TERAMO – Le risorse necessarie alla messa in sicurezza dei viadotti della A24 e della A25, non saranno quelle del fondo Masterplan. Lo ha annunciato il Presidente vicario Lolli, ieri a Pescara. Il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi ha infatti comunicato che presenterà un emendamento al decreto Genova, con il quale verrà cancellato ogni riferimento alle Regioni Abruzzo e Lazio.
Gli ormai famosi 200 milioni necessari quindi, saranno costituiti da fondi statali e non regionali. Il Governo ha preso atto delle obiezioni sollevate dalle Regioni e dopo averne costato la validità, ha corretto il tiro.
<<Hanno riconosciuto l’errore semplicemente verificando la documentazione ministeriale – commenta Lolli – Dai dati, infatti, si evince che dei fondi Fsc relativi al Masterplan per l’Abruzzo sono state ammesse (fino al 31 agosto scorso) spese per 536 milioni su una dotazione totale di 753, sulle quali sono stati registrati impegni pari a 79 milioni di euro. Di contro, invece, degli 11 miliardi e mezzo di euro di fondi Fsc di competenza statale, a oggi gli impegni sono pari a 0 euro. Di qui la conclusione più ovvia e logica: che la messa in sicurezza delle autostrade venga sostenuta con questa linea di finanziamento, senza togliere risorse di cassa ai programmi della Regione relativi a interventi sul territorio>>. Lolli ha poi dichiarato di attendere l’emendamento, ma di non aver preoccupazioni di sorta ed ha ringraziato il Ministro.
Di diverso tenore l’analisi della deputata dem Stefania Pezzopane, che afferma: <<Alla fine hanno dovuto cedere. Grazie alla nostra determinazione si è risolta positivamente la vicenda dei 200 milioni per la messa in sicurezza de viadotti della Autostrada dei Parchi. E grazie ai sindaci e alla Regione che hanno reagito insieme a noi e con decisione allo scippo. Ora i finanziamenti per la messa in sicurezza antisismica saranno a carico del FSC del ministero dei Trasporti. I nostri emendamenti sono stati praticamente copiati dai relatori della maggioranza e, quindi assorbiti. È una vittoria che premia un impegno di chi ha rappresentato le giuste istanze dei cittadini dei nostri territori. Istanze ignorate dai deputati della maggioranza che hanno assistito silenti alla nostra battaglia, difendendo anche in commissione l’indifendibile. Un’autentica figuraccia dopo la netta retromarcia in Commissione. Hanno tradito gli interessi dell’Abruzzo, un comportamento assurdo ed il governo alla fine, a notte fonda, ha dovuto fare una tragica retromarcia. Ora il ministro Toninelli si sbrighi a fare i decreti affinché i lavori possano rapidamente riprendere>>.
La “democratica” ha preso parte ieri al Comitato istituzionale sisma 2016-2017. Nonostante l’invito fosse rivolto a tutti i parlamentari abruzzesi, la Pezzopane è stata l’unica a partecipare. Gli esponenti pentastellati hanno fatto sapere ai Sindaci, tramite una nota ufficiale, che non avrebbero partecipato dal momento che <<non ci sarebbe una “reale” volontà di collaborazione istituzionale da parte della Regione>>.
La vicenda è stata resa nota dal Forum H2O e poco dopo è arrivata la presa di posizione del vicepresidente del Consiglio Regionale Antonio Blasioli, che ha presentato «una risoluzione a tutela della falda acquifera delle sorgenti del Tirino», per fermare il trasferimento di acqua dall’Abruzzo alla Puglia.
CHIETI – Una struttura in grado di captare fino a 5 mila litri al secondo dalla sorgente “Basso Tirino” e di trasferire l’acqua dall’Abruzzo alla Puglia per mezzo di lunghissime tubature. Questo il focus dello studio realizzato da Politecnico di Bari e da Università di Chieti, sulla base di una convenzione stipulata nel 2022 con Azienda acquedottistica pugliese. Una convenzione di cui, afferma in vicepresidente del Consiglio Regionale Antonio Blasioli, «il Consiglio regionale non era stato informato».
La vicenda è stata resa nota nel corso di una conferenza stampa ieri, lunedì 2 settembre, dal Forum H2O Abruzzo, che chiede alla Giunta provvedimenti per fermare il progetto. I rappresentanti del forum svelano che la relazione tecnica si concentra sulla sorgente «”Basso Tirino”, posta pochi metri a valle dell’abitato di Bussi. Gli universitari hanno proceduto ad effettuare il rilievo geologico e idrogeologico di dettaglio, il rilievo LIDAR e le analisi geochimiche e isotopiche dell’acqua. Nelle Conclusioni si può leggere testualmente “Gli elementi di conoscenza aggiuntivi hanno permesso, altresì, di fornire indicazioni circa la configurazione ottimale dell’opera di captazione”. Evidenziano poi che “Le acque della sorgente del Basso Tirino presentano interessanti prospettive di sfruttamento ad uso idropotabile, sia per la buona qualità delle acque che per la quota della sorgente” e che appunto “la capacità di captazione stimata è di almeno 4-5 mc/s”».
A stretto giro è arrivata una replica da parte del vicepresidente del Consiglio Regionale Antonio Blasioli, che ha reso noto di aver presentato una risoluzione affinché la Giunta si opponga «fermamente a qualsiasi ipotesi di captazione con un atto votato a tutela dell’acqua sia per uso potabile che idroelettrico». Blasioli afferma: «Considerata la crisi idrica senza precedenti che sta provocando infiniti disagi nelle province di Pescara e Chieti, causata da una dispersione che tocca punte del 60%, riteniamo quantomeno inopportuna qualsiasi ipotesi di riduzione della portata del fiume Tirino, in quanto metterebbe ulteriormente a rischio il rifornimento di acqua per il territorio. Il rischio però non riguarda solo l’acqua potabile, ma anche l’uso idroelettrico e conseguentemente il lavoro nella valle del Tirino. Sulle grandi derivazioni idroelettriche la Regione Abruzzo è oltretutto in ritardo. Occorrono una modifica alla legge e un tavolo interistituzionale come richiesto dalla Società Chimica Bussi e dalla Burgo Group. Leggendo sulla stampa della rinnovata volontà di captare acqua abruzzese per alleviare la sete pugliese, mi sorge il dubbio che l’ateneo teatino non abbia valutato fino in fondo le ricadute economiche dell’operazione».
Oggi alle 17 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Ortona, si celebreranno le esequie di Lorena Paolini, la donna strangolata e lasciata agonizzante nella sua casa, lo scorso 18 agosto. Sui manifesti funebri, tra gli «addolorati» il marito Andrea Cieri, che rimane per ora l’unico indagato.
CHIETI – Amici e parenti saluteranno Lorena Paolini, la donna uccisa nella sua casa di Contrada Casone, nelle vicinanze di Ortona, oggi alle 17:00, presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie. La cinquantatreenne casalinga è stata ritrovata agonizzante la mattina di domenica 18 agosto dal marito, Andrea Cieri, impresario di pompe funebri, che rimane l’unico indagato.
Fu lui quel giorno a chiamare i soccorsi, per un malore che avrebbe avvertito la moglie. Il personale sanitario però notò delle strane e sospette e chimosi sul collo della donna, poi deceduta. L’autopsia un paio di settimane più tardi avrebbe chiarito le cause del decesso: è stata strangolata.
La Procura di Chieti ha aperto un fascicolo per omicidio ed ha già interrogato due volte il marito, che però respinge con forza ogni accusa.
8 persone, tra cui 2 ragazzine ed una bambina, sono state soccorse nel corso di 6 diversi salvataggi in mare avvenuti ieri, martedì 30 luglio, a Francavilla al Mare, Ortona, Pescara e Montesilvano.
PESCARA – Quella di ieri è stata una giornata impegnativa per i bagnini degli Angeli del mare, che hanno effettuato 6 salvataggi in un solo giorno al largo delle coste pescarese e chietina. I bagnanti che si sono ritrovati in difficoltà sono stati sorpresi dal mare grosso. Ad ogni salvataggio, la Guardia Costiera ha fornito il proprio supporto.
Il primo intervento si è verificato ad Ortona, intorno alle 12:45, quando una bambina è stata travolta dalle onde, mentre si trovava al largo insieme alla nonna. La corrente le aveva portate a 70 metri dalla battigia esattamente all’apertura della scogliera. La bagnina Lucia De Felice, che le stava tenendo d’occhio con il binocolo, si è tuffata in acqua con il baywatch e le riportate a riva.
Poco dopo, intorno alle 14:00, a Pescara la forte corrente di risacca ha sorpreso un uomo ed una bambina di 8 anni, stranieri, che non riuscivano più a far ritorno a riva. I due hanno potuto aggrapparsi alle tavole da sup di due surfisti che si trovavno nei paraggi, in attesa dell’arriva del bagnino Francesco Scaglione, che li ha recuperati e riportati a riva. Dinamica simile a Francavilla, dove una ragazza non riusciva a ritornare a terra, per via della forte corrente, ad una cinquantina di metri dalla riva. Diego Santone l’ha raggiunta e soccorsa.
A Montesilvano invece, il mare grosso ha gettato nel panico una signora di sessant’anni, a circa 60 metri dalla riva. Soccorsa da Emanuele Sciancalepore, è stata poi affidata alle cure del 118, ma non aveva riportato grosse conseguenze.
Sempre a Montesilvano, si sono poi verificati altri due salvataggi in mare, a distanza di pochi minuti. Intorno alle 13:45 un uomo in difficoltà a causa delle forti correnti è stato raggiunto al largo da Davide Finocchio, si è aggrappato al suo pattino ed ha fatto ritorno sulla terra ferma. Nemmeno il tempo di tirare il fiato e dare il cambio al collega Emanuele, intorno alle 14, che i due bagnini vengono richiamati in acqua: due ragazzine si trovavano in difficoltà oltre il limite delle acque sicure. Entrambe sono state riportate a riva sane e salve.