Moda? Tendenza? Filosofia di vita? Cosa spinge una persona a cambiare le proprie abitudini alimentari , mettendo in discussione tradizioni, cultura, società, famiglia a favore di una scelta etica e morale che mette l’amore per gli animali al di sopra di tutto?
Diventare vegani, rifiutare di consumare la carne e i suoi derivati è vista, dai piu’ , come una scelta estrema e inconcepibile , anche e soprattutto a causa della massiccia disinformazione che avvolge questa tematica. Ma, in realtà, cosa significa essere vegani?
Lo abbiamo chiesto a Nunzio che, da un paio di anni a questa parte, ha deciso di cambiare drasticamente la sua alimentazione, abbracciando uno stile di vita che valorizza il rispetto per gli animali, in contrapposizione ad un sistema basato sullo sfruttamento e sul dominio di questi esseri viventi.
Cosa ti ha spinto a cambiare le tue abitudini alimentari in modo tanto radicale e rigido?
E’ stata un’esigenza di ordine etico. Mi sono avvicinato a questa che è una vera e propria filosofia di vita, per il rispetto che nutro per tutti gli esseri viventi. Forse questa mia affermazione potrebbe sembrare una motivazione banale, ma è per me il concetto piu’ importante. Se tutti mettessero il rispetto sopra a tutto, sono sicuro che anche i rapporti tra gli stessi esseri umani migliorerebbero. Chi si avvicina a questa realtà, al vegan, abbraccia una filosofia in cui si vive a stretto contatto con una concezione di rispetto totale e assoluto. Prima praticavo addirittura pesca sportiva, ma da due anni a questa parte ho cambiato radicalmente modo di pensare e questo grazie ad un amico che, una sera, mi invitò a visionare un documentario su youtube. La sera stessa, decisi di cambiare stile di vita. Ho sempre amato gli animali, ma per la prima volta iniziai a pensare a quanti animali vengono sistematicamente maltrattati e uccisi per il commercio e la produzione di carne. Gli allevamenti intensivi hanno modalità discutibili, ma in realtà davvero poche persone si domandano da dove proviene cio’ che ha nel piatto. Ma non ci si pongono domande, per lo piu’ per abitudine. Poche volte si associa la mucca ad un essere vivente e senziente, come tutti gli altri animali. E’ normalissimo mangiare una bistecca, mentre magari ci indigniamo se vengono maltrattati altri animali domestici. Spesso queste domande se le pongono piu’ i bambini che gli adulti, in quanto la mente dei bambini non è filtrata dalla cultura utilitaristica dominante. Tengo a precisare, però, che questo discorso è soggettivo, è il mio modo di pensare e, benchè fortemente sicuro delle mie convinzioni, tendo a non condizionare, ne tantomeno imporre, il mio punto di vista agli altri.
Io non nutro molta speranza negli uomini, e di conseguenza nel futuro. Fino a quando si agirà solo per denaro, le cose non muteranno. Negli allevamenti intensivi la resa è massima , finalizzata ad un maggior profitto. Secondo alcune stime, ognuno di noi avrebbe bisogno di circa 35 kg di carne pro capite, ma in realtà ne consumiamo piu’ del doppio di quello di cui abbiamo realmente bisogno. Perché? Perché secondo i dettami della nostra società il benessere è assimilato ad un consumismo indiscriminato. La cultura dominante ci ha portato a fare questo tipo di scelta. Io ho fatto una scelta alternativa grazie ad un’informazione consapevole. Voglio avere una stile di vita in armonia e rispettoso con cio’ che mi circonda, nei limiti del possibile, malgrado le contraddizioni e le ipocrisie con cui, quotidianamente, ci scontriamo. E questa mia filosofia si rispecchia anche nei miei lavori, nelle mie opere. A mio parere, cambiare abitudini, è possibile, ed è facilitato anche grazie ai media e all’informazione che, oggi, è piu’ ampia, libera ed articolata rispetto al passato. La libertà d’informazione aiuta tanto. Il mio timore è quello che, prima o poi, si arrivi ad un punto in cui diviene necessità abbracciare stili alimentari diversi. Inoltre, per quanto io ritenga discutibile assimilare modelli di pensiero “per moda”, devo ammettere che le tendenze hanno dato un contributo notevole alla conoscenza del problema. Per lo meno, adesso ci si pone il problema. Quando mi trovo a parlare di questo argomento con altre persone, al di là dei normali contrasti, mi fa piacere poter pensare che, almeno, contribuisco alla riflessione. Mi interessa solo che si inizi a riflettere.
Come è recepita questa tua scelta dagli altri?
Ci sono tre tipologie di approccio: chi ritiene sia giusta e si mette in gioco, provando a cambiare stile di vita; chi, pur ritenendo corretto cio’ che dico, ammette di non riuscire a cambiare le proprie abitudini e chi, invece, rifiuta e tenta di demolire il mio pensiero. Riguardo a questi ultimi, mi piacerebbe che si informassero su cio’ che, effettivamente, accade negli allevamenti intensivi.
Nunzio, si sta avvicinando la Pasqua e, come ogni anno, verranno uccisi migliaia di agnelli. Naturalmente non accetti questo “rituale”…..
Certo che non sono d’accordo! Ma non sono d’accordo non solo per il periodo di Pasqua e non solo per il consumo di agnelli, ma per tutti gli animali. Io festeggero’ la Pasqua mangiando l’agnello di cioccolato!