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Ancona

Trenitalia e Regione Marche trovano l’accordo: 26 nuovi treni e oltre 300 milioni di investimenti

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ANCONA – Al via la ‘rivoluzione’ del trasporto ferroviario regionale e metropolitano per i pendolari marchigiani grazie al nuovo Contratto di Servizio 2019-2033 fra Regione Marche e Trenitalia con 26 nuovi treni e oltre 300 milioni di investimenti.

Il nuovo Contratto, del valore complessivo di oltre un miliardo di euro, è stato firmato ieri, venerdì 13 dicembre, ad Ancona dal presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli e dall’Amministratore Delegato Trenitalia, Orazio Iacono. Alla cerimonia, svolta negli spazi delle Officine Trenitalia, hanno preso parte l’Assessore ai Trasporti Angelo Sciapichetti, Sabrina De Filippis e Fausto Del Rosso, rispettivamente Direttore Passeggeri Regionale e Direttore Marche di Trenitalia, e Michele Viale, Amministrato Delegato di Alstom Ferroviaria.

Luca Ceriscioli (Il Martino - ilmartino.it -)

Luca Ceriscioli

‘Una grande operazione che rientra nella strategia generale della sostenibilità fortemente voluta dalla Regione – ha detto il presidente Ceriscioli – È la via verde per lo sviluppo come risorsa e continuiamo ad investire in questa direzione, dalle ciclovie all’elettrificazione delle linee alla mobilità sostenibile’.

Il nuovo accordo consente l’ammodernamento di tutto il parco mezzi regionale contribuendo significativamente al miglioramento della qualità del servizio rispetto a puntualità, affidabilità, regolarità, rumorosità e possibilità di accesso a utenti con ridotta mobilità. Nel 2025 l’età media dei treni circolanti nelle Marche sarà di soli 6,4 anni, rispetto ai 16 attuali.

‘Treni nuovi dotati di wi-fi, spazio per le biciclette, telecamere per la videosorveglianza e prese elettriche per ricaricare i dispositivi mobili – commenta Ceriscioli – è tutto un invito ad utilizzare il treno in alternativa agli altri mezzi di locomozione, mezzi elettrici che consumano di meno e che si collegano alla mobilità dolce della bicicletta. È il grande progetto della Regione Marche per la sostenibilità negli spostamenti su mezzi ecologici, un disegno strategico realizzato con un partner straordinario come Trenintalia’.

Angelo Sciapichetti (Il Martino - ilmartino.it -)

Angelo Sciapichetti

‘Dopo una lunghissima negoziazione durata quasi due anni – afferma l’assessore ai Trasporti Angelo Sciapichettila nostra Regione addiviene alla stipula di un importantissimo nuovo contratto di servizio che offrirà alla comunità marchigiana più servizi, treni nuovi molto confortevoli e più efficienza nella gestione, in una prospettiva pluriennale di quindici anni, in linea con le indicazioni avute dall’Autorità nazionale di regolazione dei trasporti’.

Con il nuovo contratto la Regione Marche cofinanzierà con 37 milioni di euro l’investimento di Trenitalia di oltre 300 milioni di euro, per ammodernare le dotazioni infrastrutturali e migliorare conseguentemente l’offerta di servizi ai pendolari della regione: circa 200 milioni riguarderanno l’acquisto di 26 nuovi treni made in Italy: undici Rock, otto treni a media capacità, quattro Pop, un Jazz e uno Swing, eccellenze della flotta regionale dell’impresa ferroviaria, insieme ad un locomotore di ultima generazione.

Ulteriori 94,4 milioni di euro saranno investiti – continua e si legge nel comunicato della Regione – con positive ricadute sull’economia regionale, per migliorare le attività industriali con investimenti sulla manutenzione ciclica dei treni (58,9 milioni), il rinnovamento e ampliamento degli impianti industriali sul territorio (17 milioni), lo sviluppo di nuove tecnologie (11,3 milioni) compresa la bigliettazione unica elettronica, il revamping tecnologico ed il restyling della flotta già esistente

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Ustionata dalla pentola d’acqua bollente: bambina di 2 anni trasferita al Bufalini

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croce rossa ancona bambina ustionata 2 anni

Non è ancora ben chiara la dinamica dell’incidente domestico in seguito al quale una bambina di 2 anni è rimasta ustionata su tutto il corpo, ad Ancona, dopoche le è caduta addosso l’acqua bollente di una pentola.

ANCONA – Cosa sia successo è ancora tutto da ricostruire. In quel momento in casa, nel quartiere Palombare di Ancona, c’erano solo la mamma, di origine afgana, ed una bambina di 2 anni che è rimasta ustionata su tutto il corpo dopo che le è caduta addosso una pentola contente acqua bollente.

La Croce Rossa è intervenuta tempestivamente ed ha condotto la bimba al Salesi di Ancona, dove però i medici hanno disposto il trasferimento presso il Centro Grandi Ustionati del l’ospedale Bufalini di Cesena,a causa dell’entità delle lesioni riportate.

La piccola ha riportato ustioni di secondo grado sul torace e sulle gambe, mentre non sarebbe stata colpita sul volto e sul collo.

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Ancona

Carica sui social un video in cui deride la Polizia: denunciato per vilipendio

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polizia 113 squadra mobile

Ha filmato alcuni agenti di polizia impegnati nei controlli, ad Ancona, ed ha caricato sui social il video in cui li offende. Rintracciato in breve tempo, è stato denunciato.

ANCONA – E’ proprio vero che a volte la celebrità è un peso difficile da sostenere: nemmeno il tempo di esultare per aver realizzato un video virale, che si è trovato tra le mani una denuncia per vilipendio. E’ quanto accaduto ad un ragazzo di 25 anni di Ancona che ha registrato un video nel quale derideva ed insultava alcuni agenti di polizia impegnati nei controlli nel capoluogo dorico. Ha poi caricato tutto sui social ed il video è diventato in fretta virale, finendo però anche sui dispositivi degli agenti di Polizia, che non l’hanno presa benissimo: dopo le rapide ricerche, il giovane è stato denunciato per vilipendio della Repubblica.

Il filmato è stato caricato nel pomeriggio di venerdì scorso, 22 settembre, e la sera i poliziotti si sono presentati presso la sua abitazione. Sul suo dispositivo era ancora presente il filmato originale. Il video oltretutto è stato caricato sul suo profilo Instagram, che porta il suo nome. Difficile quindi per il ragazzo sostenere che non si trattasse di una sua opera.

Nel video deride gli agenti e li apostrofa con epiteti poco carini, «bxxxxxxi», oppure «mxxxe», arrivando perfino a ipotizzare gesti eclatanti, come urinare sulle volanti. Adesso il ragazzo denunciato per vilipendio dopo che ha caricato sui social il video nel quale deride la polizia rischia un’ammenda, non una contravvenzione, fino a 5 mila euro.

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Stabat Mater, il dolore struggente di Maria nell’opera di Giovanni Battista Pergolesi

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visita scuole teatro pergolesi

ANCONA – Prima di affrontare l’esame critico di un capolavoro che ha fatto molto discutere quale è lo ‘Stabat Mater’ di Pergolesi può sembrare opportuno cercare di comprendere quale fosse lo stato d’animo del compositore al momento della creazione dell’opera. Necessario anche, perché inevitabilmente l’arte è riflesso o riscatto di esperienze di vita.

Pergolesi aveva allora appena ventisei anni. La morte aveva già più volte visitato la sua famiglia e poteva essere temuta come una predestinazione. Contro di lei però egli aveva trovato riscatto nella musica. Ad essa si era dedicato instancabilmente bruciando energie, perché occorreva fare in fretta, molto in fretta prima che sopravvenisse. In soli cinque anni abbondantissima e stupefacente la sua produzione. Ne era stato gratificato, ma ne aveva tenuto un conto relativo, traendone soprattutto  incitamento a continuare.

Non conobbe così la fama e la gloria che sarebbero venute solo a distanza di anni dopo la sua morte: non giustificate quindi, come i più diffidenti hanno ipotizzato, dalla commozione che la sua scomparsa precoce poteva aver suscitato. Oltre la musica però e a sostegno di questa Pergolesi era certo consapevole di aver avuto dal cielo un dono straordinario, testimonianza della grazia divina, sostegno e gioia per lui. Non poteva allora essere triste Pergolesi nemmeno in punto di morte, né inabissarsi nello sconforto né  immaginare il dolore di Maria come uno strazio delirante. Più comprensibilmente pensò ad uno struggimento interiore, alle parole di profonda tenerezza da lei rivolte con trepidazione all’amoroso figlio, a lacrime silenziose, ad un abbandono totale alla volontà divina in cui  fin dal suo primo ‘sì’ aveva creduto.

Da una fede assoluta come la sua non poteva derivare un assoluto, inestinguibile sconforto nemmeno di fronte alla prova estrema. Non poteva dunque essere umana disperazione quella di Maria, ‘figlia di suo figlio’. Fu attendibilmente questo dolore sublimato ad ispirare e a confortare il giovane musicista che si andava spegnendo. Pergolesi compose allora lo Stabat Mater liberamente, a cuore aperto, senza tenere conto di teorie contrappuntistiche e dello stile aulico a cui sembrava che la musica sacra dovesse allora obbligatoriamente attenersi, mentre anche gli attraversava la mente il ricordo di quella che in passato aveva felicemente composto: concludendo infine con un ‘Amen’ che è una fiduciosa, gloriosa, esultante ascensione al cielo. È stata giudicata da alcuni critici opera di ibrida ispirazione: secondo altri invece rivelatrice compiuta di tutta la sua arte.

L’ha definita «sintesi di tutte le passioni dell’uomo, credenti o no» Cristian Carrara,  direttore artistico del Festival, presentando lo Stabat Mater di Pergolesi l’8 settembre nella Chiesa di S. Marco, gremita all’inverosimile da un pubblico che ha coronato di applausi il concerto atteso come evento clou della rassegna. Era annunciato che, nello stesso organico, avrebbe iniziato quale ambasciatore di pace un percorso in Europa partendo da Rodi, dove sarà accolto in ottobre per il ‘Terra Sancta Organ Festival’. Inizialmente altre due composizioni sono state pure ascoltate. Procedendo a ritroso nel tempo la prima è stata ‘O magnum misterium’ di un musicista contemporaneo, Morten Lauridsen, danese; opera, ispirata al mistero del Natale, trascritta sia per orchestra che per organo e coro. Di delicata ispirazione, conformata per scrittura ad un composto stile classico, è intima, serena contemplazione e commossa preghiera. Venne composto invece nel 1938 da Samuel Barber l’Adagio for strings’ su testo dell’Agnus Dei’, concepito inizialmente per coro, poi riportata per orchestra d’archi. Diretto in passato anche da A. Toscanini, ha tratti di un’ardente ispirazione che s’innalza fino a vette sublimi e poi gradualmente si stempera e si spegne. Ed ecco infine lo ‘Stabat’ nell’interpretazione densa di pathos del Time Machine Ensemble, del M° Marco Attura, direttore e compositore molto stimato più volte ospite del Festival Pergolesi Spontini e di due voci ben contrastate e incisivamente drammatiche: quella cristallina del soprano ucraino Nikoletta Hertsak e quella scura, singolarmente profonda del contralto cagliaritano Federica Moi. L’esaltazione di significati apparentemente antitetici ha rimandato non solo all’ universo di emozioni descritto da Pergolesi, ma anche all’autore del testo, Jacopone da Todi, al suo irruento, appassionato carattere e alla sua fervida fede investita di un potente, struggente afflato poetico. Forse all’esecuzione è venuta a mancare una patina di antico per il fatto che il Time Machine Ensemble non suona strumenti d’epoca, ma moderni. Non importa, poiché quella dello ‘Stabat’ di Pergolesi è musica senza tempo.

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