PESCARA – Un 48enne è stato arrestato ed è finito ai domiciliari per stalking. Ha perseguita la ex con chiamate e messaggi dal contenuto gravemente offensivo e minaccioso. Il culmine lo ha raggiunto con più di 100 telefonate in 2 giorni.
Nel pomeriggio di sabato 6 novembre, la polizia è giunta in una palestra di Pescara dove lavora la vittima di stalking lavora ed ha arrestato il 48enne. Agli agenti la donna ha raccontato che la loro relazione sentimentale, iniziata nel 2016, era stata da subito connotata da eccessi di gelosia da parte dell’uomo, descritto come irascibile ed ossessivo e era solito tempestarla di messaggi e telefonate contenenti molestie e minacce.
In certe occasioni, il 48enne aveva comportamenti violenti tanto da costringerla a ricorrere a cure sanitarie. Nel settembre 2019 la vittima si è rivolta per la prima volta alla polizia che ha vietato allo stalker di avvicinarsi alla donna e ai luoghi da lei frequentati.
Una breve tregua c’è stata durante il lockdown, quando l’uomo ha smesso di perseguitare la vittima. Ma, una volta terminate le restrizioni, sono ripresi gli appostamenti. Nell’ultimo mese, lo stalker si è fatto ancora più insistente con telefonate e messaggi offensivi e minacciosi. In totale, a partire dal 4 novembre e fino al 6, l’uomo ha fatto alla ex compagna più di 100 telefonate alle quali la donna non ha risposto. L’ultima telefonata verso le ore 12, quando la vittima ha deciso di rispondere.
Dall’altro lato della cornetta l’ex le ha detto di trovarsi sotto la palestra, intimandole di scendere altrimenti sarebbe entrato lui. La donna lo ha raggiunto, chiedendogli di andarsene e di lasciarla lavorare in pace, ma l’uomo è rimasto ad attendere la fine del turno di lavoro.
A questo punto la vittima di stalking ha chiamato il 113 e ha raccontato tutto ai poliziotti che hanno arrestato lo stalker. Nei suoi confronti sono scattati gli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.
Ai domiciliari anche un’altra persona, con precedenti specifici. Secondo le accuse, il Vigile del Fuoco avrebbe allestito un fiorente e ramificato traffico di cocaina, agendo con spregiudicatezza. In tre occasioni avrebbe spacciato perfino durante il turno di servizio.
PESCARA – Le indagini sono partite agli inizi di aprile e dopo mesi di appostamenti, pedinamenti e rilievi fotografici, sono scattati gli arresti. I Carabinieri della Compagnia di Penne hanno arrestato un Vigile del Fuoco per detenzione e traffico di stupefacenti, in particolare cocaina. Un suo cugino, un carabinieri in congedo, ed un conoscente, gravato da precedenti specifici, sono finiti ai domiciliari.
Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore della Procura di Pescara, Andrea Papalia, e condotte dall’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile di Penne, hanno portato alla luce un’attività di spaccio ben radicata. Le misure cautelari sono state disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pescara.
In base a quanto ricostruito dai Carabinieri di Penne, il Vigile del Fuoco arrestato per spaccio, agiva con sfrontatezza e spregiudicatezza, convinto di essere intoccabile. Almeno 18 le cessioni di stupefacente a lui contestate. In tre occasioni avrebbe venduto cocaina perfino durante i turni di servizio, ricevendo i clienti all’esterno della caserma . Di solito tuttavia, gestiva la sua attività presso la propria abitazione e o nell’azienda agricola che si trovava nelle vicinanze.
In qualche occasione, per la consegna della droga si è avvalso dell’aiuto di un cugino, il Carabiniere in congedo finito ai domiciliari. L’altra persona risucchiata dalle indagini invece, è un uomo con precedenti per spaccio, al quale il Vigile del Fuoco si è rivolto per l’acquisto di una «mezza chilata» di stupefacente. L’uomo si era imposto come punto di riferimento per numerosi assuntori di cocaina di Farindola, Montebello di Bertona e Penne.
Agli inizi di giugno, dopo un periodo di osservazione, i Carabinieri hanno arrestato il Vigile del Fuoco in flagranza di reato, dopo averlo sorpreso in possesso di sette dosi di cocaina, un bilancino di precisione, materiale per confezionamento ed oltre ventimila euro, posti sotto sequestro, poiché ritenuti essere frutto dell’attività di spaccio. Gli inquirenti hanno ottenuto anche i riscontri da parte di alcuni assuntori abituali.
Non tutti però hanno collaborato alle indagini, anzi, qualcuno ha fornito informazioni , in palese contrasto con le risultanze investigative emerse ed è stato denunciato di favoreggiamento. Proprio la grande preoccupazione venutasi a creare negli ambienti coinvolti dalle indagini ed i tentativi di sviarle, hanno portato al nome dell’operazione, “Acque Agitate”.
Il Vigile del Fuoco arrestato a Penne per spaccio di cocaina, dovrà rispondere anche di estorsione, dal momento che in un’occasione ha minacciato un assuntore, che aveva contratto con lui debiti di droga per 300 euro, paventando la possibilità di andare a raccontare i fatti ai genitori del ragazzo che, certamente, «gli avrebbero creduto perché indossava una divisa».
La macabra scoperta è stata effettuata da alcuni passanti, che hanno immediatamente avvisato le forze dell’ordine.
PESCARA – Macabra scoperta questa sera, domenica 3 novembre, ai Colli, dove nel Parco Coppa Acerbo di via del Santuario è stato rinvenuto un cadavere.
Al momento non è nota l’identità della vittima, né la causa del decesso. A chiamare i soccorsi sono stati alcuni passanti, ma l’ambulanza intervenuta non ha potuto far altro che constatare il decesso. Sul posto sono arrivati i Carabinieri, che hanno effettuato i rilievi del caso.
Tajani spende parole al miele per Pescara dopo l’organizzazione del G7: «Organizzazione perfetta, tutti sono rimasti colpiti. In questi giorni ha mostrato al mondo le sue capacità e le sue bellezze: è una grande città».
PESCARA – Dopo la conferenza stampa di chiusura dei lavori del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani e il disvelamento di una targa commemorativa al Comune, si è ufficialmente chiusa la tre giorni di lavori del G7 sviluppo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è presentato soddisfatto al media centre allestito presso l’auditorium Flaiano: « Ringrazio sindaco e Regione per l’organizzazione impeccabile di questo evento».
Il ministro traccia un bilancio positivo: «queste tre giornate hanno fatto accendere i riflettori sul ruolo dell’Italia durante la presidenza del G7. Avere qui a Pescara rappresentanti israeliani, palestinesi e libanesi che discutono di come poter alleviare le sofferenze delle popolazioni sia in Libano che a Gaza fa ben capire la centralità del nostro Paese nei discorsi internazionali. Non è accaduto da nessun altra parte».
Il ministro rilancia l’impegno dell’Italia dal punto di vista degli aiuti umanitari: «Abbiamo già consegnato diverse tonnellate di generi alimentari e continueremo a farlo. Domani partiranno da Genova 15 tir carichi di beni sanitari ed alimentari diretti a Gaza. I mezzi poi rimarranno in quella zona, a disposizione delle organizzazioni umanitarie».
Molto si è discusso di Africa: «Abbiamo affrontato il problema della saluta e della maternità infantile nel continente africano. Questa mattina ho avuto un incontro con Josè Manuel Barroso (già presidente del Portogallo e della Commissione Europea, attuale presidente della Gavi, alleanza globale per le vaccinazioni, ndr) al quale hanno partecipato le principali imprese italiane del settore sanitario e farmaceutico. Tutti abbiamo concordato sull’esigenza di sviluppare una strategia per l’Africa che possa dare impulso alle campagne vaccinali e che possa permettere la produzione di vaccini direttamente in loco».
Immancabilmente, il discorso verte spesso sulle crisi internazionali in atto: «Continuiamo a lavorare per il cessate il fuoco a Gaza- afferma Tajani, che però ammette – si può raggiungere solo con la liberazione degli ostaggi e con la fuoriuscita di Hamas dalla zona. Non vedo alternative. La nostra posizione rimane la stessa: due popoli in due nazioni. Non possiamo non ammettere la centralità di Israele per la stabilità del Medio Oriente, però non possiamo nemmeno non sostenere il riconoscimento internazionale della Palestina».
Anche il conflitto in Ucraina resta al centro dei pensieri del ministro: «Ho sempre detto che noi, pur sostenendo la difesa dell’Ucraina, non siamo in guerra con la Russia. Certo, se fosse confermato che truppe nordcoreane sarebbero pronte ad entrare nel Paese per sostenere gli aggressori, la soluzione diventerebbe ancor più preoccupante. Noi continuiamo a impegnarci per evitare un allargamento del conflitto».
Un pensiero alle proteste contro l’evento: «Chi critica il G7 lo fa senza capire granché di quello che succede qua. Abbiamo parlato soltanto di aiuti umanitari e di come aiutare la popolazione civile. Nessuno ha portato allo stesso tavolo israeliani, palestinesi e libanesi. Dire che questo è stato un G7 inutile, come ho letto da qualche parte, è semplicemente falso».
Infine, un pensiero alla città: «Tutti sono rimasti entusiasti dell’accoglienza ricevuta. Tutti sono rimasti colpiti dalla visita della città, dai prodotti culinari che abbiamo fatto assaggiare ai nostri ospiti e dalla gente. Rimarrà nelle documentazioni ufficiali lo “spirito di Pescara”. Tutto il mondo sta parlando di questa città. E’ stato un grande evento che ha permesso a Pescara di mostrare le sue capacità organizzative, le sue bellezze ed il suo mare. Avere ospitato eventi internazionali di questa portata, fanno di Pescara una grande città».
Tajani ha chiuso la conferenza stampa del G7 di Pescara con un battuta: «Ringrazio ancora la città per la perfetta organizzazione. C’era pure il gelato al punto stampa, che rappresenta di sicuro un inedito».