Parola all’ordine del giorno: fiducia. Ebbene si, secondo quanto rivelato dai dati Istat, è in diminuzione la fiducia degli acquirenti, che da 100.7 del mese di giugno, passa a 100.0 di luglio. Le cifre sono state raccolte dall’Istituto nazionale di statistica nel periodo compreso tra il 1 e il 17 luglio 2020.
Le componenti economica e futura del clima di fiducia dei consumatori sono in diminuzione (da 87,1 a 85,7 e da 105,6 a 104,2 rispettivamente), mentre cresce sia la componente personale ( da 104,5 a 105,2) sia quella corrente (da 96,4 a 97,3) – riporta così l’Istat in un suo comunicato (https://www.istat.it/it/archivio/245850).
Dal lato delle aziende invece si respira aria di ottimismo. I numeri parlano chiaro. Si registra un aumento della fiducia di 10.5 (76.7 di luglio contro 66.2 di giugno 2020). Una crescita importante che fa ben sperare. La positività nell’ambiente imprenditoriale cambia a seconda del settore coinvolto. Ad esempio nel settore manifatturiero la fiducia sale da 80,2 a 85,2. Per questo comparto si segnala un miglioramento per quanto riguarda sia i giudizi sugli ordini sia le attese di produzione e le scorte di prodotti finiti risultano essere in decumulo rispetto al mese di giugno.
Nelle costruzioni la fiducia aumenta da 124,0 a 129,7. Anche in questo caso è significativo il miglioramento dei giudizi sugli ordini. Non progredisce, anzi peggiora, il livello di aspettative di impiego presso un’impresa in campo edile.
Una crescita sensibile si registra anche nel settore dei servizi, sia in quelli di mercato (da 52,1 a 65,8) sia nel commercio al dettaglio (passa da 79,6 a 86,3). Relativamente a questo campo va sottolineato l’aumento di tutti gli indici. Positivi i giudizi e buono il recupero sulle attese per gli ordini. Ottimo anche l’aumento delle aspettative sulle vendite.
Secondo il quadro Istat sembra che siano le imprese, questo mese, a poter tirare un sospiro di sollievo. Sebbene la situazione nazionale non possa considerarsi rosea. Anzi. La crisi si fa sentire, accentuata dall’emergenza sanitaria. Tra i comparti vittima rientra quello turistico. Le prenotazioni dei vacanzieri infatti sono in forte diminuzione in confronto a quelle degli anni precedenti. Un calo di quasi il 20% rispetto al 2019, riporta Confcommercio. La maggior parte degli italiani rimarrà a casa, causa: ristrettezze economiche e conseguenziale riduzione delle spese.
Sembrano essere negative anche le previsioni per i saldi estivi. Secondo gli studi effettuati da Confcommercio le famiglie spenderanno in media 135 euro per l’acquisto di capi scontati, 58 invece se si considera un solo individuo. Un crollo di oltre il 40%. Il motivo di questo calo drastico è dovuto alle condizioni economiche in cui versano in media gli italiani. Il risparmio, dunque, ha la meglio sui consumi. I consumatori preferiscono chiudere il portafogli per far fronte alle incertezze e difficoltà del momento.