione – dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Questo stesso approccio inclusivo accomuna la compagnia teatrale Il Cantiere dei Sogni, che porterà in scena un sogno diventato realtà: quello dei nostri ragazzi, che tutti i giorni affrontano la complessa sfida di andare oltre il buio e il silenzio facendoci emozionare per ogni traguardo raggiunto, come questo spettacolo che li vede protagonisti di una importante iniziativa di inclusione”.

“Il Condominio Sogni” è uno spettacolo che con la sua semplicità tocca nel profondo il cuore del pubblico. La trama, ambientata in un condominio, fa riferimento ad un tempo passato, in cui persino sognare era diventato difficile, fino a quando il divino Morfeo, accompagnato dai suoi fratelli Fantaso e Fobetore, decide di intervenire rivoluzionando le vite dei protagonisti, aprendo loro le porte dell’immaginazione onirica e della speranza. L’opera è, di fatto, un’allegoria: racconta dell’isolamento vissuto dalle persone sordocieche durante il lockdown e di quella luce di speranza, rappresentata dalla Lega del Filo d’Oro, che a sua volta è nata da un sogno ambizioso, ovvero quello di portare la luce del sogno a chi, vivendo isolato, non aveva il diritto di sognare. L’opera intende diffondere un forte messaggio di speranza sottolineando che “se puoi sognarlo, allora puoi farlo”. Lo spettacolo è ad ingresso libero.

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Abruzzo

Il New York Times celebra i vini abruzzesi: «scena vitivinicola entusiasmante»

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articolo del new york times sui vini abruzzesi

Eric Asimov, uno dei più importanti scrittori enoici del panorama statunitense, ha dedicato un articolo del New York Times ai vini abruzzesi: «L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

TERAMO – Cerasuolo e Montepulciano fanno girare la testa anche oltreoceano. Il New York Times ha dedicato un articolo entusiasta ai vini abruzzesi. La penna che l’ha firmato è quella di Eric Asimov, uno dei più celebri e stimati critici enoici a livello globale.

Il suo articolo intitolato “To Find Great Values in Italian Wine, Look to Abruzzo” (Per trovare grandi valori nel vino italiano, guarda all’Abruzzo, ndr) così comincia: «Ciò che sta succedendo nella scena vitivinicola abruzzese è entusiasmante e non solo per quanto riguarda i vini rossi. L’Abruzzo produce tra i migliori vini bianchi d’Italia e i suoi Cerasuolo d’Abruzzo hanno grande personalità».

Nel suo articolo celebra alcune delle tante famiglie che, con grande coraggio e innovazione, stanno apportando un cambiamento all’interno del panorama enologico della regione, esprimendo – al contempo – identità e coerenza con quelle che sono la storia e le tradizioni.

Un ritratto che esprime tenacia ma anche attaccamento al territorio e la voglia di emergere con vini che possono esprimere il carattere delle uve autoctone, dal Montepulciano D’Abruzzo al Trebbiano D’Abruzzo, con vini moderni e profondamente identitari.

“Questo genere di endorsement conferma che stiamo andando nella giusta direzione – dichiara Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo – la spinta verso la qualità, la definizione delle sottozone e la revisione dei disciplinari con l’introduzione della menzione superiore aiuteranno i nostri produttori a specializzarsi sempre di più. Auspichiamo una grande crescita per il nostro territorio e siamo contenti che anche Oltreoceano si stiano sempre più interessando ai nostri progetti vitivinicoli.”

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