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Chieti

Covid-19, studentessa Erasmus dell’Università “D’Annunzio” in Germania

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PESCARA – In questa situazione di emergenza sanitaria Covid-19 che ha investito tutta l’Italia, e non solo, ci sono studenti Erasmus italiani dell’Università “G. D’Annunzio” Pescara-Chieti in paesi stranieri senza la possibilità di poter tornare nelle loro case, anche se l’Ateneo ha messo a disposizione una modulistica per interrompere il soggiorno all’estero. Abbiamo intervistato una studentessa Erasmus che in questo momento si trova a Tubinga, in Germania, città in cui sono presenti alcuni casi di Coronavirus e in cui non è stato adottato ancora alcun provvedimento per limitare i contagi. Si tratta di M. F. Antinucci, studentessa della “D’Annunzio”. Segue l’intervista.

Come stai  vivendo questa insolita situazione a Tubinga in quanto studentessa  Erasmus costretta dalle circostanze a rimanere in Germania, almeno per il momento, senza poter tornare in Italia?

«Personalmente ho deciso di non tornare a marzo quando i voli per l’Italia erano ancora disponibili, perché se fossi tornata sarei potuta rimanere 2 settimane in quarantena e questo avrebbe potuto comportare degli svantaggi per il contratto Erasmus, che prevede l’obbligo di restare sul posto designato in tutto periodo della mobilità. Ora i voli per l’Italia sono bloccati fino all’8 aprile e non posso che prenderne atto».

Il governo tedesco sta attuando dei provvedimenti per limitare i contagi?

«Premettendo che non si può parlare di un governo che abbia le stesse modalità politiche di quello italiano, dato il forte federalismo tedesco, ogni regione è autonoma, e per quanto riguarda il Baden-Württemberg, in cui mi trovo, si è recentemente riunita una commissione speciale per decidere sul da farsi. Al momento non ci sono direttive chiare, ma si sta lavorando per decidere se si debba decretare o meno la chiusura di tutte le scuole per un periodo ancora da definirsi. Noi studenti stiamo aspettando che ci sia una decisione su questo fronte per poterci regolare al meglio. Per adesso sono chiuse le scuole in cui sono stati comprovati dei casi di Coronavirus o rilevati dei casi sospetti».

L’università è aperta e continua a funzionare normalmente?

«L’università è “chiusa” perché in questo momento in Germania c’è il periodo delle ferie universitarie: non si tengono lezioni. Le lezioni del semestre primaverile avrebbero dovuto iniziare il 15 aprile secondo la data del calendario accademico, ma sono state rimandate alla presunta data del 20 aprile. Però, c’è da dire, che i servizi dell’Università di Tubinga sono regolarmente aperti. C’è un caso di Coronavirus che ha visto  coinvolto uno studente tedesco frequentate la facoltà di informatica, ma l’università non ha bloccato i servizi non temendo il pericolo di un forte contagio, essendo dislocata in varie sedi a seconda delle facoltà».

Come si svolge la tua giornata tipo?

«Vivo in uno studentato ed essendo italiana mi toccano da vicino tutte le notizie che vengono dall’Italia, mentre per gli studenti stranieri le notizie sono tutte più filtrate e non provano una vicina affettiva come me. Personalmente limito contatti e uscite allo stretto indispensabile, ma non essendo stata ancora stabilita la quarantena,  vivendo in uno studentato e condividendo diversi spazi in comune con gli altri studenti posso limitarmi fino ad un certo punto. I vertici dovrebbero pronunciarsi anche su tutte le strutture che ospitano gli studenti, dove si vengono a creare innumerevoli contatti tra le persone.  Inoltre, gli italiani fanno parte di una delle regioni con un elevato rischio di contagio e se dico: “Sono italiana”, devo specificare che mi trovo in Germania da diversi mesi e che non torno a casa da tempo, ma comunque non ho constatato discriminazioni per la mia provenienza

Vi è la possibilità che tu possa tornare al più presto in Italia?

«I voli per l’Italia sono bloccati, ma tengo aperta la possibilità di tornare a casa definitivamente solamente se la situazione dovesse aggravarsi anche in Germania».

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Incendio in un appartamento a Chieti: anziana salvata dai Carabinieri

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I Carabinieri hanno supportato i Vigili del Fuoco durante un intervento di soccorso in un appartamento nel quale si è sviluppato un incendio, a Chieti, ed hanno salvato un’anziana quasi centenaria non in grado di deambulare.

CHIETI – Lo scorso venerdì 24 marzo, un incendio si è propagato in un appartamento ubicato al quinto piano di un palazzi di via Picena ed abitato da un signore quasi ottantenne e da sua sua madre, una donna quasi centenaria non in grado di deambulare. Mentre i Vigili del Fuoco intervenuti sul posto hanno pensato a circoscrivere il rogo e a domare le fiamme, i Carabinieri di Chieti hanno salvato l’anziana dall’incendio.

Sul luogo dell’incendio infatti, oltre alla squadra dei pompieri e all’ambulanza del 118, sono accorsi in supporto anche i militari dell’Arma della stazione di Chieti Principale, insieme ai colleghi del Nor. Le fiamme si sono propagate rapidamente ed hanno sprigionato una colonna di fumo nero molto densa.

I Carabinieri si sono fatti strada attraverso il fumo e le lingue di fuoco, hanno individuato la signora e l’hanno trasportata “a braccia”, mettendola al riparo dall’incendio. Il tempestivo intervento delle forze dell’ordine e dei soccorsi sanitari, ha impedito che il rogo potesse provocare conseguenze più irrimediabili e non si segnalano persone coinvolte, ad eccezione di un intossicato lieve.

Le operazioni di spegnimento, bonifica e messa in sicurezza dell’edificio sono durate a lungo.

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Irregolarità nei finanziamenti alle startup: 16 denunce a Chieti, Ortona e Vasto

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Ammontano ad oltre 670 mila euro i finanziamenti regionali revocati a 16 beneficiari, dopo i controlli della Guardia di Finanza sui finanziamenti alle startup che hanno fatto emergere diverse irregolarità.

CHIETI – L’indagine delle fiamme gialle chietine sui finanziamenti regionali concessi alle startup di Chieti, Vasto e Ortona, si è conclusa con 16 denunce a varo titolo per diverse irregolarità e la revoca di 673.472,19 euro elargiti per sostenere, o incentivare, la microimpresa locale.

L’operazione è la sintesi della collaborazione tra Comando Regionale della Guardia di Finanza di L’Aquila e Regione Abruzzo. I finanzieri hanno eseguito controlli sui beneficiari del “Fondo Microcredito FSE – Nuove Misure 2018”. Si tratta di un fondo stanziato per sostenere, o avviare, lavori autonomi o piccole imprese locali. Una cinquantina i finanziamenti alle startup della provincia di Chieti nelle quali sono emerse irregolarità.

Le fiamme gialle hanno riscontrato mancanza di requisiti, documentazioni incomplete o parziali, assenza di rendicontazione. Ne casi più gravi le attività non erano state avviate dopo la ricezione dei fondi, che in qualche caso sono stati utilizzati per scopi personali, in altri sono stati ceduti ad altri soggetti. Pertanto, sono partite 16 denunce a vario titolo per indebita percezione di finanziamenti, malversazione di erogazioni pubbliche, fino a truffa aggravata ai danni dello Stato.

Nel frattempo la Regione ha revocato i finanziamenti concessi, avviando al contempo il recupero delle somme indebitamente percepite. Per 11 dei soggetti coinvolti è già stato concordato un piano di rientro.

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Fuggono dopo aver provocato due incidenti: due denunce a Lanciano

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Nel giro di pochi giorni, in seguito a due incidenti verificatisi nel territorio di Lanciano, le persone che l’hanno provocato sono fuggite senza prestare soccorso agli automobilisti coinvolti dai sinistri stradali. Nel giro di pochi giorni però, i due automobilisti responsabili delle due omissioni di soccorso sono stati rintracciati denunciati dai carabinieri di Lanciano.

CHIETI – Due omissioni di soccorso, in altrettanti incidenti stradali verificatisi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, a Lanciano. Tra il 13 e il 18 marzo, due vetture sono rimaste coinvolte in due tamponamenti. Il primo è avvenuto in centro, dove l’auto guidata da una donna e sulla quale si trovava un passeggero, è stata urtata. Il secondo invece, si è verificato a Colle Pizzuto, dove una ragazza ha subito un altro tamponamento. In entrambi i casi le persone a bordo dei mezzi colpiti hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per farsi curare alcune ferite, fortunatamente lievi. E in entrambe le occasioni, le persone che hanno provocato i due incidenti verificatisi a Lanciano, sono scappati senza prestare soccorso.

La loro fuga però non è durata a lungo. Dopo le indagini del caso infatti, nel giro di pochi giorni, i carabinieri hanno raccolto abbastanza materiale probatorio per risalire ai responsabili. Nel primo caso le indagini sono state rese complicate dal fatto che l’auto protagonista del sinistro, montava targa straniera ed era stata immatricolata all’estero.

Tutti e due i responsabili delle omissioni di soccorso avvenute a Lanciano però sono stati identificati dai carabinieri e deferiti all’Autorità Giudiziaria.

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