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L'Aquila

Edimo: Lolli, tavolo permenente seguirà da vicino vertenza

L’Aquila, 4 mar. – Ci sarà un tavolo permanente che seguirà passo passo la vertenza della Edimo Spa dichiarata fallita dal Tribunale di Roma

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A BREVE INCONTRO TRA SINDACATI E CURATORE FALLIMENTARE

L’Aquila, 4 mar. – Ci sarà un tavolo permanente che seguirà passo passo la vertenza della Edimo Spa dichiarata fallita dal Tribunale di Roma. Questa mattina nel corso della riunione convocata dal vicepresidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, il numero uno del Gruppo Edimo, Carlo Taddei, ha riferito a sindacati e istituzioni che il Gruppo ha elaborato una strategia che “allo stato non è possibile disvelare” e che “sarà in parte resa nota tra una settimana”.

L’incontro promosso da Lolli, al quale era presente anche il sindaco Massimo Cialente, ha permesso a sindacati e istituzioni di elaborare invece una propria strategia “che prevede – spiega Lolli – il monitoraggio permanente della vertenza e l’incontro a breve con il curatore fallimentare. Ci troviamo di fronte – ha spiegato Lolli – ad una vertenza complessa dai risvolti difficilmente ipotizzabili. Tra diretto e indotto ci sono in ballo oltre 500 posti di lavoro e per questa città sarebbe una mazzata tremenda nel caso in cui la vertenza dovesse avere esiti negativi”.

Lolli ha detto a sindacati e proprietà di aver avuto nei giorni scorsi un primo colloquio con il curatore fallimentare, “che – ha spiegato – mi è sembrato una persona che ha perfettamente percepito il ‘carico sociale’ che si porta dietro la vertenza. L’importante è evitare che il fallimento della Edimo Spa generi un effetto domino sulle altre aziende del gruppo o sulle aziende, anche esterne, legate comunque ai lavori commissionati alla Edimo”.

Rilevante è anche il nodo legato all’erogazione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori in cassa integrazione: bisognerà vedere se tale misura potrà essere confermata alla luce della dichiarazione di fallimento, in ragione anche dell’entrata in vigore del Job Act. Il Gruppo Edimo comunque potrebbe chiedere nei prossimi giorni lo stato di crisi per le altre aziende del Gruppo in modo da accedere alla Cig che può essere revocata in qualsiasi momento. Per i sindacati, invece, “è prioritario avere al più presto un incontro con il curatore fallimentare per vedere le strategie che intende portare avanti nella gestione del fallimento”. Nel corso dell’incontro è stato poi affrontato il nodo ricostruzione. Il Gruppo Edimo ha un peso essenziale nel processo di ricostruzione post sisma: all’Aquila si contano tra i 40 e 50 cantieri aperti e lo stesso Gruppo partecipa ad all’Ati legata ai sottoservizi del centro storico.

 

L'Aquila

In attesa di un nuovo canile in Val Vibrata, i cani saranno trasferiti da Alba Adriatica

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Dopo la gara bandita dall’Unione dei Comuni, i cani ospitati nel rifugio Canalba di Alba Adriatica saranno trasferiti a Collelongo, in provincia di L’Aquila, in attesa che venga realizzato un nuovo canile in Val vibrata.

TERAMO – La situazione del canile di Alba Adriatica è giunta ad un punto di non ritorno: scadute tutte le proroghe, i cani ospitati al suo interno devono essere trasferiti, mentre ancora non si sa dove e quando verrà realizzata una struttura analoga in Val Vibrata.

L’Unione dei Comuni ha deciso il trasferimento dei cani ospitati nel “Rifugio Canalba” presso un nuovo sito. Dopo il bando di gara, questo è stato individuato in un canile di Collelongo, in provincia di L’Aquila. Già nel maggio scorso, questa decisione aveva provocato la rabbia degli animalisti, che hanno giudicato i provvedimenti intrapresi «di dubbia legittimità» e hanno protestato contro la decisione di togliere gli animali dalla protezione dell’organizzazione che «da 35 anni, senza scopo di lucro, conduce e gestisce il Canile di Alba Adriatica».

«Abbiamo adottato tutti i provvedimenti richiesti dall’Ente – dichiarò all’epoca l’attuale Presidente dell’associazione Elisa Pizzingrilli – abbiamo seguito le procedure consigliate, sia per quanto riguarda la richiesta di proroga, dalla scadenza naturale del 31 maggio 2023 e nel frattempo abbiamo acquisito il nuovo sito , ubicato tra Villa Rosa e Martinsicuro , risultato idoneo e autorizzato dal Comune di Martinsicuro e non ci aspettavamo questa decisione immotivata».

Nonostante le azioni di protesta di ambientalisti ed animalisti, che organizzarono an che un sit-in sotto al comune di Alba Adriatica, l’Unione dei Comuni non è tornata sulla sua decisione. Il delegato ai Lavori Pubblici e sindaco di Sant0Egidio alla Vibrata Elicio Romandini organizzerà nei prossimi giorni un sopralluogo nel sito in cui verranno trasferiti i cani del canile di ALba Adriatica, al fine di organizzare le operazioni.

Nel frattempo non è chiaro dove sorgerà il nuovo canile della Val Vibrata. Allo stato attuale, si stanno ancora vagliando le aree potenzialmente adeguate ad ospitarlo. L’indirizzo è quello di dotare il territorio di una struttura che possa fungere anche da pensione per animali, in ottica turistica. Pertanto, verranno valutate fasce costiere, oppure territori immediatamente a ridosso del mare. Sembrerebbe che un’area di Tortoreto Lido sarebbe n pole position, ma la momento non è ancora stata presa una decisione definitiva. Dopodiché bisognerà individuare le risorse e definire i tempi dell’intervento. Intanto, i cani del canile di alba Adriatica, nell’attesa di avere un nuovo rifugio in Val Vibrata, si apprestano a partire per la provincia di L’Aquila.

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L'Aquila

Pascoli fantasma gestiti dalla mafia foggiana: maxi truffa all’UE scoperta dalla GdF

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25 misure cautelari e 5 milioni di euro sequestrati. L’operazione “Transumanza” della Guardia di Finanza di Pescara è scattata all’alba. Indagini durate due anni e dirette dalla DDA di L’Aquila.

PESCARA – La maxi operazione “Transumanza” della Guardia di Finanza di Pescara, coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, è scattata all’alba . 16 perquisizioni a 75 enti e soggetti, tra tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania. 25 misure cautelari emesse e sequestri per 5 milioni di euro. In base alle indagini delle fiamme gialle, durate due anni, un sodalizio criminale su cui aleggia lo spettro della mafia foggiana, avrebbe perpetrato a partire dal 2014 una truffa milionaria all’Unione Europea, dalla quale avrebbe intascato fondi illecitamente per mezzo di pascoli fantasma.

Le indagini sono state svolte in collaborazione con il Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di L’Aquila ed il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie. Al blitz di oggi invece ha preso parte anche il Reparto Aeronavale, che ha fatto levare in volo alcuni mezzi aerei.

Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte avrebbero avuto accesso contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC) in maniera illecita. Producendo documentazioni false, a partire dal 2014, i 13 complici della truffa, tra cui vi sarebbero persone appartenenti alla mafia foggiana, avrebbero ottenuto la disponibilità di pascoli e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli, presentandosi come nuovi giovani imprenditori agricoli. Al contempo, grazie all’aiuto di altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di impresa, avrebbero fatto incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.

Le frodi ammonterebbero a 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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L'Aquila

Morto Matteo Messina Denaro: la Procura ha disposto l’autopsia

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Il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso dicembre dopo trent’anni di latitanza, è morto nella notte nell’ospedale San Salvatore di L’Aquila. dopo nove mesi detenzione

L’AQUILA – Non ha trascorso in carcere gli ultimi minuti della sua vita, Matteo Messina Denaro, il boss stragista di Cosa Nostra condannato all’ergastolo al 41bis. Il super latitante arrestato dopo trent’anni di fuga, si è spento dopo nove mesi di prigionia la notte scorsa, lunedì 25 settembre, all’ospedale San Salvatore di L’Aquila, nel quale si trovava ricoverato già da diverso tempo. Negli ultimi giorni le sue condizioni si sono aggravate e il boss, che ha rifiutato l’accanimento terapeutico nel suo testamento biologico, è entrato in coma irreversibile. Dopo la cessazione dell’alimentazione assistita, Matteo Messina Denaro è morto e la Procura ha disposto l’autopsia per accertarne la causa del decesso.

Il boss si trovava in ospedale in seguito ad un’operazione chirurgica, le cui complicazioni si sono rivelate fatali. Messina Denaro era affetto da un tumore al colon che gli era stato diagnosticato durante la latitanza. La sua malattia avrebbe avuto un ruolo chiave nella sua cattura. Dopo l’arresto è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche: dalla prima si era ripreso, dopo la seconda non ha più lasciato l’ospedale, dove era stata allestita una stanza di massima sicurezza allestita apposta.

Al suo capezzale, nei giorni scorsi era arrivata anche la figlia naturale, Lorenza, riconosciuta solo pochi giorni fa. Durante la sua detenzione, avrebbe mantenuto un comportamento impeccabile senza mai creare disordini. E senza mai parlare: con lui, oltre ad un capitolo nero della storia della seconda Repubblica, se ne vanno tanti misteri sui quali bisogna ancora fare luce.

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