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Teramo

Ruba un cellulare in spiaggia a Martinsicuro: denunciato “topo d’ombrellone”

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Ha individuato un ombrellone incustodito in uno chalet di Martinsicuro ed ha sgraffignato un cellulare che un turista aveva lasciato lì, ma gli altri bagnanti lo hanno visto ed hanno dato l’allarme. I carabinieri lo hanno individuato poco dopo in sella ad una bicicletta, rubata.

MARTINSICURO – I carabinieri hanno denunciato per tentato furto aggravato, ricettazione e inosservanza di foglio di via obbligatorio, un “topo d’ombrellone”, già noto per reati simili, che ha provato a rubare un cellulare, in spiaggia ma è stato scoperto. All’uomo, un campano di 42 anni residente in provincia di Ascoli, era stato già fatto divieto di avvicinarsi al comune di Martinsicuro per tre anni.

Ha rubato il cellulare ad un turista romano che aveva lasciato il telefonino sotto l’ombrellone che aveva affittato in uno chalet di Martinsicuro. L’uomo, dopo aver atteso che l’ombrellone fosse sguarnito, ha arraffato il cellulare, ma è stato notato da alcuni bagnanti nelle vicinanze, i quali hanno gridato, mettendolo in fuga, e dato l’allarme al 112.

I carabinieri di Martinsicuro, che durante la stagione turistica hanno intensificato i controlli, sono giunti immediatamente nei pressi della spiaggia ed hanno bloccato ed identificato il responsabile del tentato furto del cellulare. Questi era arrivato alla chalet in sella ad una bicicletta che mostrava il logo di un B&B di Alba Adriatica, impresso sul cestino. Questo fatto ha insospettito i militi, che in seguito ad un rapido controllo, hanno appurato che anche la bicicletta era stata rubata. Sia il telefono, che il mezzo, sono stati riconsegnati ai legittimi proprietari. Il titolare della struttura ricettiva oltretutto, non si era ancora accorto che mancasse una bici tra quelle a disposizione del B&B.

Teramo

Atri, le Elezioni Comunali sono valide: il Tar ha respinto il ricorso di Alleanza Civica

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La lista si era opposta al risultato degli scrutini, dal quale era emerso uno scarto di appena 11 voti. Elezioni valide dunque ad Atri secondo il Tar dell’Abruzzo, che ha respinto il ricorso avanzato da Alleanza Civica.

PESCARA – Le schede sono state ricontate, gli scrutini sono validi ed il sindaco è stato eletto democraticamente e legittimamente. Il Tar dell’Abruzzo ha respinto il ricorso avanzato dalla lista Alleanza Civica di Atri, che chiedeva l’annullamento delle Elezioni Comunali del 14 e 15 maggio scorsi. Il motivo che ha spinto la lista ad impugnare il risultato elettorale è lo scarto di voti tra le prime due liste, quantomeno esiguo: appena 11 voti su 6.300 elettori.

«Oggi prendiamo atto con il massimo rispetto del rigetto da parte del TAR Abruzzo del ricorso da noi presentato» commenta con una nota stampa Alleanza Civica. «Questo margine così esiguo ha legittimamente sollevato interrogativi e preoccupazioni tra i cittadini. Abbiamo pertanto ritenuto doveroso sottoporre il materiale elettorale e gli esiti delle operazioni di voto a un’attenta verifica condotta da professionisti competenti».

Secondo i rappresentanti della lista «sono emerse alcune rilevanti incongruenze e importanti vizi, che ci hanno spinto a intervenire affinché si facesse piena chiarezza sull’esito elettorale. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha, tuttavia, deciso di non accogliere il nostro ricorso, una decisione che rispettiamo, pur mantenendo il diritto di valutare ulteriori azioni legali che possano essere ritenute necessarie per il bene della nostra comunità».

La lista dunque accetta il risultato, pur riservandosi la possibilità di percorrere altre strade e continuando a nutrire qualche dubbio: «Rispettiamo il pronunciamento della magistratura e il verdetto finale delle urne. Ciò detto, è fondamentale comprendere che il rigetto del nostro ricorso non può cancellare i fatti che sono emersi durante l’esame del materiale elettorale, né la condotta tenuta dalla maggioranza che governa la città e dall’ente comunale in risposta al nostro ricorso. Riteniamo che tali avvenimenti debbano essere ulteriormente analizzati sia dal punto di vista giuridico, sia da quello politico e portati a conoscenza della popolazione attraverso un percorso di informazione e partecipazione collettiva da attuarsi nel prosieguo, un percorso che mira a garantire la massima trasparenza e responsabilità nei confronti dei cittadini di Atri».

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Teramo

Italia Viva: «Presidente D’Angelo, a che punto siamo con la smart road sulla SP8?»

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Il coordinamento di Italia Viva Val Vibrata chiede al presidente della Provincia di Teramo Camillo D’angelo, lo stato dell’arte delle opere sulla SP8, detta bonifica del Salinello, che, in base al progetto Elena, dovrebbe trasformarsi in una smart road.

TERAMO – «E’ di due mesi fa l’annuncio del Presidente della Provincia Camillo D’Angelo circa l’adesione dell’Ente al progetto Elena per trasformare la SP8, più comunemente chiamata “bonifica del Salinello”, in una smart road, ovvero una “strada intelligente”. Per Italia Viva Val Vibrata è necessario un piano complessivo di intervento su questa arteria, mettendo come priorità la sicurezza». Così comincia la nota diffusa dal coordinamento vibratiano del partito centrista in merito alla SP 8,«un asse viario di importanza strategica, essendo un collegamento rapido tra mare e montagna».

Secondo Italia Viva bisogna intervenire sulla gestione dei flussi di traffico per ridurre l’impatto ambientale, ed implementare la sicurezza stradale attraverso l’installazione di nuovi dispositivi per il controllo dei veicoli e nuova segnaletica stradale.

«Presidente D’Angelo” – conclude Antonio Lupi membro del coordinamento del movimento vibratiano – “a che punto è la progettazione? Ci può informare, in modo da portare a conoscenza tutti i cittadini vibratiani, sullo stato dell’arte di questo innovativo progetto che Italia Viva Val Vibrata ritiene di importanza strategica per la nostra vallata?»

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Teramo

Società cartiera sulla costa teramana, fatture false per milioni di euro: 10 rinvii a giudizio

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Le fiamme gialle hanno scoperto un vorticoso sistema di fatture false, emesse per operazioni inesistenti, in base al quale decine di attività commerciali del centro Italia hanno ottenuto indebiti vantaggi fiscali.

TERAMO – Le indagini della Guardia di Finanza hanno preso avvio in seguito ad una segnalazione per operazioni sospette relativa ad una società operante sulla costa teramana, che si è scoperto poi essere una vera cartiera. Gli approfondimenti delle fiamme gialle infatti hanno fatto emergere un articolato sistema di fatture false per oltre 4 milioni di euro, emesse per operazioni inesistenti dalla società ubicata sulla costa teramana. In questo modo, decine di imprese commerciali ubicate nelle regioni centrali, in particolare le Marche e Roma, hanno commesso una frode complessiva all’Iva pari a un milione e duecento mila euro circa.

10 in tutto i rinvii a giudizio per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. I finanzieri hanno svolto anche controlli riguardanti le movimentazioni sui conti bancari, appurando che un sistema di retrodatazione dei pagamenti delle fatture false, avvenuto attraverso numerosi prelevamenti di denaro contante. Il meccanismo è stato confermato dal soggetto che si è prestato all’emissione delle fatture false per milioni di euro, sulla costa teramana.

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