Non solo negligenza da parte della donna che parcheggiato in discesa senza freno a mano. Una perizia ha stabilito che alla tragedia dell’auto piombata nel cortile dell’asilo “Primo Maggio” a L’Aquila, che ha ucciso un bambino e ne ha feriti altri 4, hanno contribuito una serie di concause e che poteva essere evitata: la recinzione dell’asilo non era idonea.
L’AQUILA – Nonostante la negligenza della donna di 38 anni che ha parcheggiato l’auto in discesa senza inserire il freno a mano, la tragedia avvenuta nel cortile dell’asilo “Primo Maggio”, dove il veicolo è piombato, poteva essere evitata. A stabilirlo una perizia di Cristiano Ruggeri, nominato dal pm Stefano Gallo per la ricostruzione della dinamica dell’incidente, che parla di una serie di concause relative alla tragedia dell’auto piombata nel cortile dell’asilo.
Probabile a questo punto che l’inchiesta sulla morte del piccolo Tommaso D’Agostino, di 4 anni, e sul ferimento di altri cinque bambini, possa allargarsi anche a rappresentanti della scuola e del Comune. La donna è già indagata per omicidio stradale ed abbandono di minore. Aveva lasciato nell’auto il figlio dodicenne.
Lo scorso 18 maggio, la donna è scesa dalla sua auto senza inserire il freno a mano, ma solo ingranando la marcia. A bordo del veicolo è rimasto il figlio in età pre-adolescenziale, che, giocando, ha spostato la leva del cambio. La macchina, che era in discesa, una volta in folle si è mossa ed ha iniziato a guadagnare velocità, finendo la sua corsa a valle, nel cortile dell’asilo “Primo Maggio” del quale ha sfondato la recinzione.
Questa è una delle prime concause segnalate dalla perizia di Ruggeri. Secondo il perito la recinzione «non idonea a proteggere l’area giochi di pertinenza della scuola dell’infanzia, assume rilievo come protezione passiva materialmente negli esiti di cui dovevano godere gli utilizzatori dell’area (lavoratori e bambini) rispetto al pericolo del potenziale energetico dei veicoli». Secondo l’esperto, sarebbe bastato un new jersey, ad esempio, per evitare la tragedia. La macchina ha sfondato la recinzione ad una velocità stimata di 27 chilometri orari, ma dal momento dell’impatto con la rete metallica, fino all’investimento dei bambini, è trascorso un solo secondo. Un tempo insufficiente a qualsiasi manovra d’emergenza.
Ma non solo contro la rete punta il dito il perito. Anche il libero accesso e parcheggio delle auto nell’area comune della struttura scolastica «costituisce elemento di evitabilità originaria all’evento, la cui efficacia era legata all’analisi del rischio». Anche su questo ultimo punto Ruggeri ha individuato criticità. I Documenti di Valutazione del Rischio (Dvr), di «entrambe le gestioni (asilo nido e scuola dell’infanzia) non contengono l’analisi del rischio (investimento dei lavoratori in ambienti di lavoro)».