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L'Aquila

Arriva un villaggio sportivo sul lago di Scanno: è un’iniziativa privata

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L’AQUILA – Questa mattina a L’Aquila, a Palazzo Silone, è stato presentato il progetto per la realizzazione di un villaggio sportivo tra i comuni aquilani di Villalago e Scanno, nei pressi del lago. Il progetto è stato proposto all’assessore regionale allo Sport Guido Quintino Liris, erano presenti il sindaco di Scanno, Giovanni Mastrogiovanni e il suo vice, Giuseppe Marone L’iniziativa è di un gruppo cinese. Il progetto è frutto di proposta privata e sarà realizzato con capitali italiani e stranieri.

 Il villaggio sportivo sarà il punto di riferimento per XTERRA a livello europeo per i praticanti della disciplina del Triathlon Cross.

Hanno partecipato Massimo Massacesi e Alex Miconi, rappresentanti della x-tribe srl – la società che dal 2017 detiene la licenza italiana del marchio internazionale di Triathlon Cross XTERRA e organizza eventi sportivi di grande richiamo nei Comuni di Scanno e Villalago nonché in varie regioni d’Italia – e una delegazione cinese della proprietà del marchio XTERRA.

Il villaggio sarà progettato secondo le più innovative tecnologie della bio-edilizia, in modo da garantire il più alto livello di sostenibilità ambientale, utilizzando fonti di energia rinnovabile per ridurre al minimo gli impatti negativi sull’ambiente.

Ha chiarito l’assessore Liris: «Si tratta di un’opportunità eccezionale per l’intera regione e a livello nazionale, su iniziativa di un imprenditore cinese, che sta cercando di coniugare il mix tra sport e natura con l’aspetto economico e finanziario in un territorio che esprime eccellenze naturalistiche che vanno tutelate e valorizzate e a cui è necessario garantire condizioni di sviluppo e di lavoro attrattive.

Le amministrazioni comunali chiedono supporto alla Regione e noi saremo al loro fianco perché guardiamo con interesse a un progetto di valorizzazione e crescita delle aree interne. A partire dalle loro specificità queste zone devono essere considerate economicamente e socialmente altamente attrattive, dotate di un potenziale unico rispetto alle politiche di sviluppo economico e di coesione sociale».

L'Aquila

Prete condannato a 21 anni per omicidio: fu parroco in Abruzzo

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prete condannato per omicidio

Don Paolo Piccoli, ex parroco di Pizzoli in provincia di L’Aquila, è stato condannato a 21 anni e 6 mesi di reclusione nel processo bis per l’omicidio di monsignor Giuseppe Rocco, ex parroco di Santa Teresa a Trieste.

L’AQUILA – Si è chiuso presso la Corte d’assise d’appello di Venezia il processo bis nei confronti di don Paolo Piccoli, ex parroco di Pizzoli, condannato a 21 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio di un altro prete: monsignor Giuseppe Rocco, ex parroco di Santa Maria a Trieste.

Il parroco venne trovato senza vita il 25 aprile del 2014, nella sua stanza della Casa del Clero. Secondo le accuse, alla base del delitto ci sarebbe stato il furto di alcuni oggetti sacri, mai ritrovati, per il quale Rocco sospettava di Piccoli.

Il prete è stato condannato per omicidio sia in primo grado che in appello, ma un anno fa la Cassazione aveva ribaltato le sentenze dei Tribunali triestini a causa della mancata ammissione dei consulenti di parte durante alcuni accertamenti irripetibili: don Piccoli non era stato avvisato, dal momento che non era stato iscritto al registro degli indagati.

Adesso la Corte d’assise d’appello ha confermato la condanna, accogliendo le richieste del procuratore generale Paola Tonini.

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L'Aquila

Palestinesi arrestati a L’Aquila, Piantedosi: «catturati tre pericolosi terroristi»

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L’indagine è stata coordinata dal procuratore nazionale antiterrorismo, Giovanni Melillo. Secondo le accuse, i tre stavano progettando attentati anche suicidi, in Israele e Cisgiordania, ma gli inquirenti non escludono che volessero colpire nel nostro Paese.

L’AQUILA – «Soddisfazione per la cattura all’Aquila di tre pericolosi terroristi, operazione che conferma il continuo impegno e la grande capacità investigativa delle nostre Forze dell’ordine, che ringrazio per questo importante risultato». Con queste parole il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato l’arresto di tre uomini palestinesi accusati di pianificare attentati terroristici all’estero e in patria.

Gli arrestati sono Anan Kamal Afif Yaeesh, 36 anni, Ali Saji Ribhi Irar, 30 anni e Mansour Doghmosh, 29 anni. Ci sono soprattutto intercettazioni di telefonate e chat alla base dell’inchiesta che ha portato la Procura a formulare le accuse contro di loro. Secondo gli inquirenti, progettavano attentati, anche suicidi, in Israele e Cisgiordania. Secondo le accuse però, non è escluso che potessero colpire anche nel nostro Paese.

I tre risiedevano a L’Aquila da diversi anni, formalmente per trovare lavori nell’edilizia durante le fasi di ricostruzione post sisma. Secondo gli inquirenti invece, avrebbero scelto L’Aquila per avere la base operativa in una provincia tutto sommato lontana dai radar.

In Italia avrebbero organizzato un’unità militare chiamata “Gruppo di risposta rapida- Brigata Tulkarem”, di ispirazione dei Martiri di Al-Aqsa, l’ala armata del partito Fatah riconosciuta come organizzazione terroristica dall’Ue e dagli Usa.

In base a quanto ricostruito da Digos e Antiterrorismo, dopo aver gestito per anni i flussi di denaro per finanziare l’attività del gruppo, n seguito all’attentato dello scorso 7 ottobre avrebbero deciso di alzare la posta e di passare alla fase esecutiva.

I tre presunti terroristi arrestati a L’Aquila avrebbero tenuto in considerazione anche l’attività propagandistica: si erano procurati telecamere per filmare e trasmettere le loro gesta, riprendendo una tattica già sperimentata dall’Isis.

Non mancano però reazioni contrastanti alla notizia dei tre arresti. La lista della destra radicale Forza Nuova ad esempio, chiede il rilascio dei tre palestinesi, considerati prigionieri politici: «Più che terroristi sembrano rappresentanti delle Autorità Palestinesi. – dichiara il segretario Roberto Fiore – L’arresto arrivato dopo la richiesta di Israele, che ne richiede l’estradizione, con i solerti agenti italiani che eseguono gli ordini di Netanyahu, lo stesso che si è macchiato di atti di genocidio in Palestina. – conclude Fiore – Se i tre Palestinesi non sono indiziati per reati commessi in Italia vengano rilasciati immediatamente».

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L'Aquila

Prete perde il controllo dell’auto e si schianta: positivo alla cocaina

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Era di ritorno da una cena quando, forse a causa del fondo scivoloso, ha sbandato ed ha sbattuto contro il guardrail, riportando una lieve ferita. In ospedale è stato sottoposto al test tossicologico.

L’AQUILA – Nella notte tra domenica e lunedì scorsi, un sacerdote dell’Alto Sangro ha avuto un piccolo incidente automobilistico lungo la statale 17, a Santa Brigida di Pratola Peligna, di ritorno da una cena. Il sinistro non ha avuto conseguenze gravi, giusto qualche punto di sutura, se non fosse per il fatto che il prete è risultato positivo alla cocaina.

Il sacerdote infatti, è stato accompagnato in ospedale per accertamenti e per una lieve ferita che ha rimediato al capo. Qui però è stato anche sottoposto al test tossicologico, che ha appunto dato esito positibo.

Il sacerdote ha perduto il controllo del mezzo sul quale si trovava a bordo forse a causa del fondo scivoloso dopo la pioggia ed è andato a sbattere contro il guardrail. Sul posto sono intervenuti i soccorsi, che hanno deciso di portare il preste in ospedale, dove si è scoperto che era positivo alla cocaina.

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