TERAMO – Slitta ancora il processo sul presunto traffico di droga nella costa teramana, che vede tra gli accusati anche due ex appartenenti alle forze dell’ordine. 9 in tutto gli imputati, accusati a vario titolo di aver partecipato ad un sodalizio criminale al cui vertice si sarebbe trovato un cittadino albanese, Elvis Szulk. Questi avrebbe allestito un ramificato giro di spaccio, attivo su tutto il litorale teramano. Ma non mancano i dubbi. Non sono stati effettuati sequestri di droga e l’inchiesta si poggia soprattutto su alcune intercettazioni, che la difesa sostiene essere state modificate ed interpretate in maniera erronea.
L’inchiesta sul presunto traffico di droga è cominciata nel febbraio del 2017, con l’arresto di Elvis Szulk, ma il dibattimento è cominciato solo lo scorso giovedì 6 giungo, dopo aver già subito un rinvio una prima volta. Tuttavia, poco dopo l’inizio della prima udienza, durante la quale sarebbero dovuti essere ascoltati 5 testimoni, il giudice Flavio Conciatori ha bloccato tutto. Alla seconda deposizione, quella del tenente Ernesto Parretta, ha chiesto al Presidente del Tribunale di affidare il processo ad un altro giudice, temendo che possa esservi incompatibilità.
In sostanza, relativamente ad uno dei capi d’accusa, ritiene
di aver già sentito alcuni dei testimoni e di aver già emesso una sentenza,
durante un precedente processo nel quale era imputata una persona estranea a
questo procedimento. Da qui, la richiesta di verifica presso la Cancelleria. Il
prossimo 4 luglio darà lettura del parere del Presidente del Tribunale, che
potrebbe anche rigettare tale istanza. In questo caso il processo continuerebbe
con Conciatori, viceversa dovrebbe essere nuovamente imbastito dall’inizio da
un nuovo giudice.
<<Mi pare quantomeno curioso – commenta l’avvocato Serena Gasperini – in fin dei conti si tratta di un Tribunale piccolo e di un processo abbastanza chiacchierato. Dal momento che aveva gli atti, avrebbe potuto fare una preliminare analisi, ma si vede che tra i 31 capi d’imputazione, proprio questo gli è sfuggito. Il carabiniere invece avrebbe potuto farlo presente, ma aveva appena cominciato quindi si vede che non ha fatto in tempo a dirlo>> prosegue sibillina l’avvocato.
Serena Gasperini è uno dei legali della difesa. Assiste Elvis Szulk. Penalista di razza, di base a Roma, ha seguito vicende giudiziarie importanti in tutta la penisola. Ha rilasciato alcune dichiarazioni ai nostri taccuini:
<<Tutta l’inchiesta nasce in maniera particolare. 31 capi d’imputazione, la maggior parte relativi allo spaccio di stupefacenti, e nessun sequestro di droga, se non un paio di grammi trovati addosso all’imputato al momento dell’arresto>>.
<<Anche le intercettazioni lasciano confusi – prosegue l’avvocato – alcune interpretazioni sono al limite del ridicolo, forzate e fantasiose. Oltretutto bisognerebbe evidenziare il fatto che Elvis, dopo aver ricevuto le trascrizioni di queste intercettazioni, ha sporto una denuncia contro soggetti di questo processo che si sono occupati delle indagini. Il procedimento è stato assegnato allo stesso pm, Davide Rosati, che quindi si è trovato a dover indagare su persone alle quali aveva affidato indagini, il cui titolare era proprio lui. In nessuna procura può accadere una cosa del genere>>.
<<Oltretutto Rosati – continua il legale – ha un procedimento aperto a Campobasso, dopo la denuncia di De Ninis [ex appuntato scelto, imputato per favoreggiamento. Ha denunciato irregolarità nelle indagini, n.d.r.]e la sua posizione non è stata archiviata. Pertanto mi chiedo se sia indicato che rimanga titolare dell’indagine. Secondo me ci sono problemi di incompatibilità>>.
In conclusione la Gasperini ci comunica di non trovarsi del tutto a suo agio nelle aule teramane: <<non è la prima volta che a Teramo mi trovo di fronte a situazioni che richiederebbero il commissariamento della Procura e del Tribunale. Non capisco come il Csm non si sia reso conto che ci sono modalità di gestione dei processi che a volte sembrano un po’ troppo “casarecce”>>. Quando abbiamo chiesto ulteriori approfondimenti su questo passaggio, l’avvocato si è limitato a dire: <<non ho percepito indipendenza di magistratura, giudici e pm. Soprattutto ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a poca obiettività dei magistrati nei confronti di soggetti che hanno a che fare con le forze dell’ordine. Per esempio non mi pare logico che in un’indagine relativa ad un corpo, ad indagare siano membri di quello stesso corpo. Con quest non intendo certo affermare che ci troviamo di fronte ad un sistema di clientelismo – chiosa la penalista – semplicemente, i magistrati sono lì da decenni e pertanto è naturale che nascano rapporti di cordialità ed amicali dopo tanto tempo. Temo però che questo abbia creato i presupposti per una ingerenza nella gestione della giustizia>>.