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Ascoli Piceno

‘Un algoritmo ha deciso’: a Centobuchi dovrà nascere l’ospedale unico del Piceno

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ASCOLI PICENO – L’al­go­rit­mo ha in­di­vi­dua­to la sede del­l’o­spe­da­le del­la pro­vin­cia di Ascoli. Sarà lun­go la Sa­la­ria (zona Cen­to­bu­chi) e ne di­scu­te­re­mo con i sin­da­ci. Se ci ac­cor­dia­mo bene, al­tri­men­ti an­dre­mo avan­ti da soli’. Con queste parole il Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ha generato sconcerto e malumori tra i sindaci della Provincia ascolana.

Immediata è stata la risposta di Guido Castelli, Sindaco di Ascoli Piceno, dichiarando – nella sua pagina Facebook – il suo disaccordo, non sottraendosi al confronto:

Ceriscioli e la sua arma di distrazione di massa: ospedali unici che stanno solo tra le nuvole e non per terra. Quando si parla di sanità non si può scherzare perché stiamo parlando della pelle dei nostri cittadini. E quando si riveste un ruolo istituzionale, come quello di Presidente della Regione Marche e contemporaneamente di assessore alla Sanità, non dovrebbero più contare i colori politici ma si dovrebbe mettere in primo piano esclusivamente la salute della gente. Ecco perché se io fossi in te, darei un semplice esempio ai marchigiani: quello della concretezza.

E prima di parlare in lungo e in largo di ospedale unico nel Piceno, penserei di risolvere le annose problematiche che oggi affliggono il Sud delle Marche dal punto di vista sanitario: budget ridotto, mobilità attiva non riconosciuta, posti letto insufficienti, personale da assumere. Comodo ipotizzare ospedali futuri, rifiutando il confronto sulle condizioni in cui versano quelli del presente. Caro Luca, cianci tanto di localizzazione del nuovo ospedale ma intanto nella tua Pesaro, dove la localizzazione dell’Ospedale unico è stata stabilita oltre un anno fa (novembre 2016), ancora non si intravede eppure l’inizio di lavori per la nuova struttura. Che ne pensano i pesaresi?

Quale credibilità si può avere scendendo con dichiarazioni da ‘Lanzichenecco’ nel vari territori: come nel Piceno, dove tu presidente Ceriscioli scendi esclusivamente vestito di algoritmo e nient’altro, stabilendo unilateralmente, al di là delle esigenze dei sindaci, veri sensori delle attese dei propri cittadini, localizzazioni di strutture. Sei forse un sovrano feudale? La verità vera, rispetto all’inconcludenza organizzativa e politica sul settore strategico della sanità regionale, è che stai utilizzando, caro Ceriscioli, l’ospedale unico come strumento di distrazione di massa. E’ come fare la pubblicità del jackpot del Superenalotto da 80 milioni di euro non dicendo chiaro a chi gioca le probabilità vere di vincita di quel premio esorbitante, irrisorie, per non parlare di posti di lavoro e cure ottimali per i cittadini o di ricostruzione post sisma.

Allora, caro Ceriscioli, ti va per una volta di giocare a carte scoperte? Io non mi sottraggo certo dal dibattito sull’ospedale unico, ma prima c’è il rispetto per i sindaci e da lunedì invierò lettere a tutti i primi cittadini del Piceno con la richiesta di indicare il luogo più idoneo nel proprio territorio che ritengono idoneo alla realizzazione dell’ospedale unico del Piceno. Certo è però, visto che non parliamo del Superenalotto, che riteniamo ineludibile dare subito il via all’Azienda Ospedaliera: ci vuole poco, basta una semplice delibera. Condizione necessaria ad ogni dibattito o dialogo sulla sanità del Piceno.

Questa scelta, che tra l’altro era nel precedente piano sanitario regionale, contribuirebbe a sanare due penalizzazioni evidenti per il Piceno: recuperare le risorse della nostra mobilità attiva per potenziare le attività dell’Area Vasta 5, per ristabilire un numero equo di posti letto nella sanità pubblica provinciale. Il tuo dinamismo sospetto sull’ospedale unico del Piceno, caro Ceriscioli, un ospedale che per come vanno le cose, project si project no, lo vedremo realizzato magari tra una quindicina d’anni, vuole forse nascondere che l’Area Vasta 5 sta andando avanti per lo spirito eroico degli operatori medici e paramedici che suppliscono a carenze talmente evidenti che neppure l’ospedale unico del Piceno, la tua arma di distrazione di massa, può relegare nel buio? La gente se ne accorge, i medici, gli infermieri, i tecnici se ne accorgono. Forse tu, pesarese, ci conosci poco ma nel Sud delle Marche non portiamo l’anello al naso’.

Ascoli Piceno

Controlli e posti di blocco dei Cc ad Ascoli e San Benedetto: 3 arresti e diverse denunce

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A San Benedetto una persona di origine nordafricana è stata arrestata per il furto di un tablet da un veicolo, mentre a Monteprandone due persone sono state raggiunte da un ordine di carcerazione. Diversi i controlli ed i posti di blocco sulle strade e nei luoghi sensibili in tutta la provincia di Ascoli Piceno: contravvenzioni, denunce e segnalazioni alla Prefettura.

ASCOLI PICENO – Nel weekend e nei giorni scorsi i Carabinieri del comando Provinciale hanno effettuato controlli in tutto il territorio, sia in divisa che con abiti borghesi, ed hanno allestito diversi posti di blocco. Oltre a diverse contravvenzioni e denunce, i militi hanno compiuto tre arresti.

A San Benedetto del Tronto un uomo di origine nord africana è stato arrestato per furto. Ha rubato un tablet da un’auto parcheggiata. Due persone residenti a Monteprandone invece, sono state raggiunte da un’ordinanza di carcerazione. Il primo, un uomo di 46 anni, deve scontare tre mesi di reclusione per vecchi reati contro il patrimonio. Il secondo, di 32 anni, deve espiare una pena a 3 anni per spaccio. Ad Ascoli Piceno poi, una coppia è stata denunciata per il furto di alcune bottiglie di liquori.

Sempre ad Ascoli, sono stati svolti alcuni controlli antispaccio, in seguito ai quali tre giovani, uno dei quali minorenne, sono stati sorpresi a cedere modiche quantità di stupefacenti, mentre 9 ragazzi tra i 15 ed i 24 anni sono stati sorpresi mentre consumavano droghe e sono stati così segnalati alla Prefettura.

In totale sono state 300 le persone controllate e 150 i veicoli fermati. 19 le contravvenzioni per violazioni al codice della strada, mentre 4 persone sorprese alla guida in stato d’ebrezza sono state denunciate e le loro patenti sono state ritirate.

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Ascoli Piceno

Sanzioni agli stabilimenti balneari di San Benedetto del Tronto: gli chalet rimuovono gli ombrelloni

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Immagine d'archivio

Dopo che si è diffusa la notizia delle sanzioni giunte ad alcuni stabilimenti balneari di San Benedetto del Tronto, gli altri hanno fatto a gara a chi sgomberava la spiaggia per primo. Le sanzioni sono relative al servizio di salvataggio in mare, terminato, ed all’allungamento della stagione turistica al primo di ottobre.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’allungamento della stagione turistica non sembra aver comportato grossi benefici per gli stabilimenti balneari: alcuni chalet hanno ricevuti sanzioni, altri hanno in fretta sgomberato ombrelloni e lettini dalla spiaggia poco dopo. In poche ore lo scenario del litorale sambenedettese è radicalmente cambiate e adesso ci sono ampie porzioni di spiaggia “libera”.

Il motivo per cui alcuni chalet hanno ricevuto le sanzioni della Capitaneria di Porto, è il mancato servizio di salvataggio in mare. Sebbene la stagione sia stata prorogata appunto fino al primo ottobre, a partire dagli inizi di settembre i bagnini hanno lasciato le spiagge. Alcuni stabilimenti hanno avvisato la clientela piazzando dei cartelloni informativi. Ma per la Capitaneria questo non basta: se sono presenti ombrelloni e lettini, è implicito che venga offerto il servizio di salvataggio in mare, indipendentemente da qualsiasi comunicazione.

Pertanto alcuni chalet di San Benedetto del Tronto, dopo aver ricevuto la visita degli ispettori, hanno ricevuto anche le sanzioni, mentre gli altri si sono affrettati ad anticipare la chiusura.

Sulla vicenda è intervenuto anche il primo cittadino Antonio Spazzafumo, ricordando che il Comune non ha competenze sulle questioni demaniali: «Apprendo che la Capitaneria di Porto sta adottando i provvedimenti di legge nei confronti dei concessionari di spiaggia che non hanno ottemperato all’obbligo di assicurare il servizio di salvataggio a mare alla luce della proroga al 1° ottobre del termine della stagione balneare disposta dalla Regione Marche.

Voglio ricordare che la materia, riguardando la tutela della pubblica incolumità, è di stretta competenza dell’Autorità Marittima. Quando si è trattato di intervenire per supportare i concessionari che richiedevano un ampliamento delle concessioni, il Comune si è messo a completa disposizione per far sì che tutti si potessero mettere in regola il più rapidamente possibile.

In questo caso, il Comune non svolge alcun ruolo e un consigliere comunale, a meno che non abbia solo il desiderio di apparire comunque sui giornali, avrebbe il dovere di saperlo».

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Ascoli Piceno

Incidente sul lavoro a Centobuchi: operaia elitrasportata a Torrette

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eliambulanza-118

La donna si è infortunata ad una mano, risucchiata da un macchinario sul quale stava lavorando. La Cgil: «in tema di sicurezza sul lavoro non si sta facendo abbastanza».

ASCOLI PICENO – Incidente sul lavoro questa mattina a Centobuchi di Monteprandone, dove un’operaia si è procurata un brutto taglio ad una mano ed è stata pertanto trasportata in eliambulanza all’ospedale regionale di Torrette di Ancona.

La dinamica dell’infortunio non è ancora chiara ed è attualmente al vaglio dei Carabinieri, intervenuti sul posto insieme al 118. Si sa però che la lavoratrice stava lavorando ad un macchinario, nel quale sarebbe rimasta impigliata la mano ferita. La gravità della ferita riportata dalla donna, ha spinto il personale sanitario a richiedere l’intervento del mezzo di soccorso aereo, che è atterrato poco dopo in un’area verde nelle vicinanze. Durante le operazioni di trasbordo dell’operaia vittima di un incidente sul lavoro a Centobuchi, la Polizia Locale ha regolato il traffico sulla Salaria, a poca distanza, per agevolare i soccorsi.

Daniele Lanni, Segretario Confederale della Cgil Ascoli Piceno, commenta: «Grave dover sentire ancora di infortuni come questo. Innanzitutto ci preme esprimere vicinanza alla lavoratrice coinvolta, se avrà bisogno di assistenza troverà la CGIL a sua completa disposizione. In secondo luogo, riteniamo incredibile che nel 2023 ancora si debbano vedere infortuni di questa natura. E’ evidente che in tema di sicurezza del lavoro, evidentemente, non si faccia abbastanza».

Continua Lanni: «Uscire di casa per svolgere il proprio mestiere, e trovarsi coinvolti in infortuni del genere, è inaccettabile. Su questo le Istituzioni devono assolutamente fare di più, perché non è pensabile trovarsi così spesso a dover commentare infortuni di questa gravità, o anche, purtroppo, in alcuni casi anche nel nostro territorio, mortali. Come CGIL chiediamo con forza alle Istituzioni del territorio di avviare un confronto per rafforzare le attività di sensibilizzazione e controllo».

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