Civitella del Tronto è un comune italiano di 4969 abitanti della provincia di Teramo in Abruzzo. Fa parte dell’Unione dei comuni della Val Vibrata ed è incluso nel club de I borghi più belli d’Italia.
E’ situata a 589 m s.l.m. su di una rupe rocciosa di travertino ed è sovrastata dalla fortezza, ultimo disperato baluardo dei Borbone di Napoli e del Regno delle Due Sicilie che resistette strenuamente al comando piemontese, arrendendosi addirittura tre giorni dopo che fu proclamata l’Unità d’Italia.
Fortezza Civitella del Tronto
Il territorio di Civitella del Tronto è attraversato dal fiume Salinello e dal torrente Vibrata: quest’ultimo ha origine ad ovest del paese, nel versante orientale della Montagna dei Fiori a quota 1 697 m s.l.m. e dà origine all’omonima valle. A nord confina con Sant’Egidio alla Vibrata e con i comuni marchigiani di Folignano e Ascoli Piceno, ad est con Sant’Omero, a sud con Campli e ad ovest con Valle Castellana.
STORIA
Le origini di Civitella del Tronto non sono precise, anche se in località Ripe di Civitella e nelle grotte Sant’Angelo e Salomone, sono stati rinvenuti reperti risalenti al Neolitico e al Paleolitico superiore.
Civitella del Tronto si crede sorga sull’antica area della picena Beregra. Le prime testimonianze storiche certe la collocano nei secoli X-XI (l’origine dell’abitato attuale è altomedioevale) come città incastellata. Già nel secolo XIII il paese appartenente al Regno di Napoli era cinto da mura angioine e, per la sua particolare posizione geografica di confine con lo Stato della Chiesa,ebbe sempre una grande rilevanza strategica.
Nel 1557 fu posta d’assedio da parte del francese Duca di Guisa, generale di Enrico II alleati con il Papa Paolo IV, benché feroce e violento, non riuscì a espugnare la città, tanto che il Duca, nel maggio dello stesso anno, tolse l’assedio e si ritirò presso Ancona. Proprio in questa guerra, tra Francesi e Spagnoli, Civitella cambiò il suo nome in Civitella del Tronto, in quanto protagonista della Guerra del Tronto. La vittoriosa e valorosa resistenza che il popolo della cittadella riuscì a riportare venne ben visto nell’intero Regno, tanto che ai suoi cittadini furono tolti gli oneri fiscali da pagare al Regno, per quarant’anni, e a spese del demanio regio furono restaurati gli edifici e la Fortezza. Per lo stesso episodio nel 1589 fu elevata al grado di Città e le fu conferito il titolo di Fidelissima da Filippo II di Spagna.
Venne assediata nuovamente dalle truppe Francesi nel 1798 e nel 1806, quando il forte, difeso dal maggiore irlandese Matteo Wade sostenne un assedio di quattro mesi contro le ben più numerose truppe Napoleoniche, capitolando onorevolmente il 22 maggio 1806.
Nel 1816 in seguito al Congresso di Vienna la città entrò a far parte del Regno delle Due Sicilie.
L’esercito di Vittorio Emanuele II di Savoia strinse d’assedio Civitella il 26 ottobre 1860; e mentre il Regno di Francesco II finisce il 13 febbraio 1861 con la caduta di Gaeta, e la resa venne suggellata il 17 marzo con la proclamazione in Parlamento, a Torino, del Regno d’Italia; Civitella cade il 20 marzo 1861, tre giorni dopo che fu sancita l’Unità d’Italia. Questo episodio la rende l’ultima roccaforte borbonica a piegarsi all’invasione piemontese. In seguito all’acquisizione l’esercito sabaudo bombardò il forte per spegnere gli ultimi focolai filoborbonici.
Civitella del Tronto: l’ultima fortezza borbonica
MONUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE
Fontana degli amanti
La fontana eretta nel 1863 le cui acque scaturiscono dalle viscere della Fortezza è posta sulla circonvallazione panoramica, ai piedi della pineta ed è particolarmente famosa per essere luogo di sguardi rubati, incontri furtivi, promesse eterne non sempre mantenute.
Fontana degli amanti
Chiesa di San Lorenzo
La chiesa Parrocchiale di Civitella del Tronto, dedicata all’antico protettore San Lorenzo Martire, in origine sorgeva al di fuori delle mura cittadine, ma venne trasformata in bastione per la difesa del borgo nell’assedio del 1557 per poi essere ricostruita all’interno delle mura, addossata a Porta Napoli.
Nel 1777, per la chiesa, ha inizio una notevole trasformazione di ordine strutturale ed estetico in stile barocco. Di rinascimentale resta solo la facciata, di elegante semplicità, il suo portale e i grandi finestroni dalla profonda strombatura sui fianchi dell’edificio.
L’interno, a croce latina, è composto da una sola navata alla quale furono aggiunte due cappelle laterali a formare un braccio di transetto coronato da una cupola entro un tiburio ottagonale. La torre campanaria si innesta tra il braccio di transetto e l’abside del presbiterio. La chiesa è ornata da grandi nicchie con altari, stucchi settecenteschi, ed impreziosito da arredi lignei di raffinata fattura e l’organo del 1707 oltre ai vari arredi sacri, tra cui un busto e una croce in bronzo, conservati in Sacrestia insieme ad una statua barocca in legno di Sant’Ubaldo con in mano la città di Civitella di cui è il Protettore.
Per quanto riguarda le tele, meritano particolare attenzione una Visitazione e una Madonna del Rosario risalenti al XVI secolo, mentre sono di quello successivo un’Annunciazione e una Deposizione.
Chiesa di San Lorenzo
Gole del Salinello
Le Gole del Salinello, uno dei valloni più spettacolari di tutto l’Appennino, sono attraversate dal fiume Salinello in un panorama di incontaminata bellezza e da sentieri escursionistici tra i più suggestivi ed interessanti del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga. Da qui è possibile raggiungere i vari eremi presenti in zona (Grotta di sant’Angelo, eremo di Santa Maria Scalena, Grotta di San Marco, ecc.).
Gole del Salinello
Grotta Sant’ Angelo
In frazione di Ripe si trova l’eremo di Grotta Sant’Angelo, costruito in una grotta naturale, ove ancora oggi il 1 maggio e il 29 settembre si celebra la Messa; recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce testimonianze dell’età del bronzo e del neolitico.
Grotta Sant’ Angelo
Le Casermette
Le Casermette, bosco di conifere, con la presenza di rimboschimenti di sequoia. Da qui si raggiunge la località sciistica di san Giacomo , da dove si prosegue per San Vito.