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Ancona

Lavoratori della Caterpillar in Piazza del Popolo a Roma per lo sciopero generale Cgil e Uil

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lavoratori della Caterpillar di Jesi a Roma per lo sciopero generale Cgil e Uil

JESI – Folta la delegazione di lavoratori degli stabilimenti marchigiani della Caterpillar, ieri a Roma in Piazza del Popolo per lo sciopero indetto da Cgil e Uil, a cui non ha aderito la Cisl. Nel mirino dei sindacati legge di bilancio, pensioni e riforma del fisco, anche se in cima all’agenda è balzata la questione delle tutele dei lavoratori contro la delocalizzazione.

Quello che è successo agli stabilimenti jesini è l’emblema di una situazione che riguarda un po’ tutti i lavoratori delle multinazionali, che corrono il rischio di rimanere senza lavoro dall’oggi al domani. D’altronde non è nemmeno un unicum dal momento che questa brutta vicenda si inserisce nel solco già scavato da Whirlpool e più recentemente dalla vertenza Elica.

270 lavoratori Caterpillar hanno appreso all’improvviso che l’azienda ha deciso di chiudere gli stabilimenti jesini, per aumentare i profitti. La fabbrica lavorava a pieno regime e i bilanci sono positivi, pertanto in molti hanno visto in questa manovra solo una bieca operazione di delocalizzazione e spostamento delle linee produttive verso Paesi con meno tutele per i lavoratori e con costi del lavoro più bassi.

«Ieri in piazza a Roma c’erano anche molti lavoratori della Caterpillar iscritti alla Cisl, che hanno capito che era importante esserci – afferma Maurizio Gabrielli, segretario territoriale Fiom – la politica non ci vede più, vola troppo alto e noi siamo lontani. Il governo ci comunica, ma non dialoga con noi». Il delgato sindacale poi prosegue: «siamo soddisfatti. Tanti lavoratori hanno raccolto il nostro invito, segno che siamo ancora in gradi di capillarizzarci nel territorio e di rappresentare i lavoratori». Ma non tutto è roseo nella sua visione: «se da un a parte i lavoratori erano con noi, dall’altra Confindustria e buona parte della maggioranza ci ha remato contro. Anche tanta stampa, ci ha definito irresponsabili. E chi sono i responsabili? Quelli che non fanno una legge che permette a una multinazionale di staccare la spina da un giorno all’altro, come nella Caterpillar?»

«Noi andiamo avanti – conclude Gabrielli – consapevoli che sarà dura, ma non molliamo. Non abbiamo nemmeno un padrone da cui andare a protestare e da riportare al tavolo. Il “caro” Jean Mathieu Chatain non lo rivedremo mai più a Jesi».

Pierpaolo Mascia

Ancona

Carica sui social un video in cui deride la Polizia: denunciato per vilipendio

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polizia 113 squadra mobile

Ha filmato alcuni agenti di polizia impegnati nei controlli, ad Ancona, ed ha caricato sui social il video in cui li offende. Rintracciato in breve tempo, è stato denunciato.

ANCONA – E’ proprio vero che a volte la celebrità è un peso difficile da sostenere: nemmeno il tempo di esultare per aver realizzato un video virale, che si è trovato tra le mani una denuncia per vilipendio. E’ quanto accaduto ad un ragazzo di 25 anni di Ancona che ha registrato un video nel quale derideva ed insultava alcuni agenti di polizia impegnati nei controlli nel capoluogo dorico. Ha poi caricato tutto sui social ed il video è diventato in fretta virale, finendo però anche sui dispositivi degli agenti di Polizia, che non l’hanno presa benissimo: dopo le rapide ricerche, il giovane è stato denunciato per vilipendio della Repubblica.

Il filmato è stato caricato nel pomeriggio di venerdì scorso, 22 settembre, e la sera i poliziotti si sono presentati presso la sua abitazione. Sul suo dispositivo era ancora presente il filmato originale. Il video oltretutto è stato caricato sul suo profilo Instagram, che porta il suo nome. Difficile quindi per il ragazzo sostenere che non si trattasse di una sua opera.

Nel video deride gli agenti e li apostrofa con epiteti poco carini, «bxxxxxxi», oppure «mxxxe», arrivando perfino a ipotizzare gesti eclatanti, come urinare sulle volanti. Adesso il ragazzo denunciato per vilipendio dopo che ha caricato sui social il video nel quale deride la polizia rischia un’ammenda, non una contravvenzione, fino a 5 mila euro.

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Ancona

Stabat Mater, il dolore struggente di Maria nell’opera di Giovanni Battista Pergolesi

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visita scuole teatro pergolesi

ANCONA – Prima di affrontare l’esame critico di un capolavoro che ha fatto molto discutere quale è lo ‘Stabat Mater’ di Pergolesi può sembrare opportuno cercare di comprendere quale fosse lo stato d’animo del compositore al momento della creazione dell’opera. Necessario anche, perché inevitabilmente l’arte è riflesso o riscatto di esperienze di vita.

Pergolesi aveva allora appena ventisei anni. La morte aveva già più volte visitato la sua famiglia e poteva essere temuta come una predestinazione. Contro di lei però egli aveva trovato riscatto nella musica. Ad essa si era dedicato instancabilmente bruciando energie, perché occorreva fare in fretta, molto in fretta prima che sopravvenisse. In soli cinque anni abbondantissima e stupefacente la sua produzione. Ne era stato gratificato, ma ne aveva tenuto un conto relativo, traendone soprattutto  incitamento a continuare.

Non conobbe così la fama e la gloria che sarebbero venute solo a distanza di anni dopo la sua morte: non giustificate quindi, come i più diffidenti hanno ipotizzato, dalla commozione che la sua scomparsa precoce poteva aver suscitato. Oltre la musica però e a sostegno di questa Pergolesi era certo consapevole di aver avuto dal cielo un dono straordinario, testimonianza della grazia divina, sostegno e gioia per lui. Non poteva allora essere triste Pergolesi nemmeno in punto di morte, né inabissarsi nello sconforto né  immaginare il dolore di Maria come uno strazio delirante. Più comprensibilmente pensò ad uno struggimento interiore, alle parole di profonda tenerezza da lei rivolte con trepidazione all’amoroso figlio, a lacrime silenziose, ad un abbandono totale alla volontà divina in cui  fin dal suo primo ‘sì’ aveva creduto.

Da una fede assoluta come la sua non poteva derivare un assoluto, inestinguibile sconforto nemmeno di fronte alla prova estrema. Non poteva dunque essere umana disperazione quella di Maria, ‘figlia di suo figlio’. Fu attendibilmente questo dolore sublimato ad ispirare e a confortare il giovane musicista che si andava spegnendo. Pergolesi compose allora lo Stabat Mater liberamente, a cuore aperto, senza tenere conto di teorie contrappuntistiche e dello stile aulico a cui sembrava che la musica sacra dovesse allora obbligatoriamente attenersi, mentre anche gli attraversava la mente il ricordo di quella che in passato aveva felicemente composto: concludendo infine con un ‘Amen’ che è una fiduciosa, gloriosa, esultante ascensione al cielo. È stata giudicata da alcuni critici opera di ibrida ispirazione: secondo altri invece rivelatrice compiuta di tutta la sua arte.

L’ha definita «sintesi di tutte le passioni dell’uomo, credenti o no» Cristian Carrara,  direttore artistico del Festival, presentando lo Stabat Mater di Pergolesi l’8 settembre nella Chiesa di S. Marco, gremita all’inverosimile da un pubblico che ha coronato di applausi il concerto atteso come evento clou della rassegna. Era annunciato che, nello stesso organico, avrebbe iniziato quale ambasciatore di pace un percorso in Europa partendo da Rodi, dove sarà accolto in ottobre per il ‘Terra Sancta Organ Festival’. Inizialmente altre due composizioni sono state pure ascoltate. Procedendo a ritroso nel tempo la prima è stata ‘O magnum misterium’ di un musicista contemporaneo, Morten Lauridsen, danese; opera, ispirata al mistero del Natale, trascritta sia per orchestra che per organo e coro. Di delicata ispirazione, conformata per scrittura ad un composto stile classico, è intima, serena contemplazione e commossa preghiera. Venne composto invece nel 1938 da Samuel Barber l’Adagio for strings’ su testo dell’Agnus Dei’, concepito inizialmente per coro, poi riportata per orchestra d’archi. Diretto in passato anche da A. Toscanini, ha tratti di un’ardente ispirazione che s’innalza fino a vette sublimi e poi gradualmente si stempera e si spegne. Ed ecco infine lo ‘Stabat’ nell’interpretazione densa di pathos del Time Machine Ensemble, del M° Marco Attura, direttore e compositore molto stimato più volte ospite del Festival Pergolesi Spontini e di due voci ben contrastate e incisivamente drammatiche: quella cristallina del soprano ucraino Nikoletta Hertsak e quella scura, singolarmente profonda del contralto cagliaritano Federica Moi. L’esaltazione di significati apparentemente antitetici ha rimandato non solo all’ universo di emozioni descritto da Pergolesi, ma anche all’autore del testo, Jacopone da Todi, al suo irruento, appassionato carattere e alla sua fervida fede investita di un potente, struggente afflato poetico. Forse all’esecuzione è venuta a mancare una patina di antico per il fatto che il Time Machine Ensemble non suona strumenti d’epoca, ma moderni. Non importa, poiché quella dello ‘Stabat’ di Pergolesi è musica senza tempo.

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Ancona

Jesi, compra un telefono, si ritrova con un sasso: denunciato 42enne

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polizia locale

ANCONA – Ha confezionato il classico “pacco” all’ingenuo acquirente, ma è stato identificato dalla Polizia Locale di Jesi e denunciato per truffa all’autorità giudiziaria. Protagonista un campano di 42 anni, già noto alle forze dell’ordine per reati simili, che nei giorni scorsi ha ingannato un ragazzo extracomunitario di 24 anni regolarmente soggiornante in città nell’acquisto di uno smartphone nuovo. Il ragazzo vittima della truffa a Jesi, al posto del telefono ha trovato un sasso. L’indagine è stata condotta dal commissario dottoressa Anna Grasso.

I due si erano incontrati a Porta Valle per concordare l’acquisto del telefono che il campano gli ha proposto, mostrandolo direttamente così da fargli apprezzare la fattezza e le prestazioni. Dopo una lunga trattativa tra il prezzo di partenza – 500 euro – e quello finale spuntato – 100 euro – il giovane straniero si convinceva dell’affare, versando quanto pattuito e ricevendo in cambio la confezione del telefono. Una volta aperta, però, al posto del telefono, il ragazzo extracomunitario residente a Jesi si è ritrovato tra le mani un sasso ed ha capito di essere rimasto vittima di una truffa.

Fermata una pattuglia della Polizia Locale che si trovava a passare in zona, il giovane denunciava l’accaduto. Gli agenti, anche con l’ausilio delle telecamere presenti in zona e con successivi approfondimenti per il riconoscimento fotografico, riuscivano a risalire all’uomo che veniva pertanto identificato e deferito all’autorità giudiziaria.

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