Si è tenuta questa mattina Conferenza regionale della Pesca e dell’Acquacoltura, alla presenza dell’Assessore regionale Dino Pepe e del Cogevo Abruzzo ed i sidacati.Tema affrontato durante la seduta è stato il ripascimento morbido della costa che va da Martinsicuro a Francavilla.
In questo tavolo il Cogevo Abruzzo, rappresentato dal suo Presidente, Giovanni Di Mattia, ha affermato chiaramente il suo pensiero in merito alla questione. “Il Cogevo – dice il Presidente – non vuole mettersi di traverso a nessuno ma dal progetto presentato, è evidente che rischia di uscirne parte lesa”. E ancora: “Questo perchè, spiega Di Mattia, “le zone interessate al prelievo della sabbia sono tutte quelle in cui regolarmente si svolge la pesca delle vongole”. Si ricorda, infatti, che il Cogevo Abruzzo gestisce la pesca dei molluschi da Martinsicuro fino a Francavilla. Più specificatamente, afferma di Mattia “la pesca si svolge regolarmente da 600 metri a 3000 metri dalla costa, proprio là dove si vuole effettuare il prelievo della sabbia. Inoltre, il progetto nel questione, non è presente in alcun modo una valutazione dell’impatto ambientale. I documenti di supporto si rifanno a studi risalenti agli anni 2002 e 2004”.
“Il ripascimento – tuona ancora Di Mattia – in tutti questi anni si è dimostrato essere solo un palliativo per far contenti gli stabilimenti balneari in previsione della stagione turistica ma, alla prima mareggiata tutto il lavoro va svanito”.
A fronte di ciò, il Cogevo Abruzzo, assieme a tutte le forze sindacali presenti al tavolo, hanno espresso parere negativo in merito. A fine della conferenza, tutte le parti hanno convenuto di arretrare il prelievo della sabbia. Minimo al di fuori del miglio e mezzo. “Ma – come ricorda ancora Di Mattia – al di fuori del miglio e mezzo c’è la presenza di una sostanza chimica, la pielite, che non è favorevole al ripascimento perchè non sarebbe un materiale sabbioso”.
Dunque il Cogevo ha chiesto espressamente al Distretto Opere Marittime, di riformulare il progetto, facendo comunicazione preventiva dei nuovi siti di prelievo, prima della nuova conferenza regionale. “In tal modo – spiega il Presidente – il Cogevo potrà fare i suoi monitoraggi avvalendosi della collaborazione dell’istituto zooprofilattico e constatare l’esistenza della risorsa prima e dopo i lavori che si andranno a fare. Inoltre, se vi saranno dei danni ambientali, il Cogevo si costituirà parte civile per chiedere il risarcimento danni”. Il prelievo secondo, il Cogevo e i sindacati, dovrà essere fatto almeno al di fuori del 3000 metri.
Ora si aspetta il nuovo documento che dovrà presenterà i nuovi siti di prelievo della sabbia e si vedrà se si sarà rispettato ciò che il Cogevo ha proposto. Tutto è stato rinviato alla prossima conferenza regionale.