Capello lungo brizzolato, “paglia” in bocca vita natural durante, bicchiere a portata di mano e sobria magliettina con la semplice scritta “merda” a mettere in chiaro le cose. Giorgio Canali non rispecchia esattamente l’immagine classica del cantautore e lo scorso venerdì, a Popoli, tra una testata tirata al microfono e una bestemmia gridata l’ha fatto capire chiaramente.
Giorgio Canali è maturato artisticamente e musicalmente certo, ma l’anima da ragazzo punk è rimasta intatta, pura. Prima di salire sul palco, girava per il prato che ha ospitato il festival “Cromatica” a Popoli all’apparenza con un’aria scorbutica e lo sguardo da duro. In realtà, persona disponibilissima e gentile, non si è sottratto a saluti, chiacchiere e perfino alle sconclusionate domande di un giornalista che passava di lì. Un ragazzaccio dal cuore d’oro insomma.
Venerdì, è salito sul palco in una versione un po’ inedita, senza band ed accompagnato solo dalla sua chitarra, che ben ricordano chi ha ascoltato i Cccp, i Csi e i Pgc. Voce rauca, testi crudi, Canali si è offerto al pubblico senza filtri. Passano un paio di minuti e già alla prima canzone alcune famigliole con prole al seguito si allontanano intimoriti. Canali ridacchia, va avanti per la sua strada e brinda coi presenti. Non sarà l’unico brindisi di serata.
Non fa sconti né alla moderazione, né alle mode e prosegue tra schitarrate e melodie, riflessioni e parolacce. Il tempo non l’ha ammorbidito, il perbenismo non l’ha consumato, Giorgio Canali non si è più allineato. Nemmeno musicalmente. La distanza che lo separa dalla giovane band che ha aperto la serata ad esempio, gli aquilani de Le Lingue, è evidente. Difficilmente inquadrabile, né punk, né cantautore, ma semplice musico con qualcosa di scomodo da dire. Improbabile un suo tormentone estivo.
E se a fine concerto gli si chiede qualche impressione sulla scena musicale italiana contemporanea, Giorgio Canali scrolla le spalle, sbuffa e risponde in maniera schietta, da buon romagnolo d’entroterra: «Ah boh, che ne so. Se è roba valida rimarrà, altrimenti sparirà. L’importante è che ancora qualcuno suoni e che si organizzino serate così. Ce n’è bisogno. Poi, di tutto il resto, chi se ne frega».
“Avio – Assenza di vita nell’Intero Organismo”, cortometraggio realizzato in Abruzzo dal regista Mattia Peone, abruzzese al pari del cast e della troupe, è stato selezionato al Lift-Off di Londra, dove gareggerà come miglio corto.
PESCARA – Dopo aver riscosso successo in diversi festival di tutto il mondo ed aver ricevuto premi della critica, per il montaggio e come miglior film muto, “Avio – Assenza di vita nell’Intero Organismo”, cortometraggio realizzato interamente in Abruzzo, gareggerà come miglior cortometraggio al Lift-Off di Londra.
Il corto è firmato dal regista abruzzese Mattia Paone, che ne ha curato anche la sceneggiatura. Pure il cast e la troupe provengono dall’Abruzzo: Alessandro De Gregoriis (Direttore della fotografia), Silvio Scarapazzi (autore della colonna sonora), Ganluigi Antonelli (editing, mixing e mastering), Andrea Paone (attore) e Giorgia Starinieri (attrice).
“Assenza di Vita nell’Intero Organismo” è un film stimolante che esplora le potenziali conseguenze delle azioni dell’umanità. Il film è ambientato in un futuro possibile dove l’umanità ha perso la vista per sua stessa colpa.
Mattia Paone è un regista nato in Abruzzo e vive a Pescara. Crede fermamente nella possibilità di raccontare delle storie nel suo territorio e così ha girato AVIO interamente in Abruzzo, comprese le scene nelle grotte.
Il film fa parte del Lift-Off’s Filmmaker Sessions Online Film Festival, un evento pubblico disponibile tramite la piattaforma Vimeo che mette in mostra il talento dei veri registi indipendenti. Questa è una grande opportunità per gli spettatori di guardare il film comodamente da casa.
Il festival si aprirà il 29 maggio e sarà proiettato per due settimane. Per acquistare i biglietti e guardare il film, gli spettatori possono visitare https://vimeo.com/ondemand/liftoffmay23p1 . Chi guarderà AVIO su Vimeo potrà votarlo per permettergli di accedere alla sessione successiva in cui verrà votato dalla giuria.
La sedicesima edizione del Festival delle Radio Universitarie di Teramo vedrà la partecipazione anche di dj Wad e Brian Ronzani. Tra i partner dell’evento anche il Giro d’Italia, che farà tappa in città il 7 maggio.
TERAMO – Si terrà dal 5 al 7 maggio prossimi la sedicesima edizione del Festival delle Radio Universitarie italiane (FRU23) organizzato dall’Associazione degli operatori radiofonici e dei media universitari (Raduni), dall’Università degli Studi di Teramo e dalla sua Fondazione universitaria in collaborazione con RadioFrequenza, la radio di Ateneo, che proprio quest’anno celebra i suoi 20 anni di attività.
Sarà un’occasione per rinsaldare i rapporti tra le 25 radio universitarie affiliate a Raduni che porterà nella città abruzzese oltre 200 studenti e station manager che alimenteranno il confronto sul futuro dei prodotti audio in ambito accademico.
Il Festival prevede workshop, panel e incontri con esperti e professionisti della radio e della comunicazione con la partecipazione dei cinque Dipartimenti dell’Università di Teramo.
Ospiti della sedicesima edizione del FRU, che si tinge di rosa per la collaborazione con il Giro d’Italia che farà tappa a Teramo il 7 maggio prossimo, Bryan Ronzani di Radio 105, Michele “Wad” Caporosso di Radio Deejay, Francesco Pannofino, Cristina D’Avena e i Gem Boy.
Si inizia venerdì 5 maggio alle ore 9.00 con l’inaugurazione del nuovo studio di RadioFrequenza per proseguire in Aula Magna con i lavori del FRU.
La giornata si concluderà con il concerto di Cristina D’Avena alle ore 21.30 in Piazza Martiri.
Il concerto, aperto al pubblico, è una iniziativa del FRU23 in collaborazione con Teramo Comix.
Tutto esaurito al Parco Fluviale “Davide De Carolis” di Teramo per il concerto “Aspettando il Primo Maggio” 2023. Sul palco Rainska, Setak, Filippo Graziani, Fulminacci e Coma_Cose. Al termine dj set con Emmanuelle. Per la prima volta, hanno partecipato alla manifestazioni i sindacati Cisl e Cgil.
TERAMO -Ottima anche la quattordicesima! Non poteva esserci ritorno migliore per “Aspettando il Primo Maggio” 2023, la kermesse musicale organizzata dall’associazione “Big Match” che domenica, nella sua quattordicesima edizione, è tornata a far cantare e ballare Teramo in una serata che ha visto il Parco Fluviale “Davide De Carolis” letteralmente invaso da migliaia di persone.
Una serata da tutto esaurito dove le emozioni hanno dominato la scena grazie alle performance degli artisti che si sono alternati sul palco e dove, al centro del dibattito, c’è stato il tema del Lavoro grazie al contributo di Cgil e Cisl che, per la prima volta, hanno voluto partecipare alla storica manifestazione.
Dopo anni di stop, dovuti anche alla pandemia, la risposta dei teramani e delle tante persone arrivate anche da fuori provincia e da fuori regione, è stata eccezionale. Tanto da dover imporre agli organizzatori la chiusura degli accessi per questioni di sicurezza, quando si è raggiunto il numero limite di presenze, ma con centinaia di appassionati che hanno comunque seguito il concertone teramano nei pressi dei varchi. Osservando l’evento dall’alto il colpo d’occhio era veramente impressionante.
Ad aprire la rassegna, condotta da Dorotea Mazzetta e Lorenzo Mazzaufo, sono stati proprio i Sindacati che hanno portato sul palco del Parco Fluviale un momento di riflessione sui temi della disparità salariale, delle morti sul lavoro, dei diritti mancati, del razzismo e della solidarietà. Lo hanno fatto attraverso riflessioni e, soprattutto, testimonianze di chi ha vissuto e vive quotidianamente le troppe ingiustizie che ancora caratterizzano il nostro Paese.
Poi la parola è passata alla musica, con l’apertura del concerto affidata ai “Rainska”. La storica band teramana ha fatto ballare migliaia di giovani grazie ai suoi ritmi travolgenti e contagiosi.
Ritmi che hanno lasciato spazio al cantautorato di “Setak” e ad una esibizione che ha unito l’abruzzese ai suoni internazionali, donando una nuova veste al dialetto della nostra regione.
In tantissimi, poi, hanno accompagnato in coro l’esibizione di Filippo Graziani che con la sua grinta e la sua interpretazione ha riproposto i brani storici del padre Ivan. Uno dei momenti più intimi dell’intera manifestazione e un nuovo tributo al grande musicista teramano all’indomani dell’inaugurazione della scultura in suo onore in largo San Matteo.
La parte finale del concertone ha rappresentato il momento clou della rassegna con le esibizioni di “Fulminacci” e dei “Coma_Cose”, i grandi ospiti di questa edizione di “Aspettando il Primo Maggio” che hanno riempito l’atmosfera con le loro note e testi ricercati.
Una festa che è andata avanti fino alle ore piccole con la performance della Dj internazionale “Emmanuelle”, che ha fatto ballare i tanti giovani rimasti ad animare il Parco Fluviale fino a tarda notte.
«Un successo che è andato oltre le aspettative – commenta la Presidente dell’Associazione “Big Match” Carla Casalena – figlio soprattutto del lavoro di squadra iniziato diversi mesi fa e che ci ha permesso di donare a Teramo una sera di grande musica dal vivo e di riflessione. Per questo i miei ringraziamenti vanno al Comune di Teramo, ai sindacati Cgil e Cisl, alla Fondazione Tercas, al Collettivo Vengosicuro, all’Udu e ad ArteLive, partner di “Aspettando il Primo Maggio”. Ma anche alle forze dell’ordine, al servizio di sicurezza, alle maestranze, ai tecnici, agli sponsor e ai tanti volontari che si sono spesi durante la giornata affinché tutto funzionasse. Infine, non posso non citare i conduttori, gli artisti, i musicisti e soprattutto il meraviglioso pubblico per la partecipazione appassionata, intensa, sensibile e corretta. Tutti assieme hanno reso speciale il ritorno di “Aspettando”. Vedere il Parco Fluviale pieno e in festa rappresenta la miglior ricompensa per tutti i nostri sforzi e ci dà ulteriore forza per continuare ad andare avanti con le iniziative che la nostra associazione organizza sul territorio. “Aspettando il Primo Maggio” si conferma nel 2023 una manifestazione musicale di livello e di riferimento per tutto il territorio della nostra regione, nonostante la pausa non ha perso nulla del suo grande appeal»”.