MACERATA – Man mano che procedono le indagini, emergono sempre nuovi elementi sulla morte di Pamela Mastropietro. Tuttavia il caso è tutt’altro che risolto e sono ancora molti gli enigmi da chiarire. Su tutte le cause del decesso della diciottenne.
Nemmeno la seconda autopsia, disposta dalla Procura, ha potuto dirimere i dubbi, sebbene abbia fornito nuove indicazioni. I nuovi esami sono stati condotti ieri dal professor Mariano Cingolani. Il medico, considerato un luminare nel suo campo, in passato si è già occupato di casi al centro della cronaca come il l’omicidio Meredith e la morte di Marco Pantani. In base ai suoi accertamenti, esisterebbero indizi che possano far propendere verso l’ipotesi della morte violenta. Due sono gli elementi che hanno portato a indirizzare le indagini verso questa ipotesi: una ferita alla testa ed un taglio al fegato. Entrambi sarebbero stati inferti quando Pamela era ancora viva. I dubbi saranno sciolti solo la settimana prossima, quando saranno effettuati nuovi esami scientifici.
Un elemento però colpisce più degli altri. Secondo il medico, lo smembramento della ragazza sarebbe stato compiuto da mani esperte. Il corpo di Pamela non sarebbe stato dilaniato solo per poter essere trasportato nei trolley nei quali è stato trovato, ma anche per cancellare le prove di un atto di violenza. Chi se n’è occupato, deve essere una persona robusta e con erudizioni di anatomia. Il principale sospettato, nonché unico arrestato, Innocent Oseghale, non sarebbe compatibile con questa descrizione.
Intanto si allargano le indagini degli inquirenti e si concentrano intorno alla comunità nigeriana. Nei giorni scorsi è stato indagato anche Desmond Lucky, tirato in ballo da Oseghale. Avrebbe venduto a Pamela l’ultima dose. È emerso che il quantitativo di eroina che ha ceduto alla ragazza era molto modesto. Talmente modesto da non giustificare un provvedimento di custodia cautelare per spaccio. Questo però non esclude a priori che la giovane sia deceduta a causa di un’overdose, dal momento che non assumeva stupefacenti da 4 mesi. In queste condizioni anche una modica quantità potrebbe aver condotto al tragico epilogo. In questo caso Lucky non potrebbe essere accusato della morte di Pamela, dal momento che non era a conoscenza delle sue condizioni e quindi non poteva sapere di metterla in pericolo di vita. Oltre allo spaccio, le ipotesi di reato nei suoi confronti rimangono concorso in omicidio, vilipendio ed occultamento di cadavere. Nega ogni accusa.
Ma non si limita a Oseghale e Lucky la rosa dei sospetti ritenuti collegati alla morte di Pamela. Gli inquirenti hanno reso noto che stanno procedendo con la valutazione delle posizioni di altre persone, tutte nigeriane. Due in particolare. Il primo è un ventisettenne fermato a Milano. Pare volesse raggiungere la Svizzera. È stato fermato dai Carabinieri su segnalazione dei colleghi maceratesi. In questo momento i militi lo stanno accompagnando nuovamente nelle Marche. Il secondo invece si trova sotto interrogatorio in queste ore. Al momento tuttavia, non sono stati emessi provvedimenti di fermo.