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Ancona

Teatri storici delle Marche: presentata la candidatura a Patrimonio mondiale Unesco

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ANCONA – Un altro importante passo avanti per la candidatura dei teatri storici delle Marche all’Unesco: l’ingresso nella tentative list, un primo risultato sulla base del quale la giunta, su proposta dell’assessore alla Cultura Giorgia Latini, ha approvato il Protocollo di intesa tra la Regione e sessanta Comuni marchigiani sede di uno o più teatri storici.

La Lista del Patrimonio Mondiale Unesco (tentative list) è la lista che ogni Stato redige contenente i siti che vuole candidare a patrimonio dell’umanità.

“Le Marche sono la terra dei teatri – ha affermato il Presidente Acquaroli – caratterizzate da un una ‘densità’ teatrale rispetto alla popolazione e al numero di Comuni che non ha uguali in Italia e forse nel mondo. Un patrimonio unico sotto molti profili: per capillarità di teatri storici, per il valore architettonico e artistico, per livello culturale, per la funzione sociale e aggregativa a cui hanno assolto nei secoli. La permanenza stessa negli ambiti urbani originari dei teatri, nei centri storici, nei borghi, e la loro continuità d’uso nel tempo, in sinergia con il contesto sociale ne fanno un caso eccezionale che con questa candidatura intendo ancora di più valorizzare”.

“Investiamo nella straordinaria ricchezza dei teatri storici che costellano il nostro territorio, un unicum nel contesto nazionale, espressione e tradizione di una comunità che li riconosce come parte integrante del patrimonio culturale identitario” dichiara l’assessore, che aggiunge: “Abbiamo riunito tutti i sessantadue teatri storici esistenti, in quanto è l’insieme che assicura la rappresentazione completa di questo fenomeno, pressoché unico, sia per il numero degli edifici teatrali che per l’uniformità della loro diffusione e distribuzione in relazione ad un contesto territoriale circoscritto quale è quello della regione Marche”.

Da tempo, spiega Latini “abbiamo intrapreso il percorso per raggiungere il prestigioso riconoscimento ottenendo già un primo importante risultato. Dal 15 novembre, e ora il Protocollo è l’occasione per dare questa notizia, la candidatura dei teatri storici della regione Marche è stata infatti inserita all’interno della Lista propositiva che costituisce l’elenco dei siti che, in attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale, ogni Stato membro è tenuto a presentare al Centro del Patrimonio Mondiale per segnalare i beni che intende iscrivere. L’inserimento di questa candidatura rappresenta un’occasione importante per l’intero territorio regionale che sancisce un interesse comune tra Regione e amministrazioni comunali sulla possibilità di diffondere in tutte le province marchigiane il concetto di ‘eccezionale valore universale’ con una conseguente maggiore visibilità a livello nazionale e internazionale della regione Marche”. La candidatura dei teatri storici all’Unesco, rappresenta inoltre “un’azione della strategia regionale che è fatta anche di progetti e programmi di recupero, restauro e riallestimento dei teatri, con l’obiettivo di adeguare e rivedere lo spazio di spettacolo dal vivo delle Marche, e sostenere nuove forme di gestione degli spazi teatrali con una crescente partecipazione delle compagnie locali e dei giovani per creare dei veri e propri teatri di comunità” conclude Giorgia Latini.

Il protocollo di intesa tra la Regione Marche e i sessanta Comuni marchigiani sede di uno o più teatri storici, che a breve verrà sottoscritto, permette di perfezionare le procedure relative alla presentazione della candidatura dei Teatri storici con la redazione del Dossier scientifico di candidatura e del Piano di Gestione.

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Ustionata dalla pentola d’acqua bollente: bambina di 2 anni trasferita al Bufalini

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croce rossa ancona bambina ustionata 2 anni

Non è ancora ben chiara la dinamica dell’incidente domestico in seguito al quale una bambina di 2 anni è rimasta ustionata su tutto il corpo, ad Ancona, dopoche le è caduta addosso l’acqua bollente di una pentola.

ANCONA – Cosa sia successo è ancora tutto da ricostruire. In quel momento in casa, nel quartiere Palombare di Ancona, c’erano solo la mamma, di origine afgana, ed una bambina di 2 anni che è rimasta ustionata su tutto il corpo dopo che le è caduta addosso una pentola contente acqua bollente.

La Croce Rossa è intervenuta tempestivamente ed ha condotto la bimba al Salesi di Ancona, dove però i medici hanno disposto il trasferimento presso il Centro Grandi Ustionati del l’ospedale Bufalini di Cesena,a causa dell’entità delle lesioni riportate.

La piccola ha riportato ustioni di secondo grado sul torace e sulle gambe, mentre non sarebbe stata colpita sul volto e sul collo.

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Carica sui social un video in cui deride la Polizia: denunciato per vilipendio

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polizia 113 squadra mobile

Ha filmato alcuni agenti di polizia impegnati nei controlli, ad Ancona, ed ha caricato sui social il video in cui li offende. Rintracciato in breve tempo, è stato denunciato.

ANCONA – E’ proprio vero che a volte la celebrità è un peso difficile da sostenere: nemmeno il tempo di esultare per aver realizzato un video virale, che si è trovato tra le mani una denuncia per vilipendio. E’ quanto accaduto ad un ragazzo di 25 anni di Ancona che ha registrato un video nel quale derideva ed insultava alcuni agenti di polizia impegnati nei controlli nel capoluogo dorico. Ha poi caricato tutto sui social ed il video è diventato in fretta virale, finendo però anche sui dispositivi degli agenti di Polizia, che non l’hanno presa benissimo: dopo le rapide ricerche, il giovane è stato denunciato per vilipendio della Repubblica.

Il filmato è stato caricato nel pomeriggio di venerdì scorso, 22 settembre, e la sera i poliziotti si sono presentati presso la sua abitazione. Sul suo dispositivo era ancora presente il filmato originale. Il video oltretutto è stato caricato sul suo profilo Instagram, che porta il suo nome. Difficile quindi per il ragazzo sostenere che non si trattasse di una sua opera.

Nel video deride gli agenti e li apostrofa con epiteti poco carini, «bxxxxxxi», oppure «mxxxe», arrivando perfino a ipotizzare gesti eclatanti, come urinare sulle volanti. Adesso il ragazzo denunciato per vilipendio dopo che ha caricato sui social il video nel quale deride la polizia rischia un’ammenda, non una contravvenzione, fino a 5 mila euro.

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Stabat Mater, il dolore struggente di Maria nell’opera di Giovanni Battista Pergolesi

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visita scuole teatro pergolesi

ANCONA – Prima di affrontare l’esame critico di un capolavoro che ha fatto molto discutere quale è lo ‘Stabat Mater’ di Pergolesi può sembrare opportuno cercare di comprendere quale fosse lo stato d’animo del compositore al momento della creazione dell’opera. Necessario anche, perché inevitabilmente l’arte è riflesso o riscatto di esperienze di vita.

Pergolesi aveva allora appena ventisei anni. La morte aveva già più volte visitato la sua famiglia e poteva essere temuta come una predestinazione. Contro di lei però egli aveva trovato riscatto nella musica. Ad essa si era dedicato instancabilmente bruciando energie, perché occorreva fare in fretta, molto in fretta prima che sopravvenisse. In soli cinque anni abbondantissima e stupefacente la sua produzione. Ne era stato gratificato, ma ne aveva tenuto un conto relativo, traendone soprattutto  incitamento a continuare.

Non conobbe così la fama e la gloria che sarebbero venute solo a distanza di anni dopo la sua morte: non giustificate quindi, come i più diffidenti hanno ipotizzato, dalla commozione che la sua scomparsa precoce poteva aver suscitato. Oltre la musica però e a sostegno di questa Pergolesi era certo consapevole di aver avuto dal cielo un dono straordinario, testimonianza della grazia divina, sostegno e gioia per lui. Non poteva allora essere triste Pergolesi nemmeno in punto di morte, né inabissarsi nello sconforto né  immaginare il dolore di Maria come uno strazio delirante. Più comprensibilmente pensò ad uno struggimento interiore, alle parole di profonda tenerezza da lei rivolte con trepidazione all’amoroso figlio, a lacrime silenziose, ad un abbandono totale alla volontà divina in cui  fin dal suo primo ‘sì’ aveva creduto.

Da una fede assoluta come la sua non poteva derivare un assoluto, inestinguibile sconforto nemmeno di fronte alla prova estrema. Non poteva dunque essere umana disperazione quella di Maria, ‘figlia di suo figlio’. Fu attendibilmente questo dolore sublimato ad ispirare e a confortare il giovane musicista che si andava spegnendo. Pergolesi compose allora lo Stabat Mater liberamente, a cuore aperto, senza tenere conto di teorie contrappuntistiche e dello stile aulico a cui sembrava che la musica sacra dovesse allora obbligatoriamente attenersi, mentre anche gli attraversava la mente il ricordo di quella che in passato aveva felicemente composto: concludendo infine con un ‘Amen’ che è una fiduciosa, gloriosa, esultante ascensione al cielo. È stata giudicata da alcuni critici opera di ibrida ispirazione: secondo altri invece rivelatrice compiuta di tutta la sua arte.

L’ha definita «sintesi di tutte le passioni dell’uomo, credenti o no» Cristian Carrara,  direttore artistico del Festival, presentando lo Stabat Mater di Pergolesi l’8 settembre nella Chiesa di S. Marco, gremita all’inverosimile da un pubblico che ha coronato di applausi il concerto atteso come evento clou della rassegna. Era annunciato che, nello stesso organico, avrebbe iniziato quale ambasciatore di pace un percorso in Europa partendo da Rodi, dove sarà accolto in ottobre per il ‘Terra Sancta Organ Festival’. Inizialmente altre due composizioni sono state pure ascoltate. Procedendo a ritroso nel tempo la prima è stata ‘O magnum misterium’ di un musicista contemporaneo, Morten Lauridsen, danese; opera, ispirata al mistero del Natale, trascritta sia per orchestra che per organo e coro. Di delicata ispirazione, conformata per scrittura ad un composto stile classico, è intima, serena contemplazione e commossa preghiera. Venne composto invece nel 1938 da Samuel Barber l’Adagio for strings’ su testo dell’Agnus Dei’, concepito inizialmente per coro, poi riportata per orchestra d’archi. Diretto in passato anche da A. Toscanini, ha tratti di un’ardente ispirazione che s’innalza fino a vette sublimi e poi gradualmente si stempera e si spegne. Ed ecco infine lo ‘Stabat’ nell’interpretazione densa di pathos del Time Machine Ensemble, del M° Marco Attura, direttore e compositore molto stimato più volte ospite del Festival Pergolesi Spontini e di due voci ben contrastate e incisivamente drammatiche: quella cristallina del soprano ucraino Nikoletta Hertsak e quella scura, singolarmente profonda del contralto cagliaritano Federica Moi. L’esaltazione di significati apparentemente antitetici ha rimandato non solo all’ universo di emozioni descritto da Pergolesi, ma anche all’autore del testo, Jacopone da Todi, al suo irruento, appassionato carattere e alla sua fervida fede investita di un potente, struggente afflato poetico. Forse all’esecuzione è venuta a mancare una patina di antico per il fatto che il Time Machine Ensemble non suona strumenti d’epoca, ma moderni. Non importa, poiché quella dello ‘Stabat’ di Pergolesi è musica senza tempo.

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