MARTINSICURO – Le Elezioni Regionali di domenica scorsa non sono state particolarmente fortunate per i candidati martinsicuresi. Quattro quelli in corsa, nessuno dei quali eletto in Consiglio Regionale.
Antonio Lattanzi si è fermato a 602 voti. La sua lista, Azione politica nella coalizione che appoggiava Marco Marsilio, ha ottenuto il 3,24% con 19.446 voti, a livello regionale. Nella circoscrizione di Teramo il 2,07% con 2.877 voti.
Di poco inferiore il risultato elettorale di Progressisti – Liberi e Uguali, nella coalizione di centrosinistra, che però ha fatto meglio nel teramano. Con 16.614 voti si è fermata al 2.77%. Nella circoscrizione di Teramo ha ottenuto il 2,61% dei consensi, che sono stati 3.629. La candidata Marta Viola, la più giovane tra i martinsicuresi in corsa, ha raccolto 596 preferenze.
Molto più eclatante, la débâcle dei due membri dell’Amministrazione locale, Emma Zarroli ed Alduino Tommolini. La Presidente del Consiglio Comunale e l’Assessore al Bilancio, si sono presentati tra le fila di Avanti Abruzzo – Italia dei Valori. È stata la lista ha fatto registrare il peggior risultato tra quelle a supporto della candidatura di Legnini. A livello regionale si è piazzata penultima, davanti solo a CasaPound. Con 5.611 ha ottenuto lo 0,93%. Leggerissimamente meglio nella circoscrizione di Teramo, nella quale ha superato anche la lista Centristi per l’Europa. Qui ha preso l’1,11% con 1.546 voti. Emma Zarroli ha raccolto 299 preferenze, Tommolini 221.
Un risultato certamente non esaltante, che non è passato inosservato agli occhi dei loro avversari politici. Tra essi, i più combattivi sono senz’altro gli esponenti di Fratelli d’Italia. Il partito che ha espresso il Governatore della Regione pur avendo preso solamente il 6,48%, ha aspramente criticato la decisione dei due rappresentanti dell’Amministrazione locale di schierarsi con il centrosinistra, fin da quando essi hanno ufficializzato la candidatura. A detta del gruppo di centrodestra, si è trattato di opportunismo politico.
Oggi rincara la dose, arrivando addirittura a chiedere al
Primo Cittadino Vagnoni di prendere atto della bocciatura emanata dalla
cittadinanza e di pretendere le loro dimissioni.