Esanatoglia è un comune italiano di 1982 abitanti della provincia di Macerata nelle Marche. Fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia.
l comune si trova nella vallata situata tra il Monte Gemmo e il Monte Corsegno, nell’entroterra marchigiano, circondato dai comuni di Matelica, di Fiuminata e di Fabriano, a circa 450 m s.l.m. Nel suo territorio nasce il fiume Esino, precisamente dal Monte Cafaggio.
Esanatoglia centro
STORIA
Secondo la leggenda, Esus, il Dio celtico della guerra, sarebbe all’origine del nome del fiume Esino, sulle cui rive si suppone abitasse una comunità che in epoca romana veniva chiamata Aesa.
Sono state rinvenute in superficie evidenze di attività umane risalenti al periodo Paleolitico in località Monte Sant’Angelo, al Neolitico in località Piani di Calisti e all’Eneolitico in località Crocifisso-Case Popolari.
L’attuale toponimo, Esanatoglia, nacque nel 1862 dalla combinazione di Aesa e Anatolia, rimpiazzando il nome di Santa Anatolia (martire del III secolo d.C.), con cui era chiamato il castrum medioevale.
Il primo documento noto riguardante Santa Anatolia risale al 1015, a proposito della fondazione del monastero di Sant’Angelo infra hostia da parte del conte Atto e sua moglie Berta. Il monastero divenne presto il più importante insediamento religioso della zona.
La città fu governata dalla famiglia dei Malcavalca fino al 1211, anno in cui subentrarono gli Ottoni di Matelica. Tre anni dopo, e per tre secoli, la potente famiglia da Varano di Camerino governò sulla città.
Sotto i Varano la città di Santa Anatolia mantenne una certa autonomia: la prima collezione di norme statutarie data 1324. La cittadella rimase immune da guerre e saccheggi per molto tempo; solo nel 1443 fu conquistata da Francesco I Sforza, aiutato dai matelicesi: il monastero di Sant’Angelo – con la sua famosa biblioteca – non fu salvato dalla devastazione.
Nel 1502 il castrum divenne parte dello Stato della Chiesa.
MONUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE
Interessante edificio religioso di Esanatoglia è la duecentesca Chiesa di Santa Maria di Montebianco, che racchiude un’edicola e la Chiesa dei Cappuccini con un bell’affresco della “Madonna del Latte”.
Le Fontane di San Martino, una volta chiamate Fonti di Fuori Porta, rappresentano un raro esempio di opera idraulica trecentesca ancora perfettamente funzionante.
Il borgo in epoca medioevale diviso in tre quartieri interni alla prima cerchia muraria dell’XI-XII secolo – la Pieve, quello di Mezzo e San Martino – e quello esterno di Sant’Andrea, suddiviso nei due borghi di Santa Caterina e San Rocco, inglobato nella seconda cerchia muraria all’inizio del XIV secolo.Il Castello, vera cittadella fortificata, aveva quattro porte d’accesso: Panicale, del Mercato, Portella e Sant’Andrea; dalle sue mura si poteva comunicare visivamente con la Rocca di Santa Maria in Monte che dominava la vicina valle del Passo di Palazzo; quella posta sulle pendici del Monte Corsegno che scrutava le vallate vicine e dove l’Eremo di San Cataldo vigila silenzioso sul borgo ancora oggi ed una terza fortezza andata distrutta nel corso del tempo.
Fontana di San Martino