FABRIANO – Ieri mattina, giovedì 5 maggio, la Fiom-Cgil ha organizzato presso la Sala Ubaldi dell’Istituto Agrario Vivarelli, un incontro dal titolo “Circuito Chiuso”, sul tema delle condizioni di lavoro delle donne e gli elementi di trasformazione sociale.
«Abbiamo deciso di mettere in campo questa iniziativa perché crediamo sia indispensabile aprire una discussione su come si salvaguardia e si rilancia l’occupazione sul territorio di Fabriano e si mette in sicurezza il comparto dell’elettrodomestico, anche a livello nazionale» commenta la Fiom di Ancona, che prosegue: «Incentivare la produzione di energia green e super incentivare le aziende che mettano a disposizione della collettività il surplus generato nei momenti di fermo produttivo, sviluppare la circolarità dell’economia anche con lo smaltimento ed il recupero delle materie prime che sono diventate sempre più costose, puntare sulla formazione con specifiche scuole per le professionalità presenti e che serviranno in futuro, con la presenza del pubblico, costituire bacini professionalizzanti finalizzati all’occupazione a tempo indeterminato e soprattutto puntare sul sostegno e lo sviluppo della rete di fornitori e di tutto l’indotto, vera e propria ricchezza del territorio, anche sostenendo con l’intervento pubblico il reshoring di produzioni di componentistiche».
Durante l’incontro “Circuito Chiuso” a Fabriano, è stato anche presentato il progetto letterario “Doppio Carico, storia di operaie” a cura di Serena Maiorana, edito da Villaggio Maori, che vuole «riportare i temi del lavoro nei luoghi della cultura, per vederlo riconosciuto a livello sociale, non più relegato nei luoghi dove questo si produce». 12 donne intervistate e 8 storie per raccontare i comparti produttivi metalmeccanici di nord, centro e sud, nelle quali si trovano i racconti delle fatiche e delle difficoltà delle operaie: ritmi lavorativi inconciliabili con la vita al di fuori del lavoro, difficoltà nel vedersi riconosciute competenze e abilità, disparità nei ruoli e nelle remunerazioni, sono solo alcuni esempi dei problemi con cui devono fare i conti le lavoratrici.
«Emerge il desiderio di voler dare il proprio contributo per un cambiamento sociale, politico, sindacale, umano. Anche se ciò comporta tenere in aria mille aspetti, palline, birilli, come moderne giocoliere di tempo e impegni. Ma a questa fatica, a volte doppia o tripla, queste donne non si sottraggono» chiosa l’autrice.
ANCONA – Peggiora l’afa e il caldo estremo sulle principali città italiane. Nella giornata del 30 giugno, saliranno a 22, rispetto alle 13 previste oggi, le città con bollino rosso per le ondate di calore: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo.
Mentre altre 2 avranno il bollino arancione (Milano e Brescia) e 3 giallo (Bolzano, Genova e Torino). Lo indicano i bollettini del Ministero della Salute sulle ondate di calore, che monitorano 27 città capoluogo di provincia. Ad Ancona il bollino roso scatterà già dalla giornata di domani.
ANCONA – Un marittimo di nazionalità italiana è morto oggi quando la vongolara su cui era a bordo, si è ribaltata, poco prima dell’alba, al largo della costa di Falconara Marittima (Ancona).
L’uomo faceva parte dell’equipaggio, composto da due persone: l’altro marittimo si è invece salvato. A dare l’allarme via radio sono stati altri motopescherecci in navigazione nella zona, che sono riusciti a soccorrere l’altro marittimo. I soccorsi, coordinati dalla Capitaneria di Porto di Ancona, sono scattati subito con l’invio di una motovedetta della Guardia Costiera di Ancona e del Nucleo Sub dei Vigili del fuoco, che arrivati sul luogo in meno di mezz’ora, hanno rinvenuto il corpo dell’altro dalla vongolara ribaltata rimasta a galla.
Come riporta l’Ansa, al momento si sta procedendo al recupero del relitto, rimasto semi affiorante in mare poco più a nord del pontile della raffineria Api. In corso le indagini a cura della Capitaneria di Porto di Ancona.
SENIGALLIA – A pochi giorni di distanza dal primo caso di suicidio medicalmente assistito registratosi in Italia, arriva il commento del vescovo di Senigallia (Ancona). Alla guida della Diocesi da gennaio 2016, mons. Franco Manenti si è detto “sorpreso” delle parole con le quali Federico Carboni, conosciuto come ‘Mario’ prima del suicidio assistito, ha detto addio, perché “non ha attribuito alla vita la colpa della sua tragica sofferenza; anzi ne ha tessuto l’elogio come ‘fantastica’ e irripetibile”.
Come riporta l’Ansa, l’apprezzamento per la vita che ha fatto il 44enne senigalliese, in passato autotrasportatore, non è limitato agli anni precedenti il grave incidente, sottolinea il vescovo, tanto da “essere dispiaciuto” nel congedarsi da essa. “La sorpresa – spiega il responsabile della Diocesi senigalliese – è stata ancora più grande di fronte alle sue ultime parole: ‘finalmente sono libero di volare dove voglio, e spero di essere lì con voi’. Solo Federico potrebbe chiarire a che cosa fa riferimento con queste parole. Spero che volesse esprimere il proprio convincimento che la morte non consegna una persona al nulla e non le impedisce di continuare ad avere con sé le persone care”.
Un auspicio, un atto di fede verso una vita ultraterrena. Come riporta l’Ansa, Manenti ha poi pregato perché Gesù Risorto si prenda cura di Federico e “parli con lui” per “dirgli che i tanti anni che gli hanno impedito di assaporare ancora di più la vita fantastica, non sono un buco nero che divora tutto, anche il desiderio di vivere”.