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Fermo

Fermo: maxi sequestro di vestiti contraffatti, compresse e integratori

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guardia di finanza

FERMO – Un doppio intervento in materia di marchi contraffatti ed un sequestro a tutela dei consumatori, è questo il bilancio settimanale, nello specifico settore, dei finanzieri del Comando Provinciale di Fermo a contrasto dei fenomeni di illegalità economica, che mette in alcuni casi a rischio la salute e l’incolumità pubblica ed altera le regole del sistema produttivo legale praticato dai commercianti virtuosi.

Nel corso del dispositivo permanente di contrasto alla commercializzazione di prodotti venduti senza le prescritte autorizzazioni, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, in collaborazione con il Nucleo Speciale Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri, ha rimosso dal mercato, sequestrandole, 425 confezioni di integratori alimentari, per complessive 25500 compresse, messe in distribuzione in violazione del decreto legislativo 169 del 2004, che per tali prodotti prevede un rigido schema di autorizzazioni per il commercio al pubblico.

Le indagini, condotte attraverso accertamenti e sopralluoghi, hanno avuto origine da specifiche informazioni acquisite sul territorio dai militari del Nucleo Pef di Fermo, i quali, avendo riscontrato possibili anomalie presso una parafarmacia del fermano gestita da un cittadino extra-comunitario, nella mattina del 20 settembre hanno così eseguito l’intervento congiuntamente al N.A.S. dei carabinieri di Ancona, che si è concluso con il sequestro della merce descritta in precedenza, priva di qualsivoglia etichettatura in lingua Italiana e di autorizzazioni ministeriali alla vendita al pubblico.

Nei giorni precedenti, inoltre, finanzieri del Gruppo di Fermo hanno effettuato due ulteriori distinte attività in materia di contraffazione dei marchi. Con la prima hanno individuato una piccola fabbrica clandestina all’interno di un’abitazione privata, gestita da cittadini extra-comunitari, in cui si realizzavano capi contraffatti mediante l’apposizione di etichette e stampe di note griffe, mentre con la seconda hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione e sequestro, emesso dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti di un’impresa operante nel settore calzaturiero che aveva lanciato la collezione estiva utilizzando un modello di suola coperto dal diritto d’autore.

Nel caso dell’opificio, l’azione delle Fiamme Gialle si è articolata anche con ripetuti appostamenti, che hanno permesso di constatare un continuo andirivieni di persone nello stabile, che entravano a mani vuote e ne uscivano provviste dei sacchi comunemente utilizzati dai venditori ambulanti sulle spiagge.

Al termine delle due distinte attività sono stati sequestrati circa 400 capi d’abbigliamento, stampi per riprodurre illecitamente le suole, una macchina da cucire ed un ferro da stiro, verosimilmente utilizzati per realizzare i capi contraffatti; sono stati inoltre sequestrati dei blocchetti di appunti riepilogativi dei quantitativi, delle tipologie di vestiario e dei nomi delle varie marche commercializzate. I rispettivi responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo.

Con il costante impegno ed il coordinamento informativo tra i reparti, le attività hanno consentito alla Guardia di Finanza di Fermo di tutelare i diritti e la salute dei consumatori e di contrastare fenomeni di illegalità economica che avrebbero alterato una corretta concorrenza tra le imprese. La contraffazione è un moltiplicatore d’illegalità, alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’evasione fiscale, del riciclaggio e della criminalità organizzata: contrastarla efficacemente vuol dire anche salvaguardare il tessuto produttivo nazionale che, in questo particolare momento emergenziale, è divenuto più vulnerabile ai fenomeni illeciti ed agli interessi criminali.

Nei confronti dei responsabili degli illeciti sono in corso approfondimenti fiscali finalizzati ad accertare l’evasione e le frodi sottostanti: obiettivo strategico della Guardia di Finanza, quale Corpo di Polizia economico-finanziaria, è il recupero di risorse per il Paese e per la collettività, corrispondenti alle imposte evase, a protezione delle regole del mercato e a tutela dei cittadini e degli imprenditori onesti.

Fermo

Lavoratrice in nero e clandestina: chiuso night club a Fermo

Eseguiti controlli anche sull’edilizia: 5 aziende irregolari.

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Nel night club chiuso a Fermo sono state riscontrate anche gravi violazioni delle norme sulla sicurezza. In totale dopo i controlli ammontano a 36 mila euro le sanzioni emanate dai Carabinieri.

FERMO – Edilizia e locali notturni al centro dei controlli svolti dai Carabinieri a Fermo, al fine di verificare il corretto rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Alle ispezioni hanno preso parte i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Ascoli Piceno unitamente al Nucleo Operativo del Gruppo Tutela Lavoro di Venezia, ai Carabinieri del Comando Provinciale di Fermo e della Compagnia di Montegiorgio. In seguito ai controlli un night club di Fermo è stato chiuso, mentre 5 aziende del territorio sono risultate irregolari ed hanno ricevuto sanzioni per 36 mila euro.

Nel locale notturno ispezionato nell’ambito di controlli sulla movida, i militi hanno trovato una lavoratrice extracomunitaria clandestina impiegata in nero. Per questo motivo e per inadempienze in materia di sicurezza, tra cui l’omessa redazione del Documento di Valutazione Rischi, il night club di Fermo è stato chiuso.

I controlli sull’edilizia invece hanno portato all’individuazione di 5 aziende irregolari, nelle quali erano assunti due lavoratori in nero e dove sono state riscontrate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. In 4 cantieri sono stati trovati materiali appoggiati impropriamente su bancali instabili e la rimozione del Documento Valutazione Rischi dalla sede di cantiere. Complessivamente, le sanzioni penali ed amministrative spiccate ammontano a 36 mila euro.

Infine, i Carabinieri hanno concluso gli accertamenti su una ditta individuale che commercializza veicoli on-line. Accerta in questo caso un’evasione contributiva, con conseguente recupero di contributi previdenziali non versati dal 2020 al 2023, per un importo superiore ai 40 mila euro.

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Atti persecutori nel fermano: arresti, denunce e codici rossi

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maltrattamenti in famiglia nel fermano

Nei giorni scorsi i carabinieri sono intervenuti in tutto il fermano per diversi episodi di atti persecutori e maltrattamenti in famiglia, verificatisi ad Amandola, Montegranaro, Monte San Pietrangeli, Porto San Giorgio, Pedaso e Servigliano.

FERMO- Ancora una serie di operazioni volte a contrastare episodi di violenza domestica, atti persecutori e maltrattamenti in famiglia nel fermano, eseguite dai carabinieri delle stazioni di tutta la Provincia. In seguito all’intervento dei militari dell’Arma, due persone sono state arrestate e cinque denunciate. In tre occasioni è stato attivato il codice rosso e le vittime degli atti persecutori avvenuti in tutto il fermano sono state affidate a strutture protette.

Il primo caso si è verificato ad Amandola, dove un uomo di origine albanese è finito in carcere di Ascoli Piceno per una condanna relativa ad atti persecutori commessi nel 2011 nel chietino. Dovrà scontare 9 mesi. L’altro arresto si è verificato a Monterubbiano, nei confronti di un pregiudicato trentenne trasferito nel carcere di Fermo che ha violato i termini del divieto di avvicinamento al quale era sottoposto ed ha assunto comportamenti minacciosi e violenti nei confronti della parte offesa, a cui ha danneggiato il mobilio.

A Monte San Pietrangeli, Porto San Giorgio e Servigliano, sono stati attivati tre codici rossi nei confronti di due donne ed un uomo. Le prime due erano vittime maltrattamenti, abusi e minacce da parte dei conviventi di nazionalità nigeriana e rumena, mentre il terzo, un anziano pensionato, ha subito comportamenti vessatori da parte della compagna slovacca. Tutti i responsabili sono stati denunciati.

Gli ultimi episodi di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori nel fermano sono avvenuti a Pedaso e Montegranaro, dove due uomini, di nazionalità marocchina e ucraina, sono stati denunciati a piede libero.

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Truffa dell’offerta di lavoro: si fa pagare per la pratica di assunzione inesistente

A Montegiorgio la truffa del Postamat: un uomo si è reso irreperibile dopo aver spillato 500 euro per la falsa vendita di un telefono.

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truffe telematiche cc 112 carabinieri

Ha pubblicato un annuncio di lavoro inesistente, chiedendo denaro per le pratiche di assunzione e per le polizze assicurative. La donna che ha architettato la truffa dell’offerta di lavoro a Montegranaro è stata denunciata.

FERMO – Non si fermano le azioni dei Carabinieri a contrasto delle truffe telematiche in tutta la provincia fermana. Le ultime, sono avvenute a Montegranaro e Montegiorgio, dove sono state messe in pratiche la truffa della finta offerta di lavoro e la truffa del Postamat.

A Montegranaro unadonna di 30 anni di JEsi ha pubblicato una finta offerta di lavoro ed ha convinto l’ignara vittima della truffa a versalre del denaro per avvare le pratiche relative all’assunzione. Dopo i primi 120 euro, si è spinta oltre e ne ha chiesti altri 750 per le polizze assicurative. A questo punto la persona che ha risposto all’offerta ha fiutato la trappola ed ha allertato i carabinieri che hanno denunciato la jesina.

A Montegiorgio invece un uomo di 40 anni originario del foggiano già noto per episodi analoghi è stato denunciato per aver spillato 500 euro ad una vittima mediante la truffa del Postamt. Simulando la vendita di un telefonino, ha fatto perdere le sue tracce una volta ricevuta la somma richiesta.

I Carabinieri invitano nuovamente la cittadinanza a prestare la massima attenzione durante gli acquisti on-line e raccomandano di affidarsi esclusivamente a rivenditori certificati e a diffidare dalle offerte troppo convenienti. Un decalogo delle norme da adottare è consultabile sul sito dell’Arma.

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