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Pescara

Trovato il responsabile delle molotov di Spoltore

Spoltore: in manette l’uomo che aveva seminato il panico, l’altro ieri per aver incendiato un’auto con delle bombe molotov

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E’ finito in manette il 28enne che ha incendiato una golf, poco prima delle cinque di mattina, utilizzando una bomba molotov.

Il ragazzo aveva già precedentemente commesso atti intimidatori nei confronti del proprietario dell’auto, colpevole di aver intrapreso una relazione sentimentale con una sua ex ragazza.

Grazie alle immagini riprese dalle telecamere, i Carabinieri, sono riusciti a risalire al colpevole. Nella macchina del “bombarolo” inoltre sono stati rinvenuti: 10 rudimentali ma pericolosissime molotov, petardi, maschera da pagliaccio con guanti e passamontagna, un lampeggiante in uso alle forze di polizia oltre ad una pistola ad aria compressa priva di tappo rosso.

Le accuse a cui dovrà rispondere sono: danneggiamento a seguito da incendio e stalking nei confronti della sua vecchia compagna. Inoltre gli è stata applicata la misura del divieto di dimora da Pescara e Spoltore.

 

Pescara

Ammaraggio al largo di Pescara, ma è un’esercitazione della Guardia Costiera

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La Guardia Costiera di Pescara ha eseguito una complessa esercitazione in mare, nella quel è stato simulato lo scenario di un ammaraggio d’emergenza di un velivolo con 15 persone a bordo.

PESCARA – Alle ore 09:10 del 7 Novembre la Torre di controllo dell’aeroporto di Pescara contattava la Sala Operativa della Capitaneria di porto di Pescara per segnalare un ammaraggio di un velivolo con a bordo 15 persone a una distanza dalla costa di circa 8 miglia nautiche.

È questo il primo scenario ipotizzato dalla Guardia Costiera di Pescara con cui ha avuto inizio una complessa esercitazione in mare.

Le operazioni, coordinate dalla sala operativa della Direzione Marittima dell’Abruzzo, Molise ed Isole Tremiti, hanno coinvolto cinque motovedette, tre della Guardia Costiera, una dei Carabinieri e una della Guardia di Finanza, oltre a quattro mezzi aerei, uno ad ala fissa della Guardia Costiera e tre elicotteri, della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, ed, inoltre, i nuclei subacquei dei summenzionati Corpi.

Alla prima emergenza, connessa alla ricerca ed al soccorso dei passeggeri e dell’equipaggio dell’aeromobile, è stato aggiunto un altro scenario per rendere ancora più articolata l’esercitazione: un inquinamento, causato dalla collisione di un mezzo navale intervenuto in zona con presunte parti affioranti del velivolo incidentato, tale da provocare una falla e conseguente dispersione di bunker in mare. La predetta emergenza ha richiesto, quindi, l’intervento di un mezzo della ditta Castalia, appositamente equipaggiato e destinato al contenimento delle sostanze nocive attraverso l’impiego di panne galleggianti.

Nello specifico, per rendere realistiche le ricerche da parte dei mezzi impiegati, sono stati posizionati in mare alcuni simulacri per rappresentare i naufraghi dispersi.

Contestualmente, è stato predisposto, presso il porto di Giulianova, in quanto prossimo al punto di ammaraggio, una postazione medica avanzata come presidio sanitario grazie all’intervento del personale e dei mezzi del 118, della croce Rossa Italiana e della Protezione Civile, al fine di dare la prima assistenza ai naufraghi.

Esercitazioni come quella odierna, che ha visto coinvolti motovedette, velivoli e mezzi terrestri, con un grande dispiego di personale, si inseriscono nell’ambito della pianificazione delle attività addestrative che ogni anno vengono effettuate dal personale e dai mezzi navali ed aerei della Guardia Costiera, con lo scopo di affinare la sinergia tra le varie forze cooperanti in mare e a terra in situazioni di potenziale emergenza e di mettere in pratica le eventuali azioni correttive.

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Pescara

Retata contro la prostituzione a Montesilvano: 7 allontanamenti

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Stavano esercitando meretricio sul lungomare di Montesilvano e nelle vie limitrofe le sette persone, uomini e donne, che hanno ricevuto un ordine di allontanamento in seguito alla retata anti prostituzione dei Carabinieri.

PESCARA – Numerose pattuglie dei Carabinieri nella notte tra il 6 ed il 7 novembre scorsi, hanno eseguito un controllo straordinario del territorio, volto in particolare a contrastare fenomeno di degrado urbano. In seguito alla retata anti prostituzione, sette persone sorprese in atteggiamenti compromettenti nei pressi del lungomare di Montesilvano e delle vie limitrofe hanno ricevuto un ordine di allontanamento.

Gli uomini e le donne allontanate sono tutte extracomunitarie e provengono da Tunisia, Nigeria e Colombia. Indossavano abiti succinti e i loro atteggiamenti non lasciavano sospetti circa la loro presenza. Hanno ricevuto una sanzione per atti contrari alla pubblica decenza ed un ordine di allontanamento della durata di 48 ore. Il mancato rispetto di tale misura comporterà il raddoppio delle sanzioni.

I Carabinieri hanno continuato a controllare le strade del territorio per tutta la notte ed il servizio proseguirà anche nei prossimi giorni.

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Pescara

“Acque agitate” a Penne, in carcere per spaccio Vigile del Fuoco, ai domiciliari un Carabiniere in congedo

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vigile del fuoco arrestato per spaccio a penne operazione acque agitate

Ai domiciliari anche un’altra persona, con precedenti specifici. Secondo le accuse, il Vigile del Fuoco avrebbe allestito un fiorente e ramificato traffico di cocaina, agendo con spregiudicatezza. In tre occasioni avrebbe spacciato perfino durante il turno di servizio.

PESCARA – Le indagini sono partite agli inizi di aprile e dopo mesi di appostamenti, pedinamenti e rilievi fotografici, sono scattati gli arresti. I Carabinieri della Compagnia di Penne hanno arrestato un Vigile del Fuoco per detenzione e traffico di stupefacenti, in particolare cocaina. Un suo cugino, un carabinieri in congedo, ed un conoscente, gravato da precedenti specifici, sono finiti ai domiciliari.

Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore della Procura di Pescara, Andrea Papalia, e condotte dall’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile di Penne, hanno portato alla luce un’attività di spaccio ben radicata. Le misure cautelari sono state disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pescara.

In base a quanto ricostruito dai Carabinieri di Penne, il Vigile del Fuoco arrestato per spaccio, agiva con sfrontatezza e spregiudicatezza, convinto di essere intoccabile. Almeno 18 le cessioni di stupefacente a lui contestate. In tre occasioni avrebbe venduto cocaina perfino durante i turni di servizio, ricevendo i clienti all’esterno della caserma . Di solito tuttavia, gestiva la sua attività presso la propria abitazione e o nell’azienda agricola che si trovava nelle vicinanze.

In qualche occasione, per la consegna della droga si è avvalso dell’aiuto di un cugino, il Carabiniere in congedo finito ai domiciliari. L’altra persona risucchiata dalle indagini invece, è un uomo con precedenti per spaccio, al quale il Vigile del Fuoco si è rivolto per l’acquisto di una «mezza chilata» di stupefacente. L’uomo si era imposto come punto di riferimento per numerosi assuntori di cocaina di Farindola, Montebello di Bertona e Penne.

Agli inizi di giugno, dopo un periodo di osservazione, i Carabinieri hanno arrestato il Vigile del Fuoco in flagranza di reato, dopo averlo sorpreso in possesso di sette dosi di cocaina, un bilancino di precisione, materiale per confezionamento ed oltre ventimila euro, posti sotto sequestro, poiché ritenuti essere frutto dell’attività di spaccio. Gli inquirenti hanno ottenuto anche i riscontri da parte di alcuni assuntori abituali.

Non tutti però hanno collaborato alle indagini, anzi, qualcuno ha fornito informazioni , in palese contrasto con le risultanze investigative emerse ed è stato denunciato di favoreggiamento. Proprio la grande preoccupazione venutasi a creare negli ambienti coinvolti dalle indagini ed i tentativi di sviarle, hanno portato al nome dell’operazione, “Acque Agitate”.

Il Vigile del Fuoco arrestato a Penne per spaccio di cocaina, dovrà rispondere anche di estorsione, dal momento che in un’occasione ha minacciato un assuntore, che aveva contratto con lui debiti di droga per 300 euro, paventando la possibilità di andare a raccontare i fatti ai genitori del ragazzo che, certamente, «gli avrebbero creduto perché indossava una divisa».

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