PESCARA – In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Centro antiviolenza Ananke Onlus rende pubblici i dati relativi all’attività svolta, in continuità con un lavoro intrapreso da oltre 10 anni. L’associazione si occupa di accogliere presso il centro antiviolenza di Pescara donne che hanno subito o stanno subendo qualsiasi forma di violenza di genere.
Aumentano le donne che si sono rivolte al centro Anankedi Pescara, così come aumentano le donne attualmente seguite in un percorso di assistenza e tutela.
Le donne arrivano al centro antiviolenza attraverso diverse vie: nel 37,3% su indicazione di amiche, amici e parenti (in aumento rispetto al 30,4% dell’anno scorso), a dimostrazione del radicamento sul territorio del Centro antiviolenza Ananke.
Il 32% arriva su invio da parte degli altri nodi di rete (servizi sociali, forze dell’ordine, servizi sanitari, privato sociale), in aumento rispetto al 25% circa dell’anno scorso. Quest’ultimo dato conferma quanto sia fondamentale il lavoro di supporto e di cooperazione della rete antiviolenza di Pescara.
Il 73% dei contatti è arrivato da donne di Pescara e provincia, il 9,3% di Chieti e provincia, il 4% da Teramo e provincia e lo 0,7% dall’Aquilano, oltre al 6,7% provenienti da altre Regioni.
Il 33% ha un’età fra i 40 e 49 anni, il 21% fra i 50 e 59 anni, il 17% fra i 30 e 39 anni ed il 15% fra i 18 e 29 anni. Il 5% sono minori fra i 14 e 17 anni. Il 77% delle donne sono italiane, ed il 21% straniere.
La violenza maschile contro le donne si manifesta in forme diverse: psicologica, fisica, sessuale ed economica e quasi sempre sono multiple e ripetute. La violenza psicologica e quella fisica sono le forme più frequenti. Una percentuale non trascurabile di donne ha subito anche atti persecutori.
Due terzi delle richiedenti assistenza ha figli, mentre andando ad analizzare il tipo di violenza subita, nell’ultimo anno è stabile il numero di vittime di violenze sessuali, calano le donne vittime di stalking; mentre cresce il numero delle donne che hanno subito violenza fisica e violenza psicologica.
Poi l’associazione Ananke tiene a sottolineare il bisogno di sfatare il mito degli uomini violenti appartenenti a classi sociali, culturali ed economiche basse. La violenza non è necessariamente compiuta dagli svantaggiati, anzi può, purtroppo, riguardare chiunque: disoccupati, operai, impiegati, professori, medici, avvocati.