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Ascoli Piceno

Paesaggi marchigiani: Cupra Marittima, lembo di terra baciato dalla storia e dalla bellezza

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CUPRA MARITTIMA – Cupra Marittima è un comune italiano di 5357 abitanti della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche. Fino al Regio Decreto del 1863 si chiamava Marano. Appartiene al comprensorio della Riviera delle Palme del basso litorale marchigiano. Principalmente nota come località turistica balneare in continuo sviluppo, ha ricevuto a partire dal 1997 numerosi riconoscimenti tra cui la Bandiera Blu Europea per la pulizia del suo mare.

Alle spalle della marina si trovano tre colline: Sant’Andrea con l’omonima rocca (recentemente ristrutturata), Marano con l’incasato medievale e Boccabianca.

Cupra Marittima era una colonia romana ed il suo nome deriva dalla “Dea Cupra”, divinità picena diventata poi oggetto di adorazione dagli stessi Romani, come testimonia l’altare dedicato alla dea al centro dell’antico foro.

Spiaggia Cupra Marittima

STORIA

Il vecchio incasato medievale di Marano posto sull’altura costituisce il nucleo principale del paese, mentre è nella seconda metà dell’Ottocento che, più in basso, prende forma il borgo marinaro; si evidenziano inoltre realtà archeologiche che rimandano ad una frequentazione preistorica sul territorio; ma è con la civiltà picena (VIII-II secolo a.C.) che gli insediamenti umani si fanno più intensi, come testimoniano le numerose necropoli in contrada Castelletta, ricche di corredi tombali. Sconfitti i Piceni (268 a.C.), Cupra Marittima diviene una colonia romana e l’ager cuprensis venne identificato con la Regio V Picenum famosa per la produzione di olio, olive e commercio marittimo con un suo grande porto situato verso la zona nord dell’attuale paese. In tale zona sorgevano dei magazzini, sono venuti alla luce gli ormeggi di navi e anfore che servivano per il trasporto del grano e dell’olio. Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente, i barbari irruppero: Cupra fu saccheggiata molte volte e subì la dominazione di Bizantini, Longobardi e Franchi, finché nel IX secolo i Mori la distrussero. I cuprensi si ritirarono sulle alture dando vita a Castrum Maranum (il nucleo difensivo più forte), a Castel Sant’Andrea e a Castel Boccabianca.

Nel 1076 Marano divenne libero comune sotto la protezione della vicino Fermo alla quale doveva versare le tasse: un bue e una scrofa ogni anno. Sono di questo periodo i monumenti più significativi quali la chiesa romanica di Chiesa di Santa Maria in Castello (edificata prima del 1200), il Palazzo Brancadoro-Sforza (del 1444), le mura di cinta e le torri costruite dal 1100. È in questo periodo che tra i documenti storici si trovano tracce sui rapporti commerciali dei naviganti di Marano e dei pescatori di Sant’Andrea, con Venezia, Chioggia, Sebenico, Durazzo ecc.. Nonostante l’attività, la marina non fu abitata per tutto il Medioevo, poiché marinai e pescatori avevano le proprie abitazioni al borgo del paese alto. Gli anni e i secoli a seguire non incideranno in modo significativo su quello che era già il profilo marinaro e commerciale del paese, ma a partire dalla seconda metà del XIX secolo, con la nascita e lo sviluppo del nucleo originale del borgo Marina, arrivano l’illuminazione pubblica e la ferrovia, si ripristina l’antico nome di Cupra Marittima, e la residenza del comune passa dal Paese alto alla Marina. Significativa è la Piazza della Libertà, che conserva ancora fedelmente l’assetto che le conferì alla fine dell’Ottocento l’architetto Vespignani, con l’imponente scalinata ad ovest, in funzione di contrafforte della sovrastante chiesa dedicata ai Santi Basso e Margherita. Grazie al progetto del Sacconi è stata invece realizzata l’elegante torretta dell’orologio che campeggia sul palazzo comunale.

Arriviamo agli inizi del Novecento, quando il lungomare si popola di tipici villini in stile Liberty e di un moderno stabilimento bagni per accogliere i primi turisti: erano i primi passi dell’economia turistica con un incremento occupazionale non solo per i pescatori, ma anche per i commercianti (fabbriche di liquori, ghiaccio, mattoni e mattonelle ecc.) e piccole industrie locali come quella dei bachi da seta. Tale incremento viene frenato e in parte interrotto dalle due guerre mondiali, ma il paese tornerà a rifiorire anche ad opera del dott. Ciccarelli che seguendo la tradizione di famiglia esporta nella città di Milano uno stabilimento per la produzione della Pasta del Capitano; ancora oggi i suoi prodotti portano nel mondo il nome di Cupra.
L’evoluzione storica di Cupra arriva al giorno d’oggi, con il raggiungimento di una ricchezza notevole sia nel settore paesaggistico-ambientale sia in quello turistico-culturale, con ambiti riconoscimenti. È molto apprezzato l’arenile, vi sono attrezzature balneari e sportive innovative per tennis e karate, ed infine una nuovissima pista ciclabile lunga 6 km posta tra la sabbia del mare e la ferrovia, percorribile anche di notte poiché illuminata, che collega Cupra Marittima con la vicina Grottammare per poi continuare fino a Porto d’Ascoli.

Da visitare sono poi il famoso museo malacologico, con 700.000 esemplari di conchiglie provenienti da tutto il mondo, ed il museo archeologico del territorio al paese alto. Le sue acque trasparenti le hanno spesso consentito di fregiarsi della Bandiera Blu; grazie infine alle sue colline verdeggianti e rigogliose, ed il litorale caratterizzato da splendide palme, Cupra è stata altresì nominata Capitale del Verde.

MONUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE

Luoghi di notevole interesse storico-archeologico sono: il museo archeologico del territorio con le sezioni preistorica, picena e romana; sulla Strada statale 16 Adriatica si trova la villa romana con ninfeo ed ambienti termali e di spremitura del I secolo d.C. illustranti attività di pesca e di vita marinara. Ed ancora all’altezza di Villa Cellini ci si inoltra nella verdeggiante collina e se si procede verso nord si incontra la Pieve di San basso, è una delle testimonianze più ragguardevoli della zona, datata IX secolo d.C. segna ufficialmente il passaggio dalla dimensione pagana (Dea Cupra) all’affermazione del primo culto cristiano (San Basso). Oggi si vedono delle tracce dell’abside in stile romanico con la cripta pressoché intatta e che ha ospitato per parecchio tempo il corpo di San Basso, patrono della città, martirizzato durante le persecuzioni dell’impero di Diocleziano.

Infine proseguendo verso nord si trova il Foro romano che rappresenta il fulcro del parco archeologico che mostra delle emergenze architettoniche di eccezionale spessore, dai due archi attigui del I secolo a.C. alla scalinata del tempio dedicato alla Dea Venere (assimilata alla Dea Cupra) o alla triade capitolina simile a quella di Pompei, che rende Cupra Marittima un autentico gioiello. A sud dell’abitato sulla collina Sant’Andrea si avvistano i ruderi dell’antico Castello di Sant’Andrea recentemente restaurato e valorizzato (visitabile anche di notte) ed è ciò che rimane del borgo medievale del XII secolo e tra i ruderi dell’antica chiesa di San Gregorio Magno e Sant’Andrea risultano ancora rintracciabili il tessuto cittadino. Dal castello attraverso la cresta collinare inoltrandosi verso ovest e girando verso nord ci si addentra nel borgo medievale di Marano incontrando Villa Grisostomi, la medievale chiesa Santa Maria in Castello, il Palazzo Sforza, il Museo archeologico del territorio, la chiesa dell’Annunziata che ospita l’artistico presepe permanente di arte spagnola, infine la chiesa del Suffragio con la meravigliosa pala della “Deposizione”. Si riscende poi alla Marina passando per porta Maggiore per sostare presso la collegiata di San Basso e ammirare lo straordinario trittico di Vittore Crivelli e la volta interamente dipinta da Giuseppe Pauri negli anni trenta del Novecento. Scendendo si può ammirare la scenografica scalinata costruita dall’architetto Vespignani e si accede poi alla Piazza della Libertà con di fronte il Palazzo del Municipio con la splendida torretta dell’orologio progettata dal Sacconi.

Castello di Sant’Andrea

Nel territorio comunale è stata scoperta anche una necropoli pre-romana (VI – V secolo a.C.) all’interno della quale sono stati rinvenuti vasellame e ornamenti vari di origine ellenica ed etrusca.

Cupra Marittima : Ninfeo Romano

Area archeologica Cupra Marittima

  • Duna Marittima

Il tratto di spiaggia a nord di Cupra Marittima presenta alcuni aspetti interessanti sulla flora e la vegetazione delle spiagge, per questo motivo viene chiamato Duna Marittima. Tra le specie floristiche più interessanti possono essere citate: Polygonum maritimum, Glaucium flavum, Calystegia soldanella, Euphorbia paralias, Otaanthus maritimus, Limbarda crithmoides, Medicago marina.

  • Pineta

Si tratta di un’area protetta dalla Regione Marche (L.R. n. 52 del 30 dicembre 1974) costituita da sabbie marine miste a ghiaia e ciottoli, prospicienti al mare. La vegetazione è costituita da una fitta macchia mediterranea e da Pinus halepensis. I prati aridi sono ricchi di orchidee tra cui alcune specie non comuni come Ophrys holosericea e Ophrys fusca.

Pinera Cupra Marittima

  • La Lecceta

Sulle colline ad ovest del territorio cuprense e a ridosso del confine con Ripatransone sono presenti alcune formazioni residue a leccio (Quercus ilex) di notevole interesse floristico e fitogeografico. Si tratta di leccete che si collegano a macchie e garighe costituite da mirto (Myrtus communis) e da Erica multiflora che nella regione marchigiana si rinvengono unicamente in questo comprensorio.

Flora tipica in Duna Marittima

Ancona

Morti sospette nella Rsa di Offida: assolto in Appello l’infermiere accusato di omicidio

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In primo grado aveva ricevuto una condanna all’ergastolo per la morte di 7 anziani, ospiti di una Rsa di Offida. Assolto «perchè il fatto non sussiste». I giudici hanno chiesto l’immediata scarcerazione.

ANCONA – Clamoroso colpo di scena presso la Corte d’Appello di Ancona che ha completamente ribaltato la sentenza nei confronti di Leopoldo Wick ed ha assolto l’infermiere condannato in primo grado all’ergastolo per omicidio, relativamente all’inchiesta sulle morti sospette in una residenza per anziani di Offida. Secondo i giudici anconetani che hanno chiesto l’immediata scarcerazione «il fatto non sussite».

Nel giugno dello scorso anno invece, il Tribunale di Macerata aveva concordato con le accuse della Procura di Ascoli e lo aveva condannato all’ergastolo per omicidio. Nel mirino degli inquirenti 7 morti sospette, oltre ad altri quattro tentati omicidi. In base alle accuse, Wick avrebbe somministrato dosi letali di farmaci ai pazienti che aveva in cura dal 2017 al 2018.

In Appello la Procura ha chiesto la conferma della condanna, ma la Corte ha ribaltato la sentenza. Arrestato una prima volta nel giugno del 2020 su ordine del Gip di Ascoli, venne rilasciato l’anno seguente dalla corte d’Assise. Poi, nel 2022, il rientro in carcere dopo il ricorso della Procura e la decisione della Cassazione.

Oggi, l’infermiere è stato assolto dall’accusa di omicidio per le morti sospette nella Rsa di Offida. Quando la Corte ha dato lettura della sentenza, l’imputato è scoppiato in lacrime. Oltre all’assoluzione, i giudici hanno revocato i risarcimenti precedentemente stabiliti e condannato le parti civili al pagamento delle spese processuali.

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Ascoli Piceno

Minore fuggito dalla comunità: intercettato dalla Polfer a San Benedetto del Tronto

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Il ragazzo, extracomunitario e non accompagnato, si era allontanato da Ripa Teatina e stava cercando di raggiungere Miano. La sua presenza a bordo è stata segnalata dal capotreno.

ASCOLI PICENO – Dopo la segnalazione del capotreno, la Polfer di San Benedetto del Tronto ha fermato un ragazzo minorenne, extracomunitario e non accompagnato, che era fuggito da una comunità educativa di Ripa Teatina. I fatti sono accaduti lo scorso 29 novembre.

La sua presenza a bordo è stata notata da un capotreno, che ha segnalato il minore non accompagnato. A San Benedetto, gli agenti di Polizia Ferroviaria sono saliti sul treno e lo hanno individuato. Accompagnato presso il Gabinetto di Polizia Scientifica del Commissariato, è stato identificato.

E’ così emerso che il ragazzo aveva lasciato la struttura educativa la mattina stessa.  Dopo il disbrigo delle formalità del caso è stato affidato a personale dello stesso centro per il rientro in sede.

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Ascoli Piceno

Si distrae al telefono e cade nel pozzo: recuperato dai Vigili del Fuoco a San Benedetto del Tronto

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uomo caduto nel pozzo a san benedetto del tronto

L’uomo è rimasto sempre cosciente. Sul posto i Vigili del Fuoco con un mezzo 4X4, un’autoscala e un elicottero, oltre a Carabinieri, Polizia e Polizia Locale. Il pozzo era profondo 7 metri.

ASCOLI PICENO – Mentre si trovava nelle campagne di contrada Monte Aquilino, nei dintorni di San Benedetto del Tronto, un uomo di 37 anni è caduto in un pozzo profondo 7 metri. Sembrerebbe che la causa della distrazione che l’ha portato a compiere un passo falso sia stato il telefono. L’episodio si è verificato nella mattinata di ieri, lunedì 4 dicembre.

Il pozzo era fortunatamente privo d’acqua. L’uomo è rimasto sempre cosciente. Sul posto sono arrivati Vigili del Fuoco, Carabinieiri, Polizia e Polizia Locale. I Vigili del Fuoco hanno impiegato un mezzo 4X4 ed un’autoscala per il recupero. Poco distante, a ridosso della Statale 16, era atterrato anche un elicoterro di soccorso.

Un operatore della squadra di San Benedetto del Tronto si è calato all’interno del pozzo con tecniche SAF (Speleo Alpino Fluviale) ed ha raggiunto l’uomo caduto al suo interno. Dopo aver constato l’assenza di gas, attraverso strumentazioni specifiche, lo ha imbragato ed ha accompagnato la sua risalita.

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