Il commento sul ritorno della Bandiera Blu su tutta la costa teramana del Presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura, a conclusione del Consiglio Provinciale. Presentata una mozione per l’effettivo trasferimento delle competenze ai Comuni sulle aste fluviali minori.
TERAMO – «Dopo nove anni anche Alba Adriatica torna ad avere la certificazione di Bandiera Blu. Tutta la costa teramana, quindi, ottiene il riconoscimento della Fondazione europea per l’ambiente. La buona politica ancora conta qualcosa nonostante i tempi molto difficili. A tutti i Comuni, e anche alla Ruzzo reti che ha investito per migliorare i sistemi di depurazione, vanno i complimenti della Provincia. Festeggeremo presto insieme», queste le parole con cui Diego Di Bonaventura, presidente della Provincia di Teramo, ha commentato il ritorno del vessillo simbolo di mare pulito su tutta la costa teramana. L’occasione era il Consiglio Provinciale, svoltosi oggi martedì 3 maggio.
Nell’assemblea è stata presentata, dal relatore Ernesto Iezzi, una mozione relativa al trasferimento delle competenze dalla Provincia ai Comuni, sulle aste fluviale minori. Il Consiglio l’ha approvata all’unanimità. Due le proposte avanzate: recepire quella dell’Osservatorio regionale che prevede l’attribuzione della competenza ai Consorzi di bonifica e nel, nel contempo, assegnare «in via d’urgenza» alle Province le risorse per intervenire “sulle aste fluviali.
In sostanza, si chiede che diventi effettivo il trasferimento delle competenze sul corso dei fiumi ai Comuni, come previsto dagli accordi presi in seguito alla Riforma Del Rio. Tutte le «opere idrauliche» che non sono di competenza regionale e che erano in capo alle Province, dovrebbero diventare di competenza comunale. Questo trasferimento però non è mai stato effettuato, dal momento che non erano state previste risorse finanziarie professionali e strumentali per i Comuni, mentre i finanziamenti delle Province sono passate alle Regioni. I Comuni quindi non avevano i mezzi per occuparsi della manutenzioni fluviali e le Province non potevano più farlo, di conseguenza dal 2015 questi interventi sono pressoché assenti. Questa situazione ovviamente sta creando notevoli problemi ai Comuni, all’ambiente e alle economie del territorio perché le mancate manutenzioni sono fra le cause principali di dissesti e allagamenti.
«Un vulnus – lo ha definito il consigliere Iezzi che provenendo da Pineto fra i torrenti Borsacchio e Calvano, conosce bene la problematica – che va risolto presto dalla stessa Regione che ha legiferato in materia. I rischi sono tanti: dalla sicurezza dei luoghi a quelle delle persone» . «Una scelta assurda – ha commentato invece il presidente Di Bonaventura – secondo la Regione i corsi d’acqua si curano a pezzi, ogni Comune il suo pezzo, sovvertendo tutte le regole dell’idraulica».
Nella provincia teramana, che per la sua orografia è quella che più risente di questo problema, nessun Comune ha aderito alla Convenzione e sei hanno espresso ufficialmente il parere negativo.
L’Assemblea ha poi accolto favorevolmente, all’unanimità, il parere tecnico di compatibilità – emesso del settore Urbanistica e Pianificazione territoriale – alla richiesta di variante al Piano Regolatore di Mosciano Sant’Angelo. L’architetto Giuliano Di Flavio ha illustrato il provvedimento corredato anche di una serie di rilievi che dovranno essere recepiti dal Comune in sede di approvazione definitiva. Sempre con parere unanime è stata approvata la declassificazione della provinciale 47/ A che, quindi, entra nel patrimonio stradale del Comune di Cortino. Infine è stata adottata la variante per l’integrazione della “normativa tecnica di attuazione dell’agglomerato industriale di Sant’Atto, nel Comune di Teramo” che consentirà al “Centro Servizi Gli Angeli” di realizzare una “Casa funeraria”.