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Marche

Samb-Perugia torna dopo tredici anni. I precedenti

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31 marzo 1946 - Campo Sportivo Massì Marchegiani (oggi "Fratelli Ballarin"), Serie C, Samb-Perugia 1-0.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono venti i precedenti tra Samb e Perugia in casa rossoblu, diciotto in campionato (6 in serie B, 12 nel Terzo Livello) e due in Coppa Italia di serie C.

I primi dodici incontri si sono giocati sul terreno del “Ballarin”, gli ultimi otto (compresi i due di Coppa) al “Riviera delle Palme”.

Il bilancio complessivo è di 6 vittorie della Samb (una in Coppa), 11 pareggi e 3 vittorie degli umbri (una in Coppa).

Il primo scontro porta la data del 29 gennaio 1933, in serie C, e termina 0-0 come anche in pareggio si conclude quello del 2 ottobre 1938, 1-1.

Nell’immediato dopoguerra i rossoblu vincono quattro incontri consecutivi di cui l’ultimo dal risultato schiacciante, 5-0: è il 31 dicembre 1950.

Sedici anni dopo, il 15 gennaio 1967, la Samb di Giorgio Valentinuzzi non va oltre lo 0-0 contro i grifoni di mister Guido Mazzetti che a fine stagione saranno promossi in serie B.

Otto anni più tardi (19 gennaio 1975) le due compagini si ritrovano proprio nella serie cadetta. Anche in quest’occasione la Samb, allenata da Marino Bergamasco, non va oltre lo 0-0 ma, contro il Perugia di Ilario Castagner che a fine campionato conquisterà la prima storica promozione in serie A, l’undici di casa darà spettacolo davanti a quindicimila tifosi rossoblu.

Il 2 maggio 1982 è ancora pareggio, 1-1. La Samb di Nedo Sonetti va in vantaggio nel primo tempo con un gol di “Juary”-Walter Santo Perrotta; i biancorossi di Gustavo Giagnoni pareggiano a metà ripresa con Giovanni Pagliari.

Sei mesi dopo, il 21 novembre, la Samb torna alla vittoria dopo 32 anni. Per i ragazzi di Sonetti basta la rete di Ipsaro Passione per battere il Perugia di Aldo Agroppi. E’ questa l’ultima vittoria in campionato contro i Grifoni.

Seguono tre pareggi, sempre in serie B: lo 0-0 dell’ 11 settembre 1983, prima giornata di campionato, l’ 1-1 del 25 novembre 1984 (Salvatore Buoncammino porta in vantaggio la Samb, Rondini pareggia) e lo 0-0 del 20 ottobre 1985, primo scontro disputato sull’erba del “Riviera delle Palme” e ultimo in serie B.

La prima sconfitta rossoblu arriva il 3 giugno 1990, ultima giornata di un campionato che sancisce la retrocessione (seconda consecutiva) in serie C2. Al “Riviera” sono presenti soltanto 977 spettatori (20 dall’Umbria) e la Samb di mister Bruno Pace soccombe 2-4: i rossoblu vanno in vantaggio al 7° con Palladini ma i Grifoni ne fanno quattro con Mirisola al 40°, Artistico al 2° della ripresa, Perinelli al quarto d’ora e Catelli a metà tempo; di Sebastiano Vecchiola il 2-4 definitivo.

Poi altri tre pareggi in serie C, lo 0-0 del 1° dicembre 1991 (sulla panca rossoblu siede Giorgio Rumignani), l’ 1-1 del 6 marzo 1994 con oltre settemila paganti e record d’incasso (15pt Damiani, 6st Cornacchini) e l’ 1-1 del 14 gennaio 2007 (gol del perugino Guadalupi dopo quattro minuti di gioco, pareggio di Carlini al quarto d’ora della ripresa).

L’ ultimo precedente è datato 14 ottobre 2007. Davanti a quattromila spettatori i rossoblu di Guido Ugolotti escono sconfitti 0-1. Per gli umbri di Antonello Cuccureddu va a segno Califano al 25° minuto del primo tempo, dieci minuti dopo aver fallito un calcio di rigore.

Luigi Tommolini

TUTTI I PRECEDENTI CONTRO GLI UMBRI IN CASA SAMB


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Pesaro-Urbino

Ascoltati i minori che hanno assistito al femminicidio della madre a Saltara

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femminicidio saltara

Ana Cristina Duarte Correia, la vittima del femminicidio avvenuto venerdì notte a Saltara, nel comune di Colli al Metauro in provincia di Pesaro e Urbino, aveva fatto ritorno nella casa in cui è stata uccisa proprio quella sera. Si era allontanata qualche giorno prima proprio a causa del comportamento violento del coniuge, ma era tornata senza avvisare le forze dell’ordine.

PESARO – Quando ha fatto rientro a casa, a Saltara nel comune di Colli al Metauro, nella notte tra venerdì 6 settembre e sabato 7, è scoppiata l’ultima furiosa lite, culminata in femminicidio. Ana Cristina Duarte Correia, 38 anni, di origine brasiliana, è stata uccisa a coltellate dal marito Ezio Di Levrano, 54 anni, brindisino.

Alla raccapricciante scena hanno assistito i loro figli di 14, 11 e 6 anni. La donna è stata lasciato in fin di vita in un lago di sangue. L’uomo, dopo averla ripetutamente colpita all’addome, è fuggito e si è nascosto nell’ombra. E’ stato trovato poco dopo, poco distante. A chiamare per primo i soccorsi è stato il più grande dei tra minori.

Oggi i minori sono stati ascoltati in ambiente protetto sostituto procuratore Irene Lilliu. Hanno passato la notte con i nonni. In base a quanto ricostruito fino ad ora, intorno alle 2:30 sono stati svegliati dalle grida. Durante una lite, il padre ha estratto un coltello a serramanico ed ha sferrato diversi fendenti all’addome della donna. «Cinque colpi» ripeterà quasi ossessivamente il più piccolo, testimone dell’orrenda scena. Il marito, dopo aver colpito a morte la moglie, si è allontanato da casa.

Si è nascosto in un campo sportivo poco distante. Quando è stato rintracciato, poco dopo, si è consegnato. Oggi si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto. Rischia l’ergastolo. Le grida disperate della donna hanno attirato anche una coppia di vicini di casa, che si è imbattuta nel figlio maggiore. Il quattordicenne ha prima cercato di tamponare le ferite della madre, poi è sceso in strada per cercare aiuto. Aveva già chiamato il 118. «Mettete uno specchio sotto il naso della mamma per vedere se è ancora viva poi correte e venite via». Ha detto ai fratelli minori. I soccorsi si sono precipitati sul posto, ma per la donna non c’è stato nulla da fare ed è deceduta prima di arrivare all’ospedale regionale di Torrette.

La donna vittima di femminicidio a Saltara, recentemente si era allontanata da casa, proprio a causa del comportamento violento del marito, il quale ne aveva denunciato la scomparsa. La donna si era rifugiata per qualche giorno da alcune amiche, ma non aveva voluto denunciare l’uomo. I Carabinieri l’avevano comunque già ascoltata ed avevano deciso di attivare il codice rosso. Lei però lo scorso venerdì notte ha deciso di tornare a casa, senza avvisare le forze dell’ordine. I vicini hanno riferito di aver già udito la coppia litigare violentemente in passato. Tra le frasi captate «mi fai male» e «se mi lasci ti porto via i figli».

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Macerata

Civitanova Marche, liquami dal tir che trasportava maiali morti per peste suina

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liquami maiali tir Civitanova marche
Foto d'archivio.

Il tir si è fermato a Civitanova Marche durante il trasporto delle carcasse, dove i maiali sono stati abbattuti per un focolaio di peste suina, ad un inceneritore di Latina. Al momento di darsi il cambio alla guida, i due autisti si sono accorti della perdita.

MACERATA – I cassoni non erano stati correttamente sigillati e da due rimorchi sono fuoriusciti liquami che si sono riversati a terra. Il tir, che si è fermato a Civitanova Marche, trasportava carcasse di maiali abbattuti per un focolaio di peste suina sviluppatosi in un allevamento del Nord Italia. Era diretto ad un inceneritore di Latina. Ieri sera, domenica 8 settembre, i due autisti si sono si sono accorti dello sversamento di liquami dai cassoni del tir al momento del cambio al volante ed hanno segnalato il fatto.

Sono scattate le procedure di bonifica ed i cassoni sono stati nuovamente sigillati per evitare ulteriori perdite e per permettere al mezzo di raggiungere l’inceneritore. Alle operazioni hanno preso parte i carabinieri, i vigili del fuoco, personale dell’Azienda sanitaria territoriale e l’Arpam.

Il trasferimento delle carcasse avviene dopo una procedura di abbattimento nell’area metropolitana di Milano a seguito dell’emersione di casi di peste suina in un allevamento. Per mettere in sicurezza i carichi a protezione della salute pubblica i vigili del fuoco sono intervenuti con attrezzature particolari e tute di protezione. 

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Ancona

Ancora intubato il ragazzo che ha cercato di uccidere i genitori a Gagliole

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Il giovane di 23 anni è piantonato all’ospedale di Ancona. Quando stara meglio sarà trasferito in carcere con l’accusa di tentato omicidio. In base alle testimonianze, il ragazzo si stava tagliando, in casa a Gagliole, quando i genitori sono intervenuti per fermarlo e lui ha reagito con violenza.

ANCONA – E’ ancora sedato e non può respirare autonomamente il ragazzo di 23 anni di Gagliole, nel maceratese, accusato del tentato omicidio dei genitori. Dopo essersi inferto alcune ferite, ai polsi ed alla trachea, si è scagliato contro il padre e la madre, intervenuti per fermarlo. I genitori ora stanno meglio. La madre è quella che ha riportato le conseguenze minori. Il padre invece è stato sottoposto ad un delicato intervento e sebbene sia ancora in prognosi riservata, non sarebbe in pericolo di vita.

In base a quanto trapelato fino ad ora, il ragazzo si stava tagliando, quando i genitori hanno cercato di fermarlo. E lui ha reagito con violenza. Il tentato omicidio è avvenuto lo scorso venerdì 6 settembre, a Gagliole, comunità di 500 anime in provincia di Macerata. Quando i genitori lo hanno visto infliggersi quei tagli con un coltello da cucina, hanno cercato di fermarlo. E lui ha rivolto l’arma contro di loro.

«Urlava in modo disperato, sovrumano, mai sentita una cosa simile» hanno affermato i vicini, come riporta Il Resto del Carlino, i quali hanno chiamato i soccorsi. Il giovane, ancora in prognosi riservata, si trova in stato d’arresto per tentato omicidio aggravato dal vincolo di parentela.

Proseguono le indagini per capire cosa abbia potuto spingere il ragazzo ad agire così. Descritto come una persona mite ed educata, non aveva mai mostrato segnali di squilibrio o pericolosità. Durante quei momenti si sarebbe inferto dapprima alcuni tagli, per poi colpire ripetutamente la madre in vari punti del corpo, fortunatamente solo a livello superficiale, ed il padre al torace e all’addome, molto più in profondità, prima di portarsi la lama al collo.

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