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Focus

Quando il calcio diventa fede. Intervista al presidente della Martinsicurese.

La fede calcistica non ha nulla da invidiare a quella religiosa. Per la propria squadra si prega, si soffre, si raggiunge l’estasi. Ne parliamo con un protagonista d’eccezione: il presidente della Martinsicurese.

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“Il calcio è l’equivalente dell’eroina” (Silvano Agosti)
Lo chiamano lo sport piu’ bello del mondo, l’unico sport che coinvolge le masse e che, come una sostanza, riesce a creare dipendenza, non solo in chi lo pratica ma anche in coloro che lo seguono. L’unico sport capace di far fermare un Paese intero, quando gioca la sua nazionale, di suscitare le discussioni e, talvolta, le liti piu’ accese per un rigore mancato o un fuorigioco e, in taluni casi, capace addirittura di essere una delle cause piu’ acclarate di divorzi e separazioni nelle famiglie del Belpaese.

E’, forse, l’unico sport che, mi si conceda, rappresenta perfettamente l’allegoria della vita: come sul campo di calcio, si lotta, a volte si vince altre si perde, si suda, si gioisce, si soffre….
Dato, oramai, per assoluto che l’Italia sia un Paese di santi, poeti, navigatori e calciofili: ma da dove nasce questa passione che, molto spesso, sfida il tempo, gli impegni, le delusioni, i tradimenti accompagnando , per intero, l’esistenza degli uomini?
Per cercare di capire il “fenomeno calcio” e poter, cosi, tentare di rispondere a questa ancestrale e biblica domanda, abbiamo rivolto qualche domanda al Presidente della Martinsicurese calcio, Luigi Di Egidio, personalità vulcanica e sanguigna che, dalla prima giornata di campionato, ha un unico ed incrollabile imperativo: vincere!!

Presidente, che cosa è il calcio per lei?

E’ la cosa piu’ bella del mondo . E’ un qualcosa che appassiona, emoziona, travolge.

Il bambino, già da piccolissimo, è attratto dalla sfera che rotola e che obbedisce ai comandi impartiti. E, man mano che cresce, ha la necessità di giocare e confrontarsi con altri bambini e mostrare “in campo” la propria bravura attraverso la capacità di giocare a pallone.

Il calcio è unione, è fare gruppo, è lottare tutti insieme per il medesimo obiettivo, infilare la palla in rete.

E’ litigare a morte sul campo, per poi abbracciarsi a fine partita. Il calcio è aspettare, trepidante, il fine settimana, è la notte insonne prima della partita, è sentire l’anticipo della sfida, è lo studiare gli avversari, v i v e r e la partita con la testa ma, soprattutto, con il cuore, con la pancia.

E’ vedere la rete che si gonfia, sentire lo stadio venire giu’ ad un goal, sentirsi un’unica cosa con i giocatori.

Lei è famoso per le intemperanze con i direttori di gara…
Oramai è una nomea che mi accompagna fin dai campi della terza categoria.

Io sono una persona corretta, che “gioca” in maniera corretta e pretendo il medesimo trattamento da parte di chi dirige la disputa.
Spesso la mia squadra è oggetto di parzialità e di quelle che io chiamo, vere e proprie, “persecuzioni”. A volte sembra quasi che ci sia una congiura a monte, che si traduce in falli e ammonizioni anche dove non ci sono.

Quali sono le sue speranze, gli obiettivi da perseguire, per la Martinsicurese?

Lo scorso anno abbiamo raggiunto un risultato eccezionale: il salto di categoria.

Dalla Promozione ci siamo trasferiti in Eccellenza. E’ stata una grande soddisfazione.
Questo campionato, però, malgrado la buona volontà si è prospettato da subito difficile. L’obiettivo che intendevamo perseguire era il posizionamento tra le prime 5 squadre ma, diversi infortuni subiti dai nostri giocatori e gli ultimi risultati negativi, ci hanno allontanato da questo proposito.
Adesso puntiamo molto sui giovani del settore giovanile. C’è tanto da lavorare , ma il FUTURO della Martinsicurese sono loro.

Tra i nuovi progetti di questo anno calcistico c’è stata la realizzazione di un dopo scuola, in cui i ragazzi hanno la possibilità di essere seguiti nei compiti dal nostro staff, togliendo cosi’ un incombenza ai genitori lavoratori e, soprattutto, offrendo ai giovani un’alternativa valida alla strada, alla sala giochi, alla noia.

Un ultima domanda. Ho notato che lei non parla mai in prima persona, ma sempre al plurale…..

E’ ovvio. Il Martinsicuro calcio è un gruppo, di cui io faccio parte e rappresento, ma siamo una compagine, coesa e compatta, in cui non c’è spazio per i personalismi e per gli “one man show”. Noi siamo una società giovane, entusiasta, ambiziosa. Conosciamo il nostro potenziale e siamo uniti.

Tutti agiscono per il medesimo scopo, abbiamo capito che L’UNIONE E’ LA FORZA. Sono sicuro che questo progetto mi darà, e darà a tutta la cittadinanza e a tutti i tifosi, innumerevoli soddisfazioni sportive. I presupposti ci sono tutti.

Diceva De Gregori, un po’ di anni fa, “un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia“: forse la Martinsicurese, in questo caso, ce le ha tutte……

Focus

Giancarlo De Cataldo inaugura il “Maggio Selvaggio” di UnivAQ

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giancarlo de cataldo univaq
Giancarlo De Cataldo (Foto Gettyimages).

Giancarlo De Cataldo inaugura “Maggio Selvaggio”, la rassegna primaverile UnivAQ dedicata a musica e letteratura. L’autore di Romanzo Criminale atteso il 27 marzo a Scienze umane con un incontro su Georges Simenon.

L’AQUILA – Torna la rassegna UnivAQ “Maggio Selvaggio“, che sarà inaugurata dal già magistrato e poi scrittore, Giancarlo De Cataldo. Il programma delle Attività culturali di Ateneo 2023 si aprirò con un’”anteprima primaverile” composta da tre appuntamenti: uno dedicato alla letteratura e due legati alla musica.

Si partirà, a dire il vero, con qualche settimana di anticipo rispetto a maggio: lunedì 27 marzo, alle 19.00, nell’aula magna “Clementi” del Dipartimento di Scienze umane (DSU) dell’UnivAQ, in viale Nizza 14,  Giancarlo De Cataldo – scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e saggista – terrà un incontro su Georges Simenon (di cui quest’anno ricorrono i 120 anni dalla nascita) dal titolo Lo sguardo sull’abisso.

Con il celebre autore di Romanzo Criminale e Suburra dialogheranno i docenti UnivAQ Gianluigi Simonetti, professore di Letteratura italiana contemporanea e referente di ateneo per le attività culturali, e Luciano Pellegrini, professore di Lingua e letteratura francese. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti.

Federico Fiumani

Gli altri due appuntamenti, entrambi gratuiti, sono in programma il 3 e il 29 maggio: ospiti saranno, rispettivamente, Federico Fiumani con i suoi Diaframma, uno dei più importanti gruppi italiani degli ultimi 40 anni, e il rapper Pippo Sowlo, che, per il terzo dei Dialoghi sulla morte (che in passato, sempre all’interno delle Attività culturali UnivAQ, hanno visto protagonisti il leader dei Baustelle Francesco Bianconi e Claudio Gregori, in arte Greg) sarà intervistato da Alessandro Gori, alias Lo Sgargabonzi.  

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Chieti

Incontro a Ortona con lo studioso degli oceani Enrico Bonatti per la Giornata dei Planetari

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enrico bonatti a ortona per la giornata dei planetari

L’Istituto di Istruzione Superiore “Acciaiuoli-Einaudi” di Ortona, domenica 19 marzo, in occasione della Giornata dei Planetari, resterà aperto per un incontro, aperto al pubblico, con Enrico Bonatti, “signore degli oceani”, che presenterà il suo libro “Frammenti di discesa”.

CHIETI – L’Istituto di Istruzione Superiore “Acciaiuoli-Einaudi” di Ortona si prepara ad accogliere la XXXIII Giornata dei Planetari prevista per domenica 19 marzo 2023 dalle ore 10 alle 21: si tratta di un appuntamento molto sentito; la giornata è nata in Italia nel 1991 su iniziativa dell’Associazione Amici dei Planetari.

Oggi è promossa dall’Associazione dei Planetari Italiani e nel corso del tempo ha coinvolto anche strutture di altri Paesi, dal Belgio alla Danimarca, dalla Francia al Regno Unito, dalla Polonia all’Ucraina, tanto che la Giornata dal 1995 è diventata ufficialmente “internazionale” ed è sostenuta dall’International Planetarium Society ed ha lo scopo di istruire il pubblico di ogni età a partire dalle stesse scuole su quanto c’è di meraviglioso nel globo terrestre dal cielo al mare, promuovendo anche la filosofia della tutela del Creato.

L’apertura della scuola al pubblico, per la Giornata, sarà alle ore 10:15 con un concerto di apertura promosso da un gruppo musicale composto da alunni ed ex alunni dell’Istituto (che verrà replicato alle ore 16.30). Alle ore 11 ci sarà l’ospite della Giornata presso l’Aula Magna, lo studioso degli Oceani, il Professor Enrico Bonatti che presenterà al pubblico il suo libro “Frammenti di discesa” (Ianieri Edizioni): interverranno la Dirigente Prof.ssa Angela Potenza e il vice preside e docente di Navigazione il Professor Pietro Di Pasquale in veste anche di coordinatore del progetto, modera la giornalista Alessandra Renzetti. Sarà presente anche l’Editore Mario Ianieri.

In questo libro il Professor Enrico Bonatti studioso della geologia degli oceani della Columbia University, rievoca una sua immersione nell’oceano Atlantico fino a quasi seimila metri di profondità, racchiuso in un piccolo sottomarino da ricerca; al pubblico mostrerà inoltre immagini e video inediti delle sue fantastiche esperienze sotto gli abissi.

Nelle ore della discesa, avvolto nel buio e silenzio più assoluti, l’autore rivive momenti della sua fanciullezza durante la guerra, della crescita in una famiglia cattolico-borghese romana e poi della propria fuga attraverso l’Atlantico, immerso in una storia intensa con una donna, fino al raggiungimento del fondo dell’abisso.

Bonatti ha diretto numerose spedizioni negli oceani Pacifico, Atlantico, Indiano, nel Mar Rosso e nel Mediterraneo. Si è immerso più volte sul fondo fino a quasi 6000 metri. Ha svolto ricerche negli Urali artici, in Siberia e nelle depressioni desertiche dell’Etiopia. È membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze russe e Fellow dell’American Geophysical Union.

Appuntamento dunque all’Istituto di Istruzione Superiore “Acciaiuoli-Einaudi” di Ortona, in via Mazzini 26, per la Giornata dei Planetari, domenica 18 marzo. Dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 21:00 con turni previsti ogni 30 minuti si potrà visitare il Planetario, “Viaggio tra le Costellazioni”: l’allestimento della postazione per le comunicazioni è a cura del gruppo ARI di Ortona, ci sarà l’apertura al pubblico di tutti i laboratori della scuola con l’esposizione di modelli navali a cura del gruppo ANMI di Ortona, oltre da una mostra di abiti e disegni ispirati al planetario (a cura degli alunni del corso Moda dell’IPSIA). Non mancheranno lavori multimediali a cura degli alunni del corso ottico IPSIA sui telescopi astronomici; ci sarà la  proiezione di video realizzati dagli alunni dell’Istituto Commerciale e sarà allestita una postazione a cura della MARI TER S con veicoli subacquei ROV. In più, non mancherà l’allestimento di una postazione a cura della “Pubblica assistenza e protezione civile CNAB” di Ortona e della “Società nazionale di salvamento” di Ortona. È prevista anche l’esposizione di lavori a cura dell’ANFFAS. A fine giornata dalle ore 17 alle ore 21, ci sarà la magica possibilità di osservare gli astri con i telescopi in dotazione dell’Istituto Nautico

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Ancona

Geniale Olivieri e il “Turismo delle Radici e di Ritorno”: così giunsero nell’isola delle ostriche

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jesi conferenza turismo delle radici e di ritorno geniale olivieri
, Costantina Marchegiani, presidente di Italia Nostra, Serenella Olivieri e sua figlia Angela.

Il 22 gennaio scorso, a Palazzo Bisaccioni a Jesi, si è tenuta una conferenza dal titolo “Turismo delle Radici e di Ritorno nei cortometraggi di Geniale Olivieri”: partendo dalle opere del cineamatore jesino si è dibattito di emigrati negli Stati Uniti, di accoglienza ad Ellis Island e della voglia di riscoprire i luoghi delle origini da parte dei discendenti.

ANCONA – All’indomani della Guerra di Secessione l’America divenne una terra promessa per molti emigranti. Ne giunsero là da tutto il mondo: da Polonia, Russia, Ungheria, Grecia, Turchia, Armenia, Irlanda, Ucraina, Serbia, Siria. Tantissimi anche dall’Italia. Tutti fuggivano da guerre, carestie, fame, persecuzioni religiose o politiche. Se ne contavano già più di otto milioni prima che un’isola situata di fronte a New York, Ellis Island, nel 1892 divenisse il più grande centro di accoglienza e smistamento degli emigranti. Il flusso sarebbe enormemente aumentato in seguito.

Ellis Island, l’isola delle ostriche

Più di venti milioni di emigranti sarebbero giunti tra il 1892 e il 1954, quando Ellis Island, in origine chiamata ‘l’isola delle ostriche’ perché lì ne esistevano allevamenti, venisse definitivamente chiusa. Appena sbarcati gli emigranti venivano sottoposti ad accurate visite mediche. Se si riscontravano malattie erano ricoverati e curati in un ospedale annesso al centro di accoglienza; se infestati da parassiti, messi in quarantena. Se invece risultavano in buona salute venivano registrati secondo dati anagrafici, civili, economici, politici prima di lasciare Ellis Island per Manhattan. Fu così che molti italiani dopo una rischiosa traversata dell’oceano – viaggiavano tutti in terza classe e in condizioni non certo confortevoli – giunsero in America; senza risorse, solo con una valigia di cartone legata con uno spago, ma  con un grande bagaglio di coraggio e di speranza. Sarebbero però riusciti a mettere là radici, a richiamare parenti lasciati in patria, ad inserirsi nel contesto civile e sociale.

Sono passati da allora più generazioni, ma l’arrivo dei primi esuli non è stato dimenticato. Ha lasciato invece  tracce permanenti. È da tenere presente che esiste in Italia un’associazione, l’ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrate) che può mettere in contatto i discendenti degli emigrati con i loro parenti qui rimasti.  Chi volesse effettuare una ricerca a riguardo ha a disposizione, in formato digitale, 25 milioni di schede a cui accedere gratuitamente per rintracciare un antenato sbarcato in America tra il 1892 e il 1924. È semplicemente necessario inserire nome e cognome su www.ellisland.org e si potranno avere informazioni sul luogo di partenza, età, anno di arrivo, nome della nave e porto di partenza dell’emigrato; persino copie dei documenti di viaggio e foto della nave con cui l’emigrato era giunto a destinazione.

Non espressamente di questo tuttavia si occupa l’ANFE, ma, più precisamente, del possibile rientro in Italia di discendenti degli emigrati di allora, attivando e favorendo un ‘Turismo delle Radici e di Ritorno’. A questo scopo occorre senz’altro far conoscere alle ultime generazioni degli emigrati italiani la terra di origine dei loro progenitori. Chissà quanti oggi sanno in realtà solo sommariamente, genericamente e approssimativamente della storia, delle bellezze artistiche, delle risorse economiche, delle tradizioni del nostro paese: non certo dettagliatamente, riguardo cioè a città particolari, province o  piccoli centri. Nemmeno possono avere idea precisa di come si siano qui evolute nel corso di più di un secolo le condizioni di vita.

Un tempo si partiva dall’Italia perché tanto mancava, perché diffusissimo era l’analfabetismo, perché la popolazione cresceva in modo esponenziale. Oggi non è più così. Esistono effettive, diversificate risorse di cui approfittare:  sicuramente i discendenti degli emigrati di allora, se ritornassero, avrebbero grazie all’ANFA accoglienza, sostegno, consigli di orientamento per sfruttarle.

Di tutto questo si è parlato il 22 gennaio in una conferenza a più voci tenuta a Palazzo Bisaccioni a tema “Turismo delle Radici e di Ritorno nei cortometraggi di Geniale Olivieri”, organizzata da Italia Nostra. Appropriato il riferimento al benemerito cineamatore jesino. I suoi cortometraggi, commentati con la competenza di un grande giornalista da Giuseppe Luconi, permettono di illustrare e far conoscere tantissimo della nostra città anche a chi in essa non ha mai messo piede. Impossibile a riguardo trovare altrove notizie così precise, pertinenti, dettagliate. Si è protratta a lungo la manifestazione di cui è stato moderatore Giovanni Filosa che ha presentato anche un suo documento filmato sul centro di accoglienza di Ellis Island. Non meno interessante quello realizzato da Giovanna Massaccesi che ha efficacemente sintetizzato l’attività del cineamatore jesino. Di Geniale Olivieri successivamente sono stati proiettati tre documentari commentati da sua figlia Serenella: “Saluti da Jesi”, “Storia di un monumento”, “Jesi com’era e com’è”. Introdotta da Paolo Morosetti, presidente della Fondazione Carisj e da Alessandro Tesei, assessore al Turismo, la manifestazione è stata presentata da Costantina Marchegiani, presidente di Italia Nostra di Jesi. Non sono mancati i collegamenti con Chiara Biondi, assessore regionale alla Cultura, che ha espresso il suo apprezzamento per il progetto del ‘Turismo di Ritorno’ e con Leonardo D’Ippolito, presidente dell’ANFE, che ha illustrato i propositi dell’associazione. Durante l’incontro è emersa la proposta di intitolare una via o una piazza di Jesi a Geniale Olivieri. Lo stesso sarebbe da proporre per Giuseppe Luconi, suo amico e collaboratore: un maestro di giornalismo che pure ebbe davvero molto sinceramente a cuore Jesi e la sua storia.

Augusta Franco Cardinali

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