PESARO: Nella mattinata di ieri venerdì 12 marzo, un anziano di 73 anni ha perso la vita sulla strada Provinciale 257. Secondo la ricostruzione, verso le ore 11.00 la vittima, Massimo Luchetti, sarebbe stata, investita da un’auto riportando lesioni gravi. I soccorsi sono stati inutili l’uomo ,il personale del 118 non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Presenti sul luogo dell’incidente anche Carabinieri e Polizia Locale per le indagini.
Il presidente della Luja Gabriele Fava, Laura Tangherlini ed i suoi collaboratori (Foto di Cristina Franco).
La giornalista jesina Laura Tangherlini alla platea intervenuta alla chiusura dell’anno accademico della Luaj ha parlato delle donne conosciute nelle terre devastate da guerra e cataclismi: «salvare la vita a tutti i costi»
Quando si viene a contatto diretto con guerra, violenza, dolore, rovina, follia non si può restare indifferenti. Guardando gli altri si entra in comunicazione, in empatia con chi soffre; ci si identifica, si soccorre, si cambia dentro, si diventa più forti. Ne ha fatto esperienza Laura Tangherlini, inviata RAI in terre sconvolte da conflitti e disastri naturali; in paesi dove si è esclusi e perseguitati, dove più che vivere si sopravvive: dove pure a soffrire moltissimo sono donne e bambini privi di ogni diritto, anche dei più elementari come sorridere e giocare. Sono mamme rimaste sole a prendersi cura di loro, senza risorse, mentre mariti e fratelli sono sul fronte a combattere. Di queste ha parlato la giornalista jesina Laura Tangherlini lo scorso il 1° giugno, nella Sala del Lampadario del Circolo Cittadino, gremita di pubblico, in occasione della chiusura dell’Anno Accademico 2022/2023 della Luaj, Libera Università per adulti di Jesi.
A presentarla è stato il presidente, Gabriele Fava, sintetizzando il suo curriculum in cui ad essere ricordati oltre ai suoi titoli di studio, sono stati i numerosi libri d’inchiesta e i premi per essi ricevuti. Prima che prendesse la parola il Presidente ha presentato un bilancio delle attività della Luaj di quest’anno. Lo ha definito «la quiete dopo la tempesta», alludendo all’annus horribilis della pandemia, il 2021 e ai disagi del successivo causati dalla doppia dislocazione della sede. Tutto invece quest’anno si è svolto regolarmente. Sono state presentate lezioni su discipline diverse seguite da un numero di iscritti sensibilmente aumentato rispetto agli anni precedenti, con argomenti proposti anche da studenti del Liceo Scientifico. Non sono mancate conferenze di notevole interesse, manifestazioni di simpatico intrattenimento in occasione di festività, partecipazione a spettacoli cinematografici e teatrali, iniziative di rilievo come l’allestimento di una mostra di pittura al Palazzo dei Convegni, visite culturali, l’assegnazione della cittadinanza benemerita al prof. Antonio Ramini come pure di un primo e un secondo premio a due partecipanti ad un importante concorso di Narrativa, Poesia, Arte. «Senza cultura non c’è libertà»” ha affermato il Presidente citando don Milani, osservando poi: «Indispensabili alla cultura sono onestà e desiderio di sapere».
Laura Tangherlini alla chiusura dell’anno accademico della Luaj ha parlato delle donne incontrate in Siria, Ucraina, Turchia, Gaza. Tutte in queste terre vivono situazioni difficili. A Gaza il mercato del lavoro è senza speranza per loro. Poche riescono a studiare, ma sono poi destinate a restare fra le pareti domestiche. Hanno incontrato con entusiasmo la giornalista e molto hanno volentieri raccontato. Gli uomini invece hanno mostrato diffidenza se non anche ostilità. Gli stranieri sono frequentemente controllati. Non è stata accettata nemmeno l’istallazione di un impianto di skateboard per far giocare i ragazzi. La situazione politica è complessa, incerta, magmatica.
In Ucraina invece Laura Tangherlini ha documentato guerra, violenze, devastazioni. Mancano ospedali, presidi sanitari e cure. Con le famiglie distrutte le donne sono spesso costrette a fare scelte di vita molto difficili: scappare o restare, lasciare i figli a qualcuno e raggiungere gli uomini al fronte o rimanere accanto ai loro bambini per proteggerli e salvarli da tanti pericoli. Altri problemi in Turchia dove non sono migliori le condizioni di vita. Molti i rifugiati dalla Siria, donne in particolare che tuttavia non sanno a chi rivolgersi per ottenere aiuti. Per altro residenza e domicilio devono coincidere, altrimenti si viene privati dei servizi. Problemi sociali sono anche poligamia e prostituzione forzata. L’Europa ha inviato sovvenzioni, ma a causa del terremoto la situazione è anche peggiorata. In Siria non senza difficoltà alcune donne sono riuscite a raggiungere posizioni di responsabilità non solo in ambito lavorativo. Ma la crisi anche qui è grave. Il conflitto non è ancora terminato e sono sempre i più deboli e indifesi a soffrire di più. Esistono sempre codici repressivi nei confronti delle donne. Possono subire stupri, rapimenti, essere usate come merce di scambio o vendute e costrette da bambine a un matrimonio. Hanno imparato però a coalizzarsi e tra loro si è instaurata una forte solidarietà.
Marco Rò e Laura Tangherlini
Laura Tangherlini non si è limitata a descrivere a voce. Ha aggiunto reportage filmati e interviste, così come nei suoi servizi televisivi. Non ha mancato pure di sorprendere quando ha presentato con il marito, Marco Rò, due canzoni tratte da un loro recente c.d., ‘A un passo da qui’, in cui hanno messo in musica – lui compositore, lei cantante e paroliera- le storie che hanno raccolto. Come la poesia di Reema, una bimba siriana di otto anni; come la vicenda della separazione di un fratello e di una sorella che preferiscono non tornare nella loro Siria devastata o quella, tenerissima, di una donna che desidera solo ‘un piccolo armadio’ dove riporre i poveri abiti dei suoi bambini. Al termine, un atto di generosità. Sono stati messi in vendita i libri d’inchiesta della giornalista: il ricavato, ha dichiarato Laura Tangherlini, andrà alle famiglie in difficoltà da lei incontrate in paesi dove, «a un passo da qui» si soffre immensamente.
La panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, è stata installata di fronte alla sede della Uil di San Benedetto del Tronto.
ASCOLI PCENO – Sono stati Aurora e Manuel, due studenti del Liceo Scientifico Rosetti, accompagnati dalla loro docente Lidia Bartolomei, a scoprire il drappo che copriva la Panchina Rossa a San Benedetto del Tronto. Presenti alla cerimonia la segretaria generale della Uil Marche Claudia Mazzucchelli, la responsabile della Uil di San Benedetto Ede Talanga ed il primo cittadino Antonio Spazzafumo.
Un simbolo della lotta alla violenza sulle donne installato davanti alla sede della Uil, al civico 175 di via Piemonte, vicino alla scuole anche per dare un segnale di cultura del rispetto alle nuove generazioni. «Servono sicuramente più risorse ai Centri Antiviolenza, un maggior finanziamento al reddito di libertà, lavoro alle donne come strumento di emancipazione, leggi più stringenti in materia di tutela ma soprattutto serve una cultura del rispetto – ha detto Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – Dobbiamo lavorare prima di tutto in famiglia e nelle scuole, nei rapporti interpersonali per far nascere la luce della consapevolezza e speriamo che questa panchina faccia riflettere e spinga le donne a uscire dal buio della violenza e a utilizzare il 1522, il numero per segnalare violenze e atti persecutori».
Secondo gli ultimi dati nella provincia ascolana nei Cav si è passati dalle 40 richieste di aiuto di 10 anni fa alle 94 dell’ultimo dato disponibile. Il sindaco Antonio Spazzafumo ha affermato: «Grazie alla Uil per aver pensato a questa Panchina soprattutto un momento in cui sentiamo notizie inaudite – ha evidenziato il primo cittadino – Come città ci stiamo attrezzando con centri di ascolto per incoraggiare le donne a denunciare senza vergogna o timori le violenze subite e speriamo che anche questa iniziativa possa fare la sua parte».
«In meno di un anno nelle Marche si sono registrati 5 femminicidi. Donne diversissime tra loro per età e vissuto. La Uil da tempo svolge un’azione in questo senso anche attraverso gli uffici Mobbing e Stalking e il coordinamento Uil Pari Opportunità – spiega la segretaria Mazzucchelli – I dati dei Cav sono allarmanti in tutte le Marche. Basti pensare che in tutta la regione i contatti o accessi aumentati del 53% dal 2013 a oggi. Parliamo di 663 donne, 180 in più rispetto all’anno precedente. Un terzo di loro ha figli a carico, il 74% sono italiane e questo ci fa temere un sottobosco di straniere che per cultura o per paura non denunciano».
Secondo Istat nel 2022 sono state circa 947 le persone che si sono rivolte al 1522, il numero verde per sostenere e aiutare le vittime di violenze, molestie, stalking. Di queste un centinaio dalla provincia di Ascoli.
Segnalazione partita dalla Motorizzazione Civile stessa: alcuni veicoli non idonei alla certificazione, hanno ottenuto i certificati di omologazione. Indagando su un funzionario della Motorizzazione, i poliziotti hanno scoperto anche altre false attestazioni, relative al trasporto di bombole di gas metano: denunciati lui e due dipendenti delle aziende nei quali gli illeciti venivano commessi.
ANCONA – Rilasciava attestati e certificazioni per veicoli che in realtà non ne possedevano i requisiti, il funzionario della Motorizzazione Civile denunciato dalla Polizia Stradale. In base ai riscontri degli agenti, l’uomo avrebbe rilasciato al titolare di una ditta, certificati di omologazione per alcuni veicoli che non avrebbero potuto circolare, perché non rispettavano i requisiti di sicurezza. Stesso discorso per una ditta che trasporta bombole di gas metano: avrebbe rilasciato falsi verbali di controllo e certificazione.
Le indagini sul funzionario sono partite da una segnalazione della Motorizzazione Civile stessa, relativamente al primo capo d’accusa. Indagando, la polstrada ha scoperto anche i fatti relativi alle bombole del metano.
Il funzionario della Motorizzazione di Ancona è stato denunciato e sottoposto alla misura cautelare dell’interdizione dalle funzioni per tre mesi. I dipendenti delle ditte coinvolte sono stati a loro volta denunciati. I veicoli che hanno ottenuto le certificazioni in maniera irregolare, sono stati invece richiamati in Motorizzazione per i dovuti controlli.