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Focus

Personaggi di paese

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Da Il Martino n. 27 del 22.02.2016

Non sono tipici, sono tipi.

Vorremmo citarli tutti anche se ci rendiamo conto che sarebbe una missione impossibile in quanto per le vie del nostro paese hanno circolato e continuano a circolare molti di questi “grandi personaggi”.

Come sempre chiediamo il vostro aiuto per riempire le pagine di quello che vorremmo far diventare una specie di almanacco dei personaggi martinsicuresi.

In attesa delle vostre segnalazioni diamo delle descrizioni generiche di quelli che sono i tipici personaggi di ogni paese, i cosiddetti “tipi”, vedremo poi volta per volta sotto quale categoria far rientrare il protagonista della settimana.

Il personaggio di cui ogni paese può vantare il numero più elevato è sicuramente “l’osservatore attento”.

Non riesco a trovare, nel mio scarno vocabolario dialettale, una parola che possa descrivere queste persone, mentre so che in altre zone d’Italia hanno dei nomi ben precisi, ad esempio in Emilia Romagna sono chiamati “Umarell”, nell’Abruzzo più meridionale, ai confini col Molise, “Tramentisti”, sono quelle persone che non avendo (purtroppo) nulla da fare, stanno tutto il giorno a osservare il lavoro degli altri, siano essi operai del comune impegnati a scavare la pubblica via per riparare una conduttura o muratori intenti a tirar su le mura di una nuova casa. Ma sono anche quelli che stazionano perennemente in piazza o all’angolo di una strada e osservano, ammirano, registrano tutto ciò che accade, senza perdersi niente e nessuno. Scrutano tutto intorno senza distrarsi un attimo e alla fine della loro giornata “non lavorativa” sanno tutto di tutti.  Avete bisogno di informazioni, di sapere qualche pettegolezzo o una banale indicazione per sapere dove abita Tizio o Caio? Semplice, basta chiedere a loro, a “li piazzarul” (che ne dite? Questo neologismo dialettale potrebbe andare come definizione ?).

La classica “domanda che sorge spontanea” nel caso dei “Piazzarul” è: ma come sbarcano il lunario? Il più delle volte sono pensionati, o giovani disoccupati o adulti che hanno in casa chi porta lo stipendio per cui loro, smesso di lavorare per sopravvenuta anzianità o volontariamente o per sopraggiunta disoccupazione, si dedicano volentieri alla mansione (gratuita!) di “piazzarul” che evidentemente tanto li affascina.

Una originale figura che non manca in nessuno dei paesi della nostra penisola è il tipo che dalla mattina alla sera gira in lungo e in largo per le vie dell’abitato, percorre chilometri su chilometri, incontra tantissima gente, sorride, stringe mani e vi ringrazia se gli offrite un caffè o un euro ma non vi toglie certo il saluto se semplicemente lo salutate e tirate dritto senza avergli offerto alcunché. Perché lo fa? Perché non ha altro da fare, o meglio, non sa fare altro o non ha voglia di fare altro e allora gira, cammina e saluta senza stancarsi mai. Fa una breve sosta per il pranzo ma dopo la siesta riparte e non si ferma fino a sera quando rientra per riposare. All’indomani, fresco come una rosa lo ritroverete per strada che cammina e saluta , ma sempre col sorriso sulle labbra.

Altro generico personaggio caratteristico che sicuramente farà andare il pensiero di ognuno di voi a una persona in carne ed ossa è il tipo che che si ferma per ore e ore al bar  leggendo il giornale, discutendo di politica, di sport e anche, perché no, di pettegolezzi, che scruta dalla punta delle scarpe alla cima dei capelli chiunque metta piede nel bar.

Diciamo che questo è il tipo intellettuale, informato, che ne sa sempre una più di voi  se vi ci fermate a parlare. All’inizio potrebbe essere anche piacevole intrattenersi con lui in una qualsivoglia discussione (perché lui sa tutto di tutto), ma alla lunga stanca notevolmente perché il tizio, in quanto accanito lettore di giornali (a sbafo sopra il frigo del bar) non vuole darla vinta a nessuno e alla fine vuole sempre avere ragione citando a memoria (e ci credo, legge e rilegge per ore il giornale sottraendolo alla disponibilità degli altri avventori che escono dal bar con aria truce per non aver potuto neanche dare un’occhiata ai titoli durante l’agognata pausa caffè) l’articolo del giornalista più in voga del momento.

Del saccentone da bar esistono alcune sottocategorie, le più interessanti sono quella dell’allenatore, quella del “tombeur de femme” e quella del reduce.

Ogni bar che si rispetti ha almeno il 90% dei clienti in grado di far giocare divinamente qualsiasi squadra di calcio, di effettuare il miglior cambio possibile nel momento topico di una partita, insomma di vincere a mani basse qualsiasi competizione. Nei bar i cosiddetti “triplete” sarebbero alla portata di qualsiasi squadra se affidata alle mani sapienti del mister fatto in casa.

Il Casanova da bar di paese è quello che passa le sue ore seduto al tavolo a raccontare le sue gesta eroiche di conquistatore, quello che non appena gli parte la suoneria con la hit del momento, cerca lo sguardo degli altri avventori per renderli partecipi di quanto sia faticoso essere un così ricercato tombeur de femme.

Il reduce infine è quello che inizia ogni discorso con “ai miei tempi” con l’intento affatto celato di farti capire di aver vissuto e di conoscere il mondo meglio di chiunque altro. Mica come te, poveretto che il mondo lo hai visto solo nei programmi del National Geographic (ammesso che a casa tu abbia l’abbonamento a Sky!) Le sue gesta eroiche sono degne di essere tramandate ai posteri affinché si sappia che il paese  ha avuto l’onore di annoverare tra i suoi cittadini un vero e proprio supereroe.

Naturalmente l’elenco delle categorie è lacunoso, volendo potrebbe allungarsi a dismisura, ma mi sono limitata a descrivere quelle che potremmo definire “macrocategorie”. Adesso sta a voi riempire le caselle con i nomi delle persone che ritenete possano appartenere all’una o all’altra categoria.

Buon divertimento.

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Ron DeSantis, il candidato con radici abruzzesi che sfida Trump alle primarie, nell’ultimo libro di Glauco Maggi

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libro glauco maggi ron desantis
Glauco Maggi e la copertina del suo ultimo libro.

Ron DeSantis, il candidato alle primarie del 2024 del Partito Repubblicano che i sondaggi danno secondo dietro Trump, ha forti radici abruzzesi. Glauco Maggi, giornalista e saggista, ha stilato un profilo approfondito di quello che i democratici considerano «peggio di Trump».

L’AQUILA – Ci sarà un po’ di Italia e di Abruzzo nelle primarie del prossimo anno del Gop, Great Old Party, il Partito Repubblicano statunitense. Ronald Dion DeSantis, detto Ron, governatore della Florida, italo-americano al 100% ha infatti radici abruzzesi: tutti i suoi bisnonni erano italiani, gran parte provenienti dalle zone montuose dell’Abruzzo, immigrati in America. Volto noto negli Stati Uniti, è considerato il principale sfidante di Donald Trump sul fronte interno, ma all’estero ai più il suo nome non dice molto. Ne ha stilato un profilo approfondito Glauco Maggi, giornalista di La Stampa, Libero, Money, Investire ed altre prestigiose testate, oltre che autore di numerosi saggi e pubblicazioni, con il suo ultimo libro “Ron DeSantis: l’italo-americano che sfida Trump”.

Ron DeSantis

Ron DeSantis è italo-americano al 100%, come la moglie Casey, sebbene entrambi non facciano particolarmente vanto della loro discendenza. Nella sua autobiografia, la parola italian non compare mai. Ma Maggi è pronto a scommettere che durante la campagna elettorale, all’occorrenza, queste radici potrebbero essere riscoperte. I suoi bisnonni sono arrivati, come molti immigrati italiani, ad Ellis Island. Da parte paterna ha radici a Cansano in provincia di L’Aquila ed in altre aree montane abruzzesi non meglio precisate. Da parte materna invece, ha radici a Pacentro, sempre in provincia di L’Aquila, Campobasso (all’epoca in Abruzzo) e Benevento.

Ron DeSantis nel 2022 ha centrato la rielezione per il suo secondo mandato da governatore della Florida, terzo stato per popolazione ed in forte crescita economica ed occupazionale, staccando il candidato democratico di 20 punti. Alle elezioni di midterm è stato tra i pochi repubblicani a non uscirne con le ossa rotte. Ha lanciato la sfida a Trump per le primarie del prossimo anno ed in questo momento i sondaggi lo danno secondo, benché staccato di molto: 59% Trump, 13% DeSantis. Un divario apparentemente incolmabile, che però potrebbe di molto ridursi se gli altri candidati decidessero di far convergere i voti su di lui in ottica anti Trump. Per questo motivo il tycoon, che fu suo sponsor nel 2018, lo teme. Coi democratici non va meglio: la campagna presidenziale che vogliono lanciare per Biden o un eventuale altro candidato, prevede Trump come avversario ideale da battere. Una figura diversa rimescolerebbe troppo le carte. Risultato, DeSantis è il bersaglio degli attacchi più feroci sia da parte di Trump che da parte del Partito Democratico («La battuta “DeSantis è peggio di Trump” è pronunciata spesso nei salotti e sulla stampa liberal»).

Fortemente cattolico, due lauree “magna cum laude” in Storia e Legge a Yale e Harvard, talento del baseball ed un passato in Marina, dove si arruolò in seguito agli attentati dell’11 settembre, distinguendosi e guadagnando medaglie al valore, Ron DeSantis è stato tre volte deputato a Whashington e due volte governatore della Florida. L’autore scrive: «Persino i suoi avversari lo ammettono, ed esorcizzano il suo passato e le sue qualità con una battuta velenosa: se la gente dovesse eleggere un curriculum alla Casa Bianca, DeSantis sarebbe favoritissimo».

Il libro “Ron DeSantis l’italo-americano che sfida Trump” di Glauco Maggi è disponibile su Amazon sia in forma eBook sia in formato cartaceo. 

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Ancona

“La Crociata dei fanciulli”: fede, innocenza ingenuità

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la crociata dei fanciulli convegno a Jesi
I relatori dell'evento insieme all'assessore alla Cultura di Jesi, Luca Brecciaroli (Foto di Cristina Franco).

Le Crociate non furono soltanto imprese di guerra indette per arginare una dilagante espansione islamica. Il miraggio della Terrasanta attrasse anche diseredati in cerca di fortuna, mercanti e avventurieri. A volte, certo, anche pellegrini che solo per fede o penitenza lasciavano la loro terra per raggiungere Gerusalemme e i luoghi sacri. Erano spesso infiammati da un fervore che rasentava l’esaltazione e il fanatismo. Il più straordinario di questi esodi di massa fu senz’altro ‘La Crociata dei fanciulli’ o ‘degli innocenti’. Non si concluse felicemente, ma lasciò un ricordo così persistente da suggerire fiabe e, in tempi recenti, persino   fumetti. Di questo evento storico la sera del 5 luglio hanno parlato sotto le stelle, nel cortile del Museo Stupor Mundi, la professoressa Elena Percivaldi, storica, saggista, giornalista e Bruno Letizia, fumettista della Acca Academy. Prima di entrare in argomento la relatrice ha presentato un ampio affresco della situazione  sociale, politica, culturale del tempo in cui la ‘Crociata dei fanciulli’ ebbe luogo.

Siamo nel 1212. Il Cristianesimo, in fase di fervido rinnovamento religioso, aveva raggiunto il confini d’Europa fino alla Scandinavia. Ovunque si erigevano chiese e cattedrali grandiose. Favorevoli condizioni climatiche avevano agevolato lo sviluppo dell’agricoltura e del commercio. In questo rifiorire tuttavia si insinuarono presentimenti nefasti causati da eventi ritenuti straordinari e di tale suggestione da suscitare timori superstiziosi. Non ne ha parlato la relatrice, ma vale la pena prenderne nota perché accesero la fantasia soprattutto della gente semplice. In mare furono avvistati branchi enormi di pesci; nei fiumi, negli stagni, nei laghi proliferò un gran numero di rane che sembrava richiamasse una delle piaghe d’Egitto. Il cielo venne oscurato da stormi di uccelli e da nugoli di farfalle. In Francia cani randagi in gran numero si affrontarono e si sbranarono. Questi ed altri fenomeni legati a coincidenze astrali contribuirono a creare un clima d’attesa come di eventi straordinari. Uno di questi sembrò la ‘Crociata dei fanciulli’. Non ne parlano storici, ma cronisti del tempo – circa quaranta – essenzialmente concordi nel riferirla, non però nell’ interpretarla e valutarla.

Fu nell’estate del 1212 che dal villaggio di Cloyes, in Francia e da Colonia in Germania si mossero due schiere di ‘pueri’ determinati a raggiungere la Terrasanta a piedi. Erano del tutto disarmati e convinti che per loro Dio come a Mosè avrebbe aperto il mare perché lo attraversassero ‘siccis pedibus’. I primi erano guidati da un pastorello di nome Étienne (Stefano). Affermava che Cristo gli era apparso in sogno chiedendogli di consegnare una misteriosa lettera al re di Francia, Adeodato Filippo II Augusto. A Stefano si sarebbero aggiunti circa 30.000 ‘pueri dai sei anni in su’, secondo alcuni cronisti. Giunsero fino a Saint Denis, dove sembra che siano avvenuti diversi miracoli. La lettera fu effettivamente consegnata a Filippo II; il quale però si limitò a consigliare ai ragazzi di tornare a casa. Così alcuni fecero. Altri invece continuarono il pellegrinaggio giungendo fino a Marsiglia. ‘Mali homines’ purtroppo si erano intanto aggiunti ai fanciulli. Di due di questi malfattori si conoscono bene i nomi. Sono Hugo Ferreus e Guilelmus Porcus (!) che fecero imbarcare i ragazzi su sette navi, due delle quali affondarono durante un naufragio, in prossimità della Sardegna, causando la morte dei ragazzi. Le altre proseguirono fino ad Alessandria e Bugia dove i ‘pueri’ furono venduti come schiavi; alcuni ad Al- Kamil, il sultano con il quale Federico II avrebbe stretto un trattato di pace. E proprio dall’imperatore svevo i due ‘orchi’ sarebbero stati più tardi giustiziati.

Gli ‘innocenti’ tedeschi invece  partirono solo per ispirazione divina. Erano migliaia, compresi, dicono, alcuni lattanti. Li guidava un ragazzo di Colonia di nome Nicola il cui emblema era una croce a forma di ‘tau’. Procedettero speditamente, a una media di venticinque chilometri al giorno. Si sostenevano con le elemosine che ricevevano durante il pellegrinaggio, ma non pochi morirono per sfinimento. Giunti a Genova attesero anche loro inutilmente che, come era accaduto ad Étienne a Marsiglia, alle invocazioni di Nicola il mare si aprisse. Alcuni, delusi, decisero allora di tornare indietro, altri trovarono ospitalità presso famiglie genovesi, altri ancora giunsero in Ancona dove pure il mare non si aprì. Altri infine proseguirono fino a Brindisi dove però il vescovo ingiunse loro di tornare indietro. Fu un ritorno desolato. Delusi per il fallimento della loro missione, dovuto a loro avviso a mancanza di fede o a una condizione di peccato, non trovarono più l’accoglienza generosa che avevano ricevuto all’andata. Non pochi morirono di fame.

La ‘Crociata dei fanciulli’ ha lasciato un ricordo non sempre positivo. Da alcuni cronisti fu ritenuta un ‘iter stultorum’, da altri un’impresa voluta per ‘instinctu diabolico’. Non pochi sospesero un giudizio su questa incredibile avventura che tuttavia ha ispirato fiabe – la più famosa è quella del ‘Pifferaio di Hamelin’ – e persino fumetti e romanzi fantasy. Bruno Letizia ne ha mostrato immagini in video. Sono storie disegnate in stili diversi che reinterpretano la vicenda e ne modificano anche radicalmente il significato, ideate da autori italiani, francesi, inglesi, rumeni, giapponesi e americani. Cambia generalmente l’ambientazione, collocata persino nell’epoca della seconda guerra mondiale. La storia ha suggerito anche romanzi. Pagine di tre di questi, – autori Kurt Vonnegutt, Rullio Avoledo, Iris Florina – sono state lette da tre neodiplomate del Liceo Classico di Jesi, Eva Remedi, Maria Borgacci, Emma Lanuti.        

Persiste dunque nella memoria il ricordo di questa eccezionale avventura. Il motivo è da rintracciare nel suo significato universale. I più giovani, i più inesperti, i più semplici e innocenti possono essere facilmente raggirati da disonesti, malfattori, profittatori della loro ingenuità. Per fronteggiarli occorrono accortezza e sagacia; anche astuzia, come pure è scritto nel Vangelo.

Augusta Franco Cardinali

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Martinsicuro, “Historia Magistrae Vitae” concerto e rassegna storica in memoria di Nino Torquati

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museo delle armi martinsicuro

TERAMO – Si svolgerà domenica 16 luglio 2023 alle ore 21:00 presso il Museo delle Armi Antiche sito in via Strada Statale 16 n.39 a Martinsicuro il primo appuntamento della rassegna “Historia Magistrae Vitae”, una serie di eventi organizzati dall’Associazione omonima per ricordare la figura del suo Fondatore Nino Torquati.

Nello spazio all’aperto antistante il Museo, dopo i saluti del Sindaco Massimo Vagnoni a nome dell’Amministrazione Comunale che sostiene da tre anni l’iniziativa,il professor Albino Tommolini grande conoscitore della realtà martinsicurese, in particolare riguardo all’ubicazione degli scavi fatti nei vari anni passati sulla città antica di Truentum, terrà una Conferenza dibattito.

Il suo intervento sarà integrato dalle conoscenze sul campo del pittore Leonardo Carapucci ricercatore di antichità romane sul territorio martinsicurese. Durante la serata ed al termine della stessa si terrà un breve concerto dei sassofonisti fermani Monica Noschese (sax contralto) e Simone Tenerelli (sax baritono) che eseguiranno brani di Bach ma anche classici del Jazz. Per maggiori informazioni sulla rassegna “Historia Magistrae Vitae” 2023 che si terrà a Martinsicuro è possibile consultare il sito web del Comune o l’Ufficio Turismo. È gradita prenotazione al 3356627564.

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