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L'Aquila

Martinsicuro. Arrestato spacciatore di eroina nella piazza del mercato.

L’uomo attende l’udienza di convalida.

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Martinsicuro- B.D.R., 33 anni, è stato arrestato ieri sera nella piazza del mercato poiché colto in flagrante mentre spacciava eroina ad alcuni clienti della zona. A fermarlo sono stati i Carabinieri del nucleo operativo di Alba.                                                                                                                                                                        L’uomo, a seguito della perquisizione, è stato trovato con 3 grammi di stupefacenti tra eroina e hashish. Ora è in attesa dell’udienza di convalida.

 

 

Abruzzo

Truffe on-line sventate dalla Polizia Postale: vishing e smishing in aumento in Abruzzo

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I truffatori, attraverso SMS o telefonate che, apparentemente, provengono da banche ed istituti di credito, raggirano le vittime convincendole a fornire loro i dati o direttamente a fargli un bonifico, per prevenire un presunto attacco telematico.

L’AQUILA – Nelle ultime settimane in Abruzzo gli investigatori della Sezione Operativa della Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale dell’Aquila hanno sventato due tentate truffe on-line, provate mediante le tecniche dello smishing e del vishing.

La prima prevede l’invio di un SMS apparentemente inviato da un istituto di credito o da una banca, che avvisa l’utente di aver subito un tentativo di accesso non autorizzato nei propri conti. Didascalia e intestazione del messaggio replicano in tutto e per tutto quello della banca. Chi non si accorge del raggiro, viene indirizzato verso un sito clone, che presenta simboli, loghi e colori di quello dell’istituto di credito, nel quale le persone, credendo di mettere al sicuro i propri risparmi, forniscono ai truffatori tutti i dati sensibili e le chiavi per aprire i propri conti.

Il vishing è simile allo smishing, ma avviene tramite telefonata, ed anche questo è stato recentemente tentato in Abruzzo. Un presunto addetto della banca, segnalando sempre un tentativo di accesso, convince le persone ad effettuare un “bonifico sicuro”, per mettere al sicuro i soldi sotto attacco. Soldi che ovviamente sparirebbero.

Fortunatamente, la Polizia Postale è intervenuta prima che potessero andare a buon fine le due truffe tentate. In un caso le indagini sono partite dalla segnalazione di una persona, contatta da un sedicente “commissario Rizzo”, apparentemente appartenente proprio alla Sezione Operativa della Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale dell’Aquila. Durante la telefonata è caduta la linea e l’interlocutore, spaventato, ha chiamato la Polizia Postale chiedendo di essere rimesso in contatto con il presunto commissario. Da lì gli agenti, quelli veri, hanno sventato le due tentate truffe on-line.

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L'Aquila

Prete condannato a 21 anni per omicidio: fu parroco in Abruzzo

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prete condannato per omicidio

Don Paolo Piccoli, ex parroco di Pizzoli in provincia di L’Aquila, è stato condannato a 21 anni e 6 mesi di reclusione nel processo bis per l’omicidio di monsignor Giuseppe Rocco, ex parroco di Santa Teresa a Trieste.

L’AQUILA – Si è chiuso presso la Corte d’assise d’appello di Venezia il processo bis nei confronti di don Paolo Piccoli, ex parroco di Pizzoli, condannato a 21 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio di un altro prete: monsignor Giuseppe Rocco, ex parroco di Santa Maria a Trieste.

Il parroco venne trovato senza vita il 25 aprile del 2014, nella sua stanza della Casa del Clero. Secondo le accuse, alla base del delitto ci sarebbe stato il furto di alcuni oggetti sacri, mai ritrovati, per il quale Rocco sospettava di Piccoli.

Il prete è stato condannato per omicidio sia in primo grado che in appello, ma un anno fa la Cassazione aveva ribaltato le sentenze dei Tribunali triestini a causa della mancata ammissione dei consulenti di parte durante alcuni accertamenti irripetibili: don Piccoli non era stato avvisato, dal momento che non era stato iscritto al registro degli indagati.

Adesso la Corte d’assise d’appello ha confermato la condanna, accogliendo le richieste del procuratore generale Paola Tonini.

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L'Aquila

Palestinesi arrestati a L’Aquila, Piantedosi: «catturati tre pericolosi terroristi»

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antiterrorismo polizia tre terroristi palestinesi arrestati a l'aquila

L’indagine è stata coordinata dal procuratore nazionale antiterrorismo, Giovanni Melillo. Secondo le accuse, i tre stavano progettando attentati anche suicidi, in Israele e Cisgiordania, ma gli inquirenti non escludono che volessero colpire nel nostro Paese.

L’AQUILA – «Soddisfazione per la cattura all’Aquila di tre pericolosi terroristi, operazione che conferma il continuo impegno e la grande capacità investigativa delle nostre Forze dell’ordine, che ringrazio per questo importante risultato». Con queste parole il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato l’arresto di tre uomini palestinesi accusati di pianificare attentati terroristici all’estero e in patria.

Gli arrestati sono Anan Kamal Afif Yaeesh, 36 anni, Ali Saji Ribhi Irar, 30 anni e Mansour Doghmosh, 29 anni. Ci sono soprattutto intercettazioni di telefonate e chat alla base dell’inchiesta che ha portato la Procura a formulare le accuse contro di loro. Secondo gli inquirenti, progettavano attentati, anche suicidi, in Israele e Cisgiordania. Secondo le accuse però, non è escluso che potessero colpire anche nel nostro Paese.

I tre risiedevano a L’Aquila da diversi anni, formalmente per trovare lavori nell’edilizia durante le fasi di ricostruzione post sisma. Secondo gli inquirenti invece, avrebbero scelto L’Aquila per avere la base operativa in una provincia tutto sommato lontana dai radar.

In Italia avrebbero organizzato un’unità militare chiamata “Gruppo di risposta rapida- Brigata Tulkarem”, di ispirazione dei Martiri di Al-Aqsa, l’ala armata del partito Fatah riconosciuta come organizzazione terroristica dall’Ue e dagli Usa.

In base a quanto ricostruito da Digos e Antiterrorismo, dopo aver gestito per anni i flussi di denaro per finanziare l’attività del gruppo, n seguito all’attentato dello scorso 7 ottobre avrebbero deciso di alzare la posta e di passare alla fase esecutiva.

I tre presunti terroristi arrestati a L’Aquila avrebbero tenuto in considerazione anche l’attività propagandistica: si erano procurati telecamere per filmare e trasmettere le loro gesta, riprendendo una tattica già sperimentata dall’Isis.

Non mancano però reazioni contrastanti alla notizia dei tre arresti. La lista della destra radicale Forza Nuova ad esempio, chiede il rilascio dei tre palestinesi, considerati prigionieri politici: «Più che terroristi sembrano rappresentanti delle Autorità Palestinesi. – dichiara il segretario Roberto Fiore – L’arresto arrivato dopo la richiesta di Israele, che ne richiede l’estradizione, con i solerti agenti italiani che eseguono gli ordini di Netanyahu, lo stesso che si è macchiato di atti di genocidio in Palestina. – conclude Fiore – Se i tre Palestinesi non sono indiziati per reati commessi in Italia vengano rilasciati immediatamente».

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