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Abruzzo

‘Perché le tasse non sono dovute’, di Paolo Maleddu

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… farai prestito a molte nazioni, ma tu non chiederai prestiti;
dominerai su molte nazioni, ma esse non domineranno su di te.
Deuteronomio (15,5)

Tranquilli non è un romanzo di fantascienza, né di surrealismi visionari alla Buñuel e neanche d’espressionismo pennellato da Robert Wiene, è solamente un libro limpido, pragmatico, complesso per quanto sfacciatamente lapalissiano, sconvolgente e iniziatico. Il suo autore, Paolo Maleddu, è un essere umano che ha voluto donare in atto la sua sensibilità; la sua oggettiva e logica percezione della realtà: realtà che inconsapevolmente o consapevolmente ogni giorno accettiamo, alimentiamo e adoriamo.

Lo si intuisce da chiunque voi incontriate, o caso grave, dai propri cari e amici che ci enunciano in modo inequivocabile e settario che le tasse, che tutti odiano, sono un contributo personale economico donato alla propria comunità, che sia statale o comunale, da destinare e per ottenere diritti, indipendenza, tempo, servizi: strade pulite, ospedali efficienti, apparato pubblico solerte, scuole sicure, uffici pubblici funzionali e moralmente integri et cetera, et cetera. Ma tutto questo ci viene drasticamente negato dal titolo del volume che in questa nuova rubrica ho voluto inaugurare e presentarvi: ‘Perché le tasse non sono dovute’. Pagare le tasse secondo lo scrittore sardo significa essere complici, truffatori, servi, per non dire schiavi di usurai, poiché manovrati mentalmente e socialmente dalla finanza privata, dal neoliberismo e da uomini senza scrupoli.

Si potrebbe sintetizzare il tutto con una frase di un grande poeta, scrittore e filosofo del Novecento, Ezdra Pound: «Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri»

Questa semplice citazione riassume perfettamente l’attuale nostro modo di concepire l’economia, palesa la nostra ottusità, inconsapevolezza, un falso pensiero che gravita nelle nostre menti da millenni, da quando divinizzammo ‘un sistema’ piramidale.

Immagini: Copertina del libro 'Perché le tasse non sono dovute', di Paolo Maleddu (cDn - M'Art Arte e Cultura (Il Martino - ilmartino.it -))

Copertina: ‘Perché le tasse non sono dovute’, Paolo Maleddu

L’opera è densa di concretezze, di spunti, di riflessioni. È tutto condensato in 108 pagine da divorare tutto d’un fiato; è meramente un libro per tutti: chiunque può pagina dopo pagina accedere e capire l’infondatezza del sistema bancario, delle idiozie che ogni santo giorno i governanti con l’aiuto dei media ci propinano. Quante volte a scuola ci hanno detto in modo ripetitivo e estenuante che la Repubblica italiana possiede il potere legislativo, esecutivo e giudiziario? E quello monetario se lo sono dimenticati?

Come disse il banchiere Mayer Amschel Rothschild: ”Datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi’’. La sapeva lunga il nostro Banchiere, vero?

‘Perché le tasse non sono dovute’ è uno scritto di denuncia, umano, chiaro e brutale; riesce a squarciare quel velo di Maya millenario, poiché il risveglio fa paura, è lento, è irreversibile. Tutto ciò dev’essere decantato, come un bicchiere di vino barricato, per poterlo sorseggiare appieno, ed essere, in questo caso, deglutito per 8 volte come i tempi dei suoi capitoli.

Già… parliamo del primo capitolo. Egli entra senza indugio nelle cause, nella cagione per la quale siamo stati ammaestrati fin dall’infanzia a concepire le tasse come un bene indiscutibile e imprescindibile. E ovviamente lo intitola ‘Armi di distrazione di massa’, dove l’informazione dei mass media, dei grandi poteri finanziari centellano a piccole gocce il nostro pensiero avvelenando la nostra percezione, facendoci vivere una sorta di fiction dove non sei neanche il protagonista principale.

Ma la cosa stravolgente la troviamo nell’ultimo capitolo denominato ‘Disobbedienza fiscale: io non pago’. Un titolo per molti eretico, squilibrato, illogico che farebbe venire un malore anche ad un Ufficiale della Finanza ma non a colui che ha letto o leggerà questo ‘lungimirante’ e affascinante libro. Ebbene sì, Paolo da molti anni ormai porta avanti la sua battaglia contro le banche, contro i sistemi privati e usurai. Per molti è il profeta Sardo per altri un semplice truffatore. Il suo ‘precettore’, il suo vate, l’uomo che lo folgorò nelle Vie di Oristano, fu Giacinto Auriti.

Chi fu Giacinto Auriti? È un uomo che meriterebbe fiumi e fiumi d’inchiostro; è stato un docente universitario, giurista, uno dei padri fondatori de L’Università di Teramo, scrittore; le sue teorie economiche furono lodate e consegnate ad un certo cardinale Joseph Aloisius Ratzinger (papa Benedetto XVI). Fu anche l’uomo che dimostrò le sue teorie applicandole. Ma ora basta e termino qui questa mia pedante presentazione; è il momento di far parlare Paolo Maleddu con l’estetica della scrittura. Faremo anche noi una sorta di esperimento, un carteggio telematico dove le mie domande avranno le giuste sue risposte.

Iniziamo.

Caro Paolo Maleddu, innanzitutto grazie di aver accettato questa intervista. In secondo luogo le faccio la prima domanda, andando subito al sodo: Perché le tasse non sono dovute?

Le tasse non sono dovute perché la moneta fiat attualmente in uso è un semplice documento contabile. Per moneta fiat si intende una moneta a corso forzoso, non garantita da riserva aurea, CREATA per convenzione, dal nulla, all’istante (fiat …) per misurare, contabilizzare e manifestare in un simbolo cartaceo o elettronico il valore di beni e servizi.

Immagine: Paolo Maleddu (cDn - M'Art Arte e Cultura (Il Martino - ilmartino.it -))Di tale moneta, pertanto, non ci può essere carenza: i politicanti che continuano a ripetere non ci sono soldi … o sono degli incompetenti che non sanno di cosa parlano o, peggio ancora, sono in malafede.

Rifacendoci alla splendida definizione regalataci da un grandissimo Ezra Pound, secondo il quale la moneta è il certificato di un lavoro svolto, riusciamo immediatamente a comprendere che il valore risiede nel lavoro, mentre la moneta è solamente la certificazione del lavoro eseguito e la manifestazione del valore nel simbolo. Dal momento che il valore viene dato alla moneta (al certificato) d’autorità (il corso forzoso) dallo Stato che la dichiara valuta ufficiale del Paese, unicamente lo Stato, in rappresentanza del popolo sovrano, può emettere ed immettere in circolazione dei certificati validi come retribuzione di qualsiasi lavoro svolto a beneficio della comunità nazionale.

Per costruire un ponte, non c’è nessuna necessità di prelevare prima i soldi dalle tasche dei cittadini per poterlo poi costruire.

La certificazione segue il lavoro, non lo precede.

Una volta costruito il ponte a beneficio dell’intera comunità nazionale da una impresa capace, la stessa comunità (lo Stato) ora debitrice rilascia all’impresario un attestato cartaceo che dice:

“Tu hai costruito il ponte a beneficio della comunità che ti è ora debitrice. Con questo documento (Biglietto di Stato) che certifica il lavoro da te svolto, ti riconosciamo un credito di tot milioni.”

 L’impresario divide l’attestato in tanti piccoli certificati del lavoro svolto che distribuisce tra i suoi mille operai: la retribuzione dovuta a ciascuno di loro. Con in mano questi titoli di credito gli operai si rivolgono alla comunità debitrice e li scambiano con pane, frutta, una visita medica o un automobile.

Quei Biglietti di Stato sono denaro (la valuta ufficiale del Paese) CREATO a costo zero senza bisogno di nessuna riserva di favolosi lingotti d’oro stipati in qualche sotterraneo super protetto.

Il vero oro è il lavoro umano di trasformazione in beni utili alla vita delle risorse che Madre Natura ci mette abbondantemente e gratuitamente a disposizione nel Pianeta dell’Abbondanza. Qualcuno, in questo Paradiso Terrestre, ha in precedenza risolto per noi ogni problema. Dobbiamo solo capirlo e fermare chi vuole impadronirsi, con la forza e con l’inganno, delle risorse di tutti.

Il baratto tra il frutto del lavoro degli operai e il frutto del lavoro dei panettieri o dei medici si può concludere attraverso l’intermediazione di un documento contabile (il mezzo di scambio) da tutti accettato, emesso a costo zero dallo Stato.

Ora, se lo Stato può pagare con questi certificati che CREA dal nulla, d’autorità, a costo zero qualsiasi infrastruttura o le retribuzioni di tutti i dipendenti pubblici necessari a portare avanti l’ordinaria amministrazione del Paese, perché dovrebbe mettere le mani nelle tasche dei cittadini?

Ognuno di noi contribuisce al benessere comune con il proprio lavoro e il proprio talento: il panettiere fa il pane per tutti, il costruttore le case, il medico ci fornisce l’assistenza medica. Per quale motivo consegnare a banchieri parassiti e politicanti disonesti il denaro, guadagnato con lunghe ore di lavoro, con cui dovremmo giustamente retribuire panettieri e agricoltori che ci procurano il cibo o i muratori che ci costruiscono la casa?

Le spese per costruire scuole, strade, porti, aeroporti et cetera, non sono costi, bensì ricchezza immessa nella società civile, arricchita e delle nuove infrastrutture e del denaro liquido entrato in circolazione.

Se avete notato, non c’è stato sino ad ora nessuna necessità di utilizzare la moneta dei banchieri privati. Il valore monetario che fa girare l’economia ha origine e si compensa all’interno della comunità. Cosa hanno a che vedere con tutto ciò i banchieri, il Debito Pubblico creato ad arte e non dovuto, o le tasse, di conseguenza anch’esse non dovute, estorte per ripagarlo?

Nulla, assolutamente nulla.

Naturalmente, non potendo chiarire tutto in poche righe, rimando al libro e al mio sito web chi fosse interessato ad ulteriori approfondimenti.

Se c’è spazio, vorrei solo riportare altre due frasi semplici ed illuminanti di Ezra Pound, tratte dal suo “ABC dell’Economia”:

“Lo Stato concepito come il servizio pubblico. La moneta concepita come un servizio pubblico.”

“Nel momento in cui il denaro viene concepito come il certificato del lavoro compiuto, le tasse risultano un’anomalia, in quanto sarebbe semplicissimo emettere certificati di lavoro compiuto per lo Stato, senza affaticarsi inutilmente per recuperare certificati già in circolazione.”

Ora passiamo alla seconda domanda: Perché ha scritto questo libro?

 Ho dovuto scrivere questo libro perché più volte, parlando con persone che ritenevo avessero capito a fondo i meccanismi della truffa dell’emissione monetaria, mentre accennavo a tasse non dovute, mi sono sentito ripetere: “Paolo, adesso stai esagerando, come può uno Stato funzionare senza tasse?”

Ho capito che c’era necessità di chiarire questo concetto senza lasciare spazio a dubbi. Ho scritto il libro in 15 giorni cercando di essere più chiaro e semplice possibile. Non c’è bisogno di nessuna preparazione in economia per capire questi concetti abbastanza semplici, ma è una verità sconcertante, troppo destabilizzante per poter essere assimilata senza una comprensibile iniziale resistenza.

Chi è stato per lei Giacinto Auriti?

Giacinto Auriti, assieme ad Ezra Pound e alcuni altri in misura minore, è stato per me fondamentale per capire a fondo la natura della moneta, la sua funzione e i meccanismi dell’emissione.Immagine: Foto di Ezra Weston Loomis Pound e Giacinto Auriti - Tasse - (cDn - M'Art Arte e Cultura (Il Martino - ilmartino.it -)) Il suo “Il valore del diritto” è illuminante. Mi dispiace solo di non averlo potuto conoscere di persona, perché è deceduto qualche anno prima del mio interessamento alla materia. Ricordo bene l’impatto che le prime letture dei suoi scritti (inviatimi da Rocco Carbone, al quale dobbiamo tutti la nostra riconoscenza perché continua da anni con grande passione a tenere vivo il suo messaggio) ebbero su di me. La sua esposizione è penetrante, incisiva, coinvolgente. Mi introduceva in un mondo sino ad allora sconosciuto, apriva nuovi incredibili orizzonti. La descrizione, sua e di Francesco Cianciarelli, delle origini del mamrè nel mondo ebraico, sono assolutamente chiarificatrici delle nobili origini di un valore monetario nato come dono e poi purtroppo utilizzato da menti malate come strumento di dominio portatore di grandi sofferenze. 

Oggi si sente la mancanza di una personalità forte e coinvolgente come quella di Giacinto Auriti. C’è da tener presente che quando lui scriveva di questi temi negli anni settanta, ottanta e novanta, in assenza di internet, erano pochissime le persone alle quali potevano giungere. Credo che oggi la sua passione e la sua competenza avrebbero prodotto ben altri risultati.

Ma un semplice Comune può fare qualcosa?

Qualcosa? Molto più che qualcosa.

Io credo che il Comune sia lo spazio più favorevole per poter iniziare, dal basso, un reale, tangibile cambiamento. Molto dipende dall’atteggiamento e dalla maggiore o minore consapevolezza che gli amministratori locali hanno della realtà che stiamo vivendo. Se si sentono di difendere gli interessi dei loro concittadini anche, a volte, contro le leggi e il potere centrale, è un buon punto di partenza; se invece, come spesso succede, agiscono unicamente come rappresentanti in loco del potere centrale, e si limitano ad eseguire ordini per   far rispettare disposizioni che vanno contro gli interessi locali, tutto si complica. Un bell’esempio di ciò che può fare un sindaco che ama la propria terra: andate a vedere in internet cosa è riuscito a realizzare a Marinaleda, piccolo comune dell’Andalusia, il Sindaco Juan Manuel Sànchez Gordillo.

Gli amministratori locali godono di una certa autonomia ed hanno dei poteri che spesso non sanno di avere. Io, dopo un periodo di forzata inattività a causa di problemi personali, ho appena ripreso il mio impegno verso la realizzazione di una moneta locale, complementare all’euro (intoccabile sino a quando le circostanze e i Grandi Usurai apolidi non decideranno altrimenti) in un Comune idoneo, che abbia determinati requisiti per poterla attivare.

Ora, non è possibile spiegare il progetto in questo piccolo spazio che mi state gentilmente mettendo a disposizione, basti comunque sapere che un sistema di Buoni Comunali ben organizzato può dare a tutti i disoccupati di una cittadina un lavoro, una casa di abitazione inviolabile e l’alimentazione quotidiana garantita per la famiglia. Senza dover dipendere dalla moneta velenosa degli Usurai internazionali, un Consiglio comunale unito e coraggioso può eliminare la disoccupazione nel territorio di competenza.

Ho scritto sull’argomento specifico un opuscolo e registrato un video promozionale, Nuraghes – Moneta Comunale, per chi fosse interessato all’argomento.

Qual è la soluzione?

La risposta è semplice: restituire alla moneta le funzioni per le quali è nata, mezzo di scambio e misura del valore. La soluzione è una moneta fiat emessa senza costi dallo Stato per retribuire ogni lavoro UTILE alla comunità.

L’altra domanda è: quando sarà possibile emettere tale moneta?

Chiunque si senta in grado di dare delle soluzioni certe, pecca, a mio parere, di grande presunzione. I cambiamenti nel mondo moderno sembrano ormai (ai nostri occhi di spettatori e non di attori determinanti degli eventi) avvenire in modo repentino e imprevedibile. Noi, popolo sovrano, non abbiamo accesso alle informazioni veramente importanti e non possiamo quindi esprimere dei giudizi con cognizione di causa. Possiamo solamente intravedere, per quanto possibile abbastanza chiaramente, quali sono le forze detentrici del Vero Potere nel mondo, e lo scenario non lascia, a noi popolo, molte possibilità di incidere in modo significativo sul cambiamento nel breve periodo. Ma questo non vuol dire che non dobbiamo essere ottimisti, tutt’altro. Il cambiamento è già in atto. Il sistema può implodere su sé stesso in qualsiasi momento a causa della insostenibilità matematica insita al suo interno.

Mantenere il controllo totale sulle risorse dell’intero pianeta e il controllo mentale su sette miliardi di persone, si sta facendo sempre più difficile. L’attuale sistema di una moneta emessa a debito è già di per sé matematicamente insostenibile nel lungo periodo a causa della crescita esponenziale degli interessi.  Considerando poi che tutto continua a poggiare sulle sempre più instabili basi della nostra ignoranza della grande truffa dell’emissione fraudolenta del denaro e che questa ignoranza si sta rapidamente dissolvendo, non sarà possibile nascondere la Verità ancora per molto. Il mondo non sarà più tutto a stelle e strisce come sembrava indirizzato a divenire sino a poco tempo fa. Sarà multipolare, con Russia, Cina e altri Paesi in giro per il mondo non più disposti a sopportare l’arroganza dell’oligarchia psicopatica che controlla la potenza militare degli Stati Uniti d’America. Anche l’informazione, come sta già avvenendo in vari Paesi, non sarà più monopolio assoluto dei creatori di denaro. La versione alternativa, ora bollata come complottista e populista, della Storia avrà ben altra visibilità. Verranno riabilitati personaggi come Gheddafi e Bashar Al Assad, colpevoli unicamente di non essersi indebitati con i Grandi Usurai internazionali e di fare gli interessi delle proprie popolazioni e non esclusivamente quelli dell’Alta Finanza apolide.

Come può una persona acquistare il suo libro?

Molto semplice, nel mio sito web: io stesso provvedo alle spedizioni, sino a quando non apparirà una casa editrice abbastanza coraggiosa da promuoverne la vendita.

Grazie Paolo per avermi donato il suo tempo, la sua umanità e la sua voglia di essere nel mondo.

Teramo

Sgomberato il campetto occupato di Giulianova: ruspe in azione

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Si è registrato qualche momento di tensione questa mattina nel parco dell’Annunziata a Giulianova, quando le forze dell’ordine hanno sgomberato l’area dell’ex depuratore, occupata dal collettivo “Campetto Occupato”. La struttura nella quale abitava una famiglia è stata abbattuta.

TERAMO – Alle 7:00 di questa mattina, venerdì 6 settembre, le forze dell’ordine hanno sgomberato il “Campetto Occupato” di Giulianova, dove l’omonimo collettivo aveva creato uno spazio comune. Le persone presenti, compresa una famiglia che vi abitava in condizioni del tutto particolari, sono state fatte allontanare e le ruspe sono entrate in azione.

Le operazioni hanno visto la partecipazione di Polizia Locale, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Momenti di tensione si sono verificati soprattutto quando è stata allontanata la famiglia che abitava nella struttura.

Il “Campetto Occupato” di Giulianova era situato nell’area dell’ex depuratore, nel parco dell’Annunziata, precedentemente di proprietà della Ruzzo Reti e ora del Comune. «Lo spazio, abusivamente occupato dal gruppo anarchico del campetto, presentava evidenti condizioni di degrado e precarietà igienico-sanitaria. Era adibito dagli occupanti a luogo di bivacco e festa, e sarà restituito alla libera collettività. Con la demolizione delle strutture logore da parte della ditta appaltatrice, sono già iniziati i lavori che trasformeranno in breve tempo l’area in un nuovo spazio riqualificato, altro gioiello per Giulianova. L’amministrazione restituirà così ai giuliesi un nuovo spazio accogliente e vivibile di cui tutti potranno godere», ha commentato il Comune.

Diverse manifestazioni di solidarietà sono state raccolte dal gruppo. «Non possiamo dimenticare la solidarietà del Campetto Occupato nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori in presidio o in sciopero!» hanno dichiarato in una nota Fims Cisl e Fiom Cgil. Le consigliere comunali Viola e Lattanzi di Martinsicuro hanno sollevato questioni ambientali: «In questi anni, in quel luogo si è creato un ecosistema importante, dove animali e piante hanno trovato condizioni ottimali per vivere e proliferare. La demolizione di una delle strutture, che include coperture in eternit, richiede un corretto smaltimento per evitare rischi alla salute pubblica. Chiediamo al Sindaco e all’intera amministrazione di Giulianova che l’intervento sull’area avvenga nel rispetto delle persone presenti e che venga adottata una progettualità adeguata per preservare il prezioso valore naturalistico di questa zona».

Il collettivo ha manifestato il proprio dissenso attraverso i social, mostrando le operazioni di sgombero dell’area occupata. Ha inoltre annunciato due manifestazioni di protesta, previste per oggi e domani, promettendo di non arrendersi: «Il campetto sarà sempre».

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Teramo

Un viaggio tra i segreti d’Abruzzo al Museo della Armi di Martinsicuro

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Il Dottor Roberto Carlini presenterà al Museo delle Armi antiche di Martinsicuro il libro “Le Mappe dei 99 Tesori d’Abruzzo”, incentrato sui segreti e sulle leggende abruzzesi.

TERAMO – Domenica 8 settembre 2024, alle ore 21:00, il Museo delle Armi Antiche di Martinsicuro ospiterà un evento unico, perfetto per chi ama la storia, la musica ed i segreti d’Abruzzo.

La serata inizierà infatti con la conferenza del Dottor Roberto Carlini, che presenterà “Le Mappe dei 99 Tesori d’Abruzzo”. Carlini, noto per le sue ricerche storiche e autore di libri come “Storie di uomini d’Abruzzo”, condurrà il pubblico attraverso un viaggio affascinante tra leggende e racconti di tesori nascosti dai briganti. L’autore ha esplorato in particolare la provincia di Teramo, raccontando le vicende di personaggi locali come Luigi Di Gialleonardo, imprenditore agricolo e turistico, e i misteri legati al ritrovamento di antichi manoscritti a Tossicia, che indicano luoghi in cui potrebbero essere nascosti favolosi tesori.

Roberto Carlini presentazione libro segreti d'Abruzzo Martinsicuro

Nel suo libro, Carlini narra anche eventi paranormali legati alla ricerca di questi tesori, offrendo riflessioni sulla magia e consigli su come affrontare tali misteri con prudenza. La serata offrirà quindi l’opportunità di scoprire storie di grande fascino, legate a una terra ricca di segreti e tradizioni.

Dopo la conferenza, seguirà il Concerto per Flauto e Arpa con Arsienti Di Re e Federica Tomassini, che trasporteranno il pubblico con le armonie di questi due strumenti, perfettamente in sintonia con l’atmosfera suggestiva del museo. Sarà un’occasione imperdibile per scoprire i segreti nascosti dell’Abruzzo e lasciarsi incantare dalla bellezza della musica in un contesto storico e culturale unico.

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Pescara

A Pescara un incontro con tutte le scuole per inaugurare l’anno scolastico 2024/25

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Scuola concorso nazionale scuole primarie

Giovedì 5 settembre a Pescara, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico, si terrà un importante incontro con le scuole del territorio organizzato dall’Assessore Valeria Toppetti dal titolo “La scuola al centro”: insegnanti, genitori ed educatori sono invitati a partecipare.

PESCARA – Giovedì 5 settembre, alle ore 10, si svolgerà nella Sala Consiliare del Comune di Pescara un importante incontro organizzato dall’Assessore Valeria Toppetti, con delega alla Pubblica Istruzione, con tutte le scuole del terirtorio. Il titolo è: “La scuola al centro”. Questo evento segna l’inaugurazione dell’anno scolastico e rappresenta un’opportunità di incontro e confronto con tutta la comunità educante.  L’appuntamento vedrà la partecipazione di istituzioni, dirigenti e docenti dei nidi, delle scuole dell’infanzia, della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado e secondo grado: «Insegnanti, genitori, educatori e tutta la cittadinanza è invitata a prendere parte a questo appuntamento che celebra l’inizio di un nuovo anno scolastico e il continuo impegno verso una formazione di qualità per tutti gli studenti», spiega Toppetti.

La scaletta dei lavori prevede i saluti istituzionali del Sindaco di Pescara, Carlo Masci, del Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, del Presidente della Provincia di Pescara, Ottavio De Martinis, del Dirigente dell’Ufficio  scolastico Chieti Pescara, Pierangelo Trippitelli e della Direttrice del Conservatorio “L. D’Annunzio”, Roberta De Nicola. Seguiranno gli interventi dell’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione, Roberto Santangelo, del Rettore dell’Università Gabriele d’Annunzio, Liborio Stuppia, e dell’Arcivescovo di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti e di Carlo Petracca, già Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale.

L’Assessore Toppetti esprime il suo grande entusiasmo: «Ho voluto creare un un momento di riflessione della scuola come luogo preferenziale per l’educazione dei nostri bambini e dei nostri ragazzi», dice. «Bisogna riscoprire i valori fondamentali che oggi sono minati dalla tecnologia, dal mondo digitale e da tutte le forme di alienazione che affliggono la realtà quotidiana giovanile. Di fronte a questo scenario, l’obiettivo comune deve essere quello di far fronte all’emergenza educativa. Sicuramente i genitori, insieme agli insegnanti, come adulti consapevoli, sono i principali portatori di una possibile risoluzione. Ho ritenuto fondamentale un coinvolgimento corale – prosegue l’Assessore Toppetti – per dare la massima importanza e un grande rilievo al mondo della scuola che in questi giorni sta ripartendo dopo un’estate contrassegnata da fatti di cronaca gravissimi. Sono certa che la grande linfa vitale e forza umana di tutto il personale scolastico sia in grado di far crescere i giovani di Pescara». «Non si tratta di una semplice inaugurazione dell’anno scolastico – continua Toppetti – ma di un importante momento di condivisione e riflessione insieme alle Istituzioni e agli esperti che, con la loro preparazione e professionalità, possono supportare il mondo della scuola. Il Sindaco Masci conclude :” Il nostro occhio dovrà sempre essere attento per essere custodi della crescita dei giovani in contesti sani e costruttivi».

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