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Martinsicuro, la presentazione dell’ultimo libro di Antonio Camaioni

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MARTINSICURO – Il 31 maggio scorso, presso la bella location Torre Carlo V, c’è stata la presentazione del libro del poeta Antonio Camaioni, “Nell’ordine del caos”, edito dalla Di Felice Edizioni. L’iniziativa è stata portata avanti dall’Assessorato alla cultura. Ha moderato l’evento l’editrice, Valeria Di Felice, con la partecipazione di Vincenzo Di Bonaventura che ha curato il recital.

Antonio Camaioni è un poeta molto conosciuto sia a Martinsicuro che altrove e molto apprezzato dalla critica. La stessa Valeria Di Felice usa parole di elogio e di merito verso questo poeta che scrive una sua poesia silenziosa dal rumore assordante. La moderatrice continua dicendo che Antonio è un poeta di mondo che, attraverso la sua parola, ha restituito l’orizzonte a una serie di intuizioni che forse parlano anche di altri mondi. Un poeta vero e tra i più rari. Un poeta nascosto come l’ho definito anche io più volte in altri articoli. Un poeta che ama nascondersi non per gioco o presunzione ma proprio per tener fede a quella riservatezza propria di quei pochi artisti che considerano la poesia come un sentire profondo e sincero che va protetto dal caos del mondo.

Questo di Antonio è il sesto libro che viene pubblicato ed è un libro che non smentisce la sua arte priva di fronzoli. Antonio afferra le parole con la forza di un proprio primordiale sentire e la delicatezza del rispetto dovuto e le fa proprie rendendole pulite. La performance del recital del maestro Vincenzo Di Bonaventura ha colto tutta l’intensità emotiva e disperata del grande poeta martinsicurese attraverso una sua interpretazione che sembrava quasi l’ombra della poesia stessa del poeta, come se la voce fosse attaccata al verso. Camaioni è un poeta di cui ci si innamora facilmente, fuori non dalle righe perché nelle righe c’è intero, ma fuori da un mondo oramai contaminato dove la parola poetica, a stento la si riconosce.

E, partendo comunque dal presupposto che chi scrive lo fa proprio per esigenza personale e per trovare quasi una risposta ad un sentire che il poeta stesso sa di non trovare mai, Antonio possiede, a differenza di altri, quell’irriverenza stilistica che non risparmia nessun verbo, nessun nome e nessun aggettivo. Per questo è perfetta. Non la giustifica creando quella dolcezza di cui forse ha bisogno ma rimette al lettore un’esigenza emotiva che, attraverso la lettura dei suoi versi giunge quasi a destinazione. Tramite la sua poesia è come se ci dicesse: “Leggetemi perché cerco una risposta che forse non troverò mai, ma ho bisogno di voi per far sì che non venga meno la speranza di trovarla.” Nei suoi versi io, personalmente come lettrice, sento questa forza che mi spinge ad assecondarlo ritrovandomi io stessa in un circolo senza margini.

L’editrice racconta di questa poesia forte che l’ha coinvolta fin dal primo incontro avvenuto nel 2013 quando ha pubblicato “Dei corvi e delle Spighe”, il suo quinto libro che è stato presentato nella sala consiliare di Martinsicuro ed è la rielaborazione e la riscrittura delle poesie più significative tratte dai suoi quattro libri precedenti. E infine la tanto attesa pubblicazione di quest’ultimo libro che contiene una cinquantina di poesie nuove, una breve prefazione da parte della stessa Valeria Di Felice ma soprattutto una quindicina di domande che aiutano il lettore ad entrare con più facilità in quello che è il percorso poetico di Antonio per scoprire alcuni lati della sua umanità. Antonio è uno di quegli esempi, come ha spiegato bene Valeria, dove la scrittura e l’esistenza coincidono mettendo in atto una convergenza che si fa sintesi e poesia stessa. La sua scrittura ha una forza evocativa profonda e corrosiva alla quale nessun lettore riesce a rimanere indifferente. Io stessa ne ho subito il fascino e la drammaticità di una vita vissuta nel caos della parola più cruda e per questo più vera. La sua poetica va oltre la reale comprensione del testo. Qualcuno dice che è difficile. Io non sono d’accordo. Non è difficile. Fa paura. E la paura ci allontana dalla comprensione.

La evitiamo per non rimuovere sensazioni forti che avevamo accantonato. Poi, leggendo e addentrandoci nel suo mondo, in questa selva oscura, come avrebbe scritto Dante, torniamo tutti quel Virgilio di cui il poeta Antonio ha bisogno. Arrivato a questo punto il lettore capisce finalmente che la poesia non bisogna comprenderla sempre. Va sentita, ascoltata attraverso un proprio sentire che supera le barriere della comprensione stessa.  La poesia di questo artista è strettamente legata al senso della vita o al non senso perché quello che per ognuno di noi magari un tempo aveva un significato, oggi non ce l’ha più. Questa ambiguità dei sensi regola le parole di questo libro portando il lettore, paradosso, fuori da ogni regola di vita.

Nel corso della presentazione è stata letta anche una lettera che Antonio ha ricevuto da parte di uno dei più importanti critici e anche dei più importanti poeti italiani che è Gianni D’Elia il quale scrive:” L’ordine del caos di Antonio Camaioni curato da Valeria Di Felice ci offre una suite folgorante tra dialogo provocatorio e lirica concentrata sulla disperazione attuale della ragione poetica, intorno alla brutale regressione umana alla ricerca di una morale cosmica assoluta nel solco di una eresia intransigente di genio e follia recitata contro la sterile prosa dominante degli apparati digitali e delle accademie letterarie che umiliano la vita ma non il destino dei rari e veri poeti di oggi”. La lettera finisce con i saluti più cari verso uno dei più grandi poeti attuali.

L’evento si è concluso con i saluti dell’Amministrazione comunale da parte del vicesindaco e assessore alla cultura Pinuccia Camaioni la quale ha omaggiato il poeta martinsicurese attraverso parole di lode e di stima.

I ringraziamenti vanno al poeta Camaioni, all’attore di teatro Vincenzo Di Bonaventura, alla Di Felice Edizioni, a Valeria Di Felice che ha moderato l’evento, al Sindaco Massimo Vagnoni al Vicesindaco Pinuccia Camaioni e a tutta l’Amministrazione Comunale. Si ringrazia il pubblico che è intervenuto numeroso e che ha partecipato con entusiasmo e partecipazione a tutta la durata dell’evento.

Ancona

Le celbrazioni per il 250° anniversario della nascita di Gaspare Spontini

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presentazione 250° anniversario nascita di gaspare spontini

Si è svolta a Roma, presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura, la presentazione del programma delle celebrazioni del 250° anniversario della nascita del compositore Gaspare Spontini.

ANCONA – Partiranno il prossimo 16 marzo al Teatro Pergolesi di Jesi le celebrazioni del 250° anniversario della nascita del compositore Gaspare Spontini, con il concerto dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” diretta dal Maestro Riccardo Muti, da sempre musicista spontiniano par excellence, benefattore delle Opere Pie Spontini e Cittadino Onorario di Maiolati Spontini. Il giorno successivo si terrà un replica al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno.

Alla presentazione delle celebrazioni del 250° anniversario di Gaspare Spontini, tenutasi a Roma presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura, erano presenti Antonio De Rosa, Management Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, Lucia Chiatti, Direttore Generale Fondazione Pergolesi Spontini, Lorenzo Fiordelmondo, Presidente Fondazione Pergolesi Spontini e Sindaco Comune di Jesi, Onorevole Giorgia Latini, Vice Presidente Commissione Cultura, Scienze e Istruzione Camera dei Deputati, Onorevole Gianmarco Mazzi, Sottosegretario Ministero della Cultura, Marco Fioravanti, Sindaco di Ascoli Piceno, Tiziano Consoli, Vicepresidente Fondazione Pergolesi Spontini e Sindaco Comune di Maiolati Spontini, Sebastiano Mazzarini, Assessore alla Cultura del Comune di Maiolati Spontini, Cristian Carrara, Direttore Artistico Fondazione Pergolesi Spontini.

Oltre ai due concerti inaugurali sono diverse le iniziative in programma, tra cui concerti, incontri e convegni. Il programma completo è consultabile sul sito dedicato.

Commenta così il programma il Direttore Artistico della Fondazione Pergolesi Spontini, Cristian Carrara: «Gaspare Spontini è stato un compositore pienamente europeo. Capace di leggere, spesso in anticipo, i grandi cambiamenti culturali e politici che hanno attraversato l’Europa nel tempo in cui è vissuto. Nonostante questo aspetto, che lo rende un personaggio unico nel suo genere, ha mantenuto nel suo linguaggio una profonda italianità innovando profondamente il linguaggio dell’opera lirica del suo tempo. Celebrarne la nascita è per noi l’occasione per ribadire quanto ci sia bisogno che la sua musica sia eseguita e conosciuta ancor più di quanto lo è oggi, e quanto importante sia stato il suo contributo per tanti compositori che, dopo di lui, lo hanno visto come un maestro e un innovatore da cui prendere spunto».

Il Sindaco di Maiolati Spontini e Vicepresidente della Fondazione Pergolesi Spontini, Tiziano Consoli, e l’Assessore alla Cultura Sebastiano Mazzarini, sottolineano «come questo sia il primo atto dell’avvio dei festeggiamenti spontiniani che rievocano i 250 anni dalla nascita del Compositore: genio musicale, ma anche uomo e filantropo che ha saputo portare nelle corti europee della seconda metà dell’Ottocento le proprie opere rendendo lustro alla sua nazione, alla sua terra marchigiana di origine ed alla sua comunità. La città di Maiolati Spontini è oggi come in passato grata per le innumerevoli opere benefiche destinate alla popolazione. La sua musica e le sue opere camminano ancora oggi tra noi».

Il Sindaco di Jesi e Presidente della Fondazione Pergolesi Spontini, Lorenzo Fiordelmondo, aggiunge: «Una celebrazione importante per tutto il territorio marchigiano che sarà coinvolto nell’omaggiare il grande compositore, esaltato dalle corti europee dell’800 e preso come riferimento da Wagner. Dopo aver fatto conoscere il suo talento a Parigi e Berlino, Spontini decise di tornare nel borgo dove nacque il 14 novembre 1774. Dedicò alla musica gli ultimi anni della sua vita con l’amata moglie Celeste e mai dimenticò la comunità maiolatese: qui fondò le Opere Pie e donò alla comunità il parco che porta il nome di Celeste Erard, dimostrando il forte e profondo legame che ha avuto con il suo territorio. La vita e il talento di Gaspare Spontini sono stati raccontati nel docufilm “Gaspare Spontini Celeste Amore”, prodotto dalla casa di produzione jesina SubwayLab, che attraverso il cinema sta facendo conoscere ad un pubblico vasto ed eterogeneo questo grande protagonista della musica europea. Siamo orgogliosi, dunque, di celebrare questa importante ricorrenza in piena sinergia con il territorio: un lavoro di rete che è importante per sostenere percorsi culturali e turistici».

Il Direttore Generale della Fondazione Pergolesi Spontini, Lucia Chiatti, chiude così questo primo annuncio di un calendario che aumenterà progressivamente la propria offerta nel corso dell’anno: «Ogni anno sono felice ed orgogliosa di vedere tante nostre produzioni nei cartelloni dei teatri di tutto il paese e non solo. Tra le realtà teatrali, siamo un unicum assoluto: un centro di costante produzione artistica, crescita di professionalità e sviluppo della consapevolezza culturale del territorio che lavora in un contesto fatto di tanti piccoli borghi, che concretizza, con creatività ed entusiasmo, ambizioni intellettuali degne di un grande centro europeo e che vogliamo sempre più attrattivo per chi vive anche in realtà diverse, perché nella nostra aria tersa un trillo suona diversamente, un cielo dipinto a mano, un ricamo di seta dei nostri artigiani porta con sé il dolce sapore dei nostri colli. Molti ci conoscono per le nostre opere sempre in tournée in Italia, credo che sia giunto l’anno giusto perché tutti veniate a goderne qui».

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Ancona

Per la prima volta un presepe nelle Grotte di Frasassi: la presentazione il 29 dicembre

L’allestimento durerà fino al 9 gennaio. Alla presentazione, canti lirici di Natale e una sorpresa.

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presepe grotte frasassi

I presepi artistici del Maestro Andrea Pistolesi dell’Associazione “Amici del Presepe Monte San Giusto”, in mostra permanente a Palazzo Bonafede, entrano alle Grotte di Frasassi.

ANCONA – La Natività nella suggestiva Sala delle Candeline, un mercato nella sala dell’Organo, nelle altre l’Annunciazione e diverse raffigurazioni. I presepi artistici della collezione del Maestro Andrea Pistolesi dell’Associazione “Amici del Presepe Monte San Giusto”, in mostra permanente a Palazzo Bonafede, entrano alle Grotte di Frasassi. La presentazione si terrà venerdì 29 dicembre, mentre l’allestimento durerà fino al 9 gennaio.

È la prima volta che viene allestito un presepe all’interno delle sale delle Grotte. Statue alte 65 centimetri, con occhi di cristallo, in un allestimento progettato e realizzato nel rispetto di tutte le rigide norme di tutela dell’ambiente speciale delle Grotte di Frasassi.

Un secondo allestimento dell’Associazione “Amici del Presepe Monte San Giusto” si trova nella splendida location del Tempio neoclassico del Valadier, dove sono allestite ben sei teche e diorami, con presepi ispirati a scene tipicamente marchigiane.

L’idea di allestire un presepe nelle Grotte di Frasassi è venuta in mente a Melissa Sciacca, professoressa in marketing e comunicazione, che racconta la genesi dell’esposizione: «Pur abitando ad Ancona, ho sempre avuto nel cuore le Grotte di Frasassi, il Castello di Genga e gli scenari della Gola della Rossa. Qualche anno fa stavo per partecipare al celeberrimo presepe vivente che poi fu annullato per motivi di Covid e di sicurezza. Ho sempre immaginato, però, quanto potesse essere suggestivo allestire un presepe all’interno delle Grotte di Frasassi, così, conoscendo la bellissima mostra di presepi del maestro e amico Andrea Pistolesi, a novembre inoltrato mi sono lanciata in una proposta di allestimento: mi sono rivolta alla Pro Loco di Genga che con premura mi ha indirizzata al Consorzio Frasassi, che con entusiasmo e generosità ha accettato l’idea.  Partecipare all’allestimento (fatto nel pieno rispetto delle norme di tutela dell’ambiente delle Grotte) e vivere questa meravigliosa esperienza è stata per me una grande gioia. Ringrazio il Consorzio Frasassi, la Pro Loco di Genga, il Comune di Genga, la Direttrice e tutti i collaboratori delle Grotte di Frasassi».

Pierpaolo Mascia 

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Ultimi biglietti per “Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek al Comunale di Teramo

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Il cast, che vede oltre dieci attori in scena, comprende tra gli altri Francesco Pannofino, Gianna Coletta, Loredana Cannata ed Erik Tonelli. Prima regia teatrale per Ozpetek, che con “Mine Vaganti” porta in scena anche a Teramo l’adattamento di una delle sue pellicole migliori. Spettacolo serale già sold out, ma c’è ancora qualche tagliando per la replica pomeridiana.

TERAMO – Terzo appuntamento per la Stagione di Prosa 2023/2024 della Riccitelli con un grande titolo e un allestimento importante. “Mine vaganti”, film cult nella filmografia di Ferzan Ozpetek, che ne cura anche la regia teatrale, è in programma al Teatro Comunale di Teramo giovedì 21 dicembre alle 20:30 e venerdì 22 alle 18 per la replica pomeridiana.

Ricco e importante il cast con attori del calibro di Francesco Pannofino insieme, tra gli altri, a Gianna Coletta, Loredana Cannata, Erik Tonelli, per una produzione che vede più di dieci attori in scena.

Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori, vincitore di 2 David di Donatello, 5 Nastri d’Argento, 4 Globi d’Oro, il Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York ed il Ciak D’Oro come Miglior Film.

Così il regista racconta e descrive il suo spettacolo sul palcoscenico: «Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura.

Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento.

L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità.

Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo.

Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti.

Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce».

I biglietti per lo spettacolo serale di “Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek al Teatro Comunale di Teramo sono andati presto esauriti, tuttavia è ancora possibile acquistare gli ultimi tagliandi disponibili per la replica pomeridiana. Info e dettagli su www.primoriccitelli.it, pagina Facebook e Instagram della Riccitelli.

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