GIULIANOVA – L’assessore all’Ambiente interviene a puntualizzare come il Centro del riuso, benché fortemente voluto, non si sarebbe potuto realizzare con il finanziamento regionale. E ciò in quanto la somma prevista dalla Regione, pari a 300 mila euro, dei quali 200 mila per il Centro di raccolta e di soli 100 mila per il Centro del riuso, avrebbe comportato a carico del Comune una spesa aggiuntiva di ben 220 mila euro, somma derivante dall’obbligo di compartecipazione fissata in ragione del 30% e del totale carico dell’IVA, andando così ad appesantire notevolmente le finanze comunali. Non solo. Per attivare il Centro del riuso il Comune avrebbe dovuto individuare ed espropriare un’area apposita, affrontando dunque procedure amministrative certamente lunghe e sostenendo spese rilevanti non contemplate dal finanziamento che riguarda invece solo le attrezzature. Insomma, a detta dell’assessore costerebbe di più la fune della campana. E a pagare sarebbero stati i cittadini essendo del tutto irrisorio il finanziamento regionale.
Per quanto invece concerne il Centro di raccolta, l’assessore sottolinea come il finanziamento sia, oltre che modesto, anche tardivo. E ciò in quanto l’Ecocentro di Colleranesco è entrato in funzione il 1 agosto 2017 dopo il suo adeguamento e potenziamento a costo zero per il Comune in quanto si è attinto alle risorse messe a disposizione dall’Eco.Te.Di. Proprio grazie al potenziamento dell’Ecocentro, i cui servizi risultano particolarmente apprezzati dai cittadini, l’Amministrazione comunale ha potuto aggiudicarsi 50 mila euro derivanti da un bando emanato dal centro di coordinamento RAEE, somma che servirà per offrire ulteriori servizi legati alla raccolta dei rifiuti elettronici ed elettrici. Per l’assessore, dunque, si è inteso privilegiare una linea finalizzata ad una oculata gestione delle risorse pubbliche restando con i piedi per terra in attesa di ottenere finanziamenti che non comportino oneri così elevati a carico della collettività.
L’azienda leader nelle costruzioni e nel movimento terra di Roseto degli Abruzzi ha aderito al progetto “Un defibrillatore in ogni luogo di lavoro”. Andrea Di Giuseppe: «rafforziamo l’impegno nei confronti dei nostri dipendenti e delle loro famiglie».
TERAMO – Nessuna opera sarà mai davvero solida, se non ha buone fondamenta. Per questo motivo, Di Giuseppe Costruzioni Generali, azienda di Roseto degli Abruzzi leader nel settore delle costruzioni e del movimento terra, mette alla base del proprio operato la sicurezza sul lavoro. E proprio in tale ottica ha deciso di aderire al progetto “Un Defibrillatore in Ogni Luogo di Lavoro”, ottenendo la certificazione di “Azienda Cardioprotetta”.
Questo riconoscimento sottolinea il continuo impegno dell’azienda nella salvaguardia della salute e dei suoi dipendenti. Nel contesto di un’industria sempre più attenta alle normative di sicurezza e al benessere dei propri lavoratori, Di Giuseppe Costruzioni Generali vuole garantire un ambiente di lavoro sempre più sicuro e protetto.
Il nuovo defibrillatore installato presso la sede è un dispositivo di ultima generazione, intuitivo, facile da utilizzare e capace di fornire assistenza immediata in caso di emergenze cardiache, aumentando significativamente le possibilità di sopravvivenza in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Per non dar nulla per scontato però, gli addetti di Di Giuseppe Costruzioni Generali hanno partecipato ad un corso di aggiornamento sul suo utilizzo e sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare.
«Riteniamo essenziale poter contare su tecnologie che possono fare la differenza in momenti critici» ha dichiarato Andrea Di Giuseppe, amministratore della Di Giuseppe Costruzioni Generali. «Con l’installazione di questo defibrillatore, non solo miglioriamo la sicurezza della nostra sede, ma rafforziamo anche il nostro impegno verso i nostri dipendenti e le loro famiglie».
L’iniziativa di dotare la sede di un nuovo defibrillatore è parte di un più ampio programma di salute e sicurezza che l’azienda ha implementato negli ultimi anni, includendo formazione regolare sui rischi specifici del settore delle costruzioni, uso corretto delle attrezzature di sicurezza, e adesso, la gestione delle emergenze mediche. Questo ha permesso all’azienda di ottenere una serie di prestigiose certificazioni. Lo scorso anno, ad esempio, Di Giuseppe Costruzioni Generali ha ottenuto la ISO 9001 per i “Sistema di gestione qualità”, la ISO 14001 per il “Sistema di gestione Ambientale” e la ISO 45001 per i “Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro”.
L’installazione del defibrillatore è stata accompagnata da un programma di formazione certificato per il personale, che includeva corsi pratici sull’uso corretto dei dispositivi e tecniche di primo soccorso, assicurando così che ogni team abbia le competenze necessarie per intervenire efficacemente in caso di necessità.
Di Giuseppe Costruzioni Generali si impegna a continuare a essere un punto di riferimento nel settore delle costruzioni per quanto riguarda la sicurezza e la salute sul lavoro, mostrando ancora una volta il proprio impegno a operare non solo con eccellenza, ma con una profonda responsabilità sociale verso chi lavora ogni giorno per costruire il futuro. Di Giuseppe Costruzioni Generali costruisce la sicurezza dei propri lavoratori giorno dopo giorno.
Quando hanno udito le grida provenienti da quell’appartamento, le altre persone che abitano in quel condominio hanno lanciato l’allarme. I Carabinieri di Pescara lo hanno arrestato in flagranza di reato: a causa delle botte, la sua compagna aveva il volto tumefatto.
PESCARA – Non era la prima volta che veniva fatta oggetti di maltrattamenti. Per anni ha subito vessazioni di ogni tipo e violenza, sia fisica che psicologica. Botte, insulti, frasi ingiuriose. Ieri mattina, domenica 21 aprile, il copione si è ripetuto uguale, ma questa volta sono intervenuti i Carabinieri, che hanno arrestato un trentaquattrenne di Pescara che aveva preso a botte la compagna, nell’appartamento nel quale abitavano.
Sono state proprio le grida provenienti dall’appartamento ad attirare, intorno a mezzogiorno, l’attenzione di una pattuglia della Radiomobile. I Carabinieri sono entrati in azione giusto in tempo: lam donna aveva già un occhio tumefatto ed il corpo coperto di lividi. Il suo compagno l’ha tempestata di pugni, non risparmiandole nemmeno il volto.
La donna è stata accompagnata in Pronto Soccorso, dove ha ricevuto una prognosi di 21 giorni. Durante la ricostruzione dei fatti, è stato accertato che in passato aveva già subito violenze. Il suo compagno è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, in attesa dell’udienza di convalida.
Secondo le indagini delle fiamme gialle, l’imprenditore, di origine cinese, avrebbe utilizzato i fondi del Decreto Liquidità, provenienti dalle risorse per le imprese durante la pandemia, per bonifici a parenti.
TERAMO – Ha ottenuto il finanziamento previsto dal Decreto Liquidità, ma ha utilizzato questo denaro per compiere bonifici ai parenti e non per far fronte all’emergenza della pandemia. Pertanto, ad un imprenditore di origine cinese titolare di un’azienda di Tortoreto che fabbrica articoli da viaggio, borse e pelletteria, ha ricevuto un provvedimento di confisca da 30 mila euro, pari al profitto del reato di malversazione di erogazioni pubbliche del quale è accusato.
Il Decreto Liquidità nel 2020 ha potenziato il “Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese”, stanziato per aiutare le aziende a superare la fase emergenziale provocata dalla pandemia da Covid-19.
Oltre alla confisca nei confronti dell’imprenditore accusato di malversazione a Tortoreto, la Guardia di Finanza ha anche sanzionato anche il commercialista della società, in quanto, in ragione del rapporto intrattenuto con il cliente, ha violato gli obblighi di adeguata verifica, di astensione o trasmissione di segnalazione per operazioni sospette imposte dalla normativa anti riciclaggio in capo ai soggetti obbligati, tra cui rientrano appunto i commercialisti.