CHIETI – Un uomo di 28 anni di origini campane, ma residente in provincia di Chieti, è stato tratto in arresto con la condanna definitiva a 4 anni e 8 mesi di reclusione per atti persecutori e lesioni personali aggravate. Mercoledì 21 ottobre, il 28enne è stato arrestato per aggressione e minacce all’ex fidanzata.
I fatti risalgono al 2013, quando la ragazza, all’epoca minorenne, ha subito persecuzioni e aggressioni dall’uomo che si sono protratti per mesi. L’uomo, era già noto alle forze dell’ordine per furto aggravato e porto di arma da taglio.
Si tratta infatti di un pregiudicato responsabile anche di alcune rapine ai danni di esercizi commerciali, in particolare supermercati e tabaccherie, tutte commessi nell’area di Francavilla al Mare. Il 28enne arrestato per minacce ed aggressione all’ex fidanzata, ora si trova al carcere di Frosinone per scontare una condanna di 4 anni e 8 mesi di reclusione.
Il porto assegnato dal governo alla nave Life Support della Ong Emergency è quello di Ortona. L’attracco è previsto per le 15:00, poi cominceranno le operazioni di sbarco dei 161 migranti salvati dal mare in tre distinte operazioni di soccorso avvenute in acque internazionali.
CHIETI – Ortona ritorna al centro del Mediterraneo e delle politiche della gestione dei flussi migratori, non soltanto nazionali. Dopo il primo sbarco in terra abruzzese di migranti salvati in acque internazionali, lo scorso 25 febbraio, oggi la Life Support sta navigando in direzione del porto di Ortona. Dopo le Marche di Acquaroli dunque, è l’Abruzzo di Marsilio la sponda indicata dal governo Meloni per lo sbarco dei migranti.
Nei mesi scorsi infatti le navi Geo Barrents e Ocean Viking hanno attraccato ad Ancona. Quello chietino invece è stato il porto assegnato dal governo all’imbarcazione Aita Mari, un peschereccio battente bandiera spagnola, che lo scorso febbraio ha salvato 38 persone al largo della Tunisia. Stesso porto indicato alla nave della Ong Emergency per lo sbarco dei 161 migranti salvati in acque internazionali al largo di Malta. Non scriviamo porto sicuro perché per definizione ogni porto è sicuro quando si è in mare. E non scriviamo nemmeno il più vicino, per evidenti motivi geografici.
La Life Support di Emergency.
Montano ancora le polemiche per le assegnazioni dei porti alle navi che salvano migranti in acque internazionali. Le critiche riguardano quello che a molti sembra una strategia per limitare l’azione delle imbarcazioni delle associazioni umanitarie: più mare devono coprire lungo le coste italiane, meno restano nella zona sensibile del Mediterraneo. Non solo una ridotta operatività, ma anche maggiori spese e difficoltà logistiche. I membri del Governo hanno spiegato che si aver preso questa decisione per allentare la pressione sui porti e sui centri di prima accoglienza del sud. Effettivamente l’hotspot di Lampedusa è al collasso. Prendiamo atto dunque che dopo Lampedusa il porto più vicino è quello di Ortona, seguito a ruota da Ancona. Nel novero dei porti assegnati risultano anche Bari e La Spezia.
Allo stesso tempo però, prendiamo atto che gli sbarchi non sono si sono fermati, anzi stanno viaggiando a ritmi impressionanti. E si potrebbe prendere atto anche del fatto che nemmeno “gli aiuti in casa loro” starebbero funzionando alla perfezione, alla luce di quanto visto nei giorni scorsi nelle acque al largo dellaLibia: la sedicente Guardia Costiera libica ha sparato alcuni colpi di avvertimento alle navi delle ong per non farle avvicinare ad un’imbarcazione in difficoltà.
Intanto a Ortona si attendono i migranti in arrivo sulla Life Support. L’attracco dovrebbe avvenire intorno alle 15:00, anche se le condizioni meteo potrebbero farlo slittare, poi dopo un primario screening sanitario, cominceranno le operazioni di identificazione, sbarco e ripartizione.
I Carabinieri hanno supportato i Vigili del Fuoco durante un intervento di soccorso in un appartamento nel quale si è sviluppato un incendio, a Chieti, ed hanno salvato un’anziana quasi centenaria non in grado di deambulare.
CHIETI – Lo scorso venerdì 24 marzo, un incendio si è propagato in un appartamento ubicato al quinto piano di un palazzi di via Picena ed abitato da un signore quasi ottantenne e da sua sua madre, una donna quasi centenaria non in grado di deambulare. Mentre i Vigili del Fuoco intervenuti sul posto hanno pensato a circoscrivere il rogo e a domare le fiamme, i Carabinieri di Chieti hanno salvato l’anziana dall’incendio.
Sul luogo dell’incendio infatti, oltre alla squadra dei pompieri e all’ambulanza del 118, sono accorsi in supporto anche i militari dell’Arma della stazione di Chieti Principale, insieme ai colleghi del Nor. Le fiamme si sono propagate rapidamente ed hanno sprigionato una colonna di fumo nero molto densa.
I Carabinieri si sono fatti strada attraverso il fumo e le lingue di fuoco, hanno individuato la signora e l’hanno trasportata “a braccia”, mettendola al riparo dall’incendio. Il tempestivo intervento delle forze dell’ordine e dei soccorsi sanitari, ha impedito che il rogo potesse provocare conseguenze più irrimediabili e non si segnalano persone coinvolte, ad eccezione di un intossicato lieve.
Le operazioni di spegnimento, bonifica e messa in sicurezza dell’edificio sono durate a lungo.
Ammontano ad oltre 670 mila euro i finanziamenti regionali revocati a 16 beneficiari, dopo i controlli della Guardia di Finanza sui finanziamenti alle startup che hanno fatto emergere diverse irregolarità.
CHIETI – L’indagine delle fiamme gialle chietine sui finanziamenti regionali concessi alle startup di Chieti, Vasto e Ortona, si è conclusa con 16 denunce a varo titolo per diverse irregolarità e la revoca di 673.472,19 euro elargiti per sostenere, o incentivare, la microimpresa locale.
L’operazione è la sintesi della collaborazione tra Comando Regionale della Guardia di Finanza di L’Aquila e Regione Abruzzo. I finanzieri hanno eseguito controlli sui beneficiari del “Fondo Microcredito FSE – Nuove Misure 2018”. Si tratta di un fondo stanziato per sostenere, o avviare, lavori autonomi o piccole imprese locali. Una cinquantina i finanziamenti alle startup della provincia di Chieti nelle quali sono emerse irregolarità.
Le fiamme gialle hanno riscontrato mancanza di requisiti, documentazioni incomplete o parziali, assenza di rendicontazione. Ne casi più gravi le attività non erano state avviate dopo la ricezione dei fondi, che in qualche caso sono stati utilizzati per scopi personali, in altri sono stati ceduti ad altri soggetti. Pertanto, sono partite 16 denunce a vario titolo per indebita percezione di finanziamenti, malversazione di erogazioni pubbliche, fino a truffa aggravata ai danni dello Stato.
Nel frattempo la Regione ha revocato i finanziamenti concessi, avviando al contempo il recupero delle somme indebitamente percepite. Per 11 dei soggetti coinvolti è già stato concordato un piano di rientro.