ASCOLI/ANCARANO – Ebbene sì, pochi sanno che Francesco Stabili di Simeone, meglio noto come Cecco d’Ascoli, nasce ad Ancarano nel 1269. È stato semplicemente poeta, medico, insegnante, filosofo e astrologo/astronomo italiano.
Per il suo pensiero eterodosso in materia religiosa fu condannato al rogo dall’Inquisizione, e morì arso davanti alla basilica di Santa Croce a Firenze il 16 settembre 1327.
Ma arriviamo al dunque, quando lo incontriamo ad Ascoli, come lo chiamiamo? Cesco D’Ascoli o Cecco D’Ancarano?
Chiariamo subito che il nome del paese messo sotto accusa, Ancarano, deriva da un prediale composto dal nome latino di Anc(h) arius a cui è stato aggiunto il suffisso anus.
Lo storico Sebastiano Andreantonelli attribuisce alla denominazione del borgo una correlazione ad Ancaria, divinità venerata nella città di Ascoli Piceno, che, secondo quanto tramandato dagli storici locali, ebbe in questo luogo un tempio.

Cecco D’Ascoli
Secondo l’umanista Angelo Colocci – riportato in Castelli, 1892 -, la madre del poeta era solita frequentare feste di carattere orgiastico che riprendevano quelle antiche in onore della dea Ancaria, l’antica Signora degli Animali dei Piceni, analoga alla Diana latina, e proprio nel prato dove sorgeva l’antico santuario della dea sarebbe nato Cecco d’Ascoli.
La ‘città’ d’Ancarano, quindi, la si può far risalire all’epoca preromana come centro abitato o luogo sacro piceno. Nel Medioevo la sua storia è legata a quella di Ascoli Piceno, al cui Vescovo infatti fu ceduta da Carlo Magno. Quindi appartenne allo Stato Pontificio per poi passare alla Repubblica Romana, per essere infine annesso all’Italia e al Regno delle due Sicilie.
Note storiche del periodo precedente alla nascita dell’astrologo:

Ancarano, Porta da Mare
Tutto accade il 18 agosto del 1137, a Salerno, quando l’imperatore Lotario III dona a Presbiterio, vescovo di Ascoli, e ai suoi successori la contea di Ascoli, la città di Ascoli, i monasteri e le terre che nomina; gli conferma i possedimenti acquisiti dai predecessori, durante il governo episcopale di Bernardo II; rinuncia alle proprie competenze e riconosce al presule la facoltà di tenere mercato e di battere moneta. Nell’elenco dei possedimenti confermati figura ‘Ancarianum’.
Arrivando poi negli anni precedenti alla nascita del poeta, precisamente il 12 agosto del 1252, a Perugia, dove Innocenzo IV papa conferma al vescovo e al capitolo di Ascoli le località in diocesi ascolana e in diocesi aprutina, assegnate loro dagli imperatori Lotario III e Federico I, che nomina. Nell’elenco figura ‘Ancaranum’.
Nel 1255, il gennaio 30, a Napoli Alessandro IV papa conferma a Teodino, vescovo di Ascoli, e al capitolo di Ascoli il possesso delle località loro concesse dagli imperatori Lotario III e Federico II. Nell’elenco figura ‘Ancaranum’.
Dopo questa piccola ricerca, si può dichiarare che il filosofo Cecco lo si può definire sia un Ascolano DOC, che un teramano DOP.
Fate voi, ma io da oggi lo chiamerò Cecco D’Ancaria.
M’Art – Arte e Cultura –
Fonti [Note storiche]: Documenti dell’Abruzzo teramano, ‘Le valli della Vibrata e del Salinello’ – Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo -.