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Fermo

Atti persecutori, minacce e aggressioni: tre denunce nel fermano

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In due casi è stato attivato il “codice rosso” per donne vittime di stalking o violenza di genere. Gli episodi sono avvenuti a Porto San Giorgio, Pedaso e Montegranaro: tre denunce, tutte donne le vittime degli atti persecutori avvenuti nel fermano.

FERMO – Tre denunce e in due casi “codice rosso” attivato per le donne vittime di stalking, minacce ed aggressioni, per gli atti persecutori riscontrati dai carabinieri nei giorni scorsi nel fermano. Tre episodi che hanno tutti una donna come vittima ed un uomo accecato da gelosia e morbosità come carnefice, avvenuti a Porto San Giorgio, Pedaso e Montegranaro.

Il primo caso è culminato con una denuncia per un uomo residente a L’Aquila, che ha tampinato una donna con pedinamenti, regali indesiderati, telefonate moleste e poste sotto casa, anche nelle ore notturne. Dopo la segnalazione della donna, per la quale è stato attivato il codice rosso, i carabinieri hanno raccolto materiale nei confronti dell’uomo che è stato denunciato.

A Pedaso invece è stato denunciato un ragazzo del 1990, pregiudicato, che ha perseguitato per diversi mesi l’ex convivente con messaggi inopportuni, contenti anche minacce. A Montegranaro invece un uomo foggiano, noto per alcuni precedenti, ha riservato a lungo maltrattamenti alla compagna, culminati con un’aggressione fisica il primo dell’anno. Anche in questo caso per la vittima è scattato il codice rosso.

Tutti e tre i soggetti sono stati denunciati per atti persecutori. Le forze dell’ordine, oltre a ricordare che è possibile rivolgersi in qualunque momento al 112 o al 1522, il numero gratuito attivo H24 per segnalare episodi di violenza di genere o stalking, raccomandano di non fidarsi ciecamente di un estraneo, di non isolarsi troppo nel momento in cui si intreccia una relazione sentimentale e, in caso di vessazioni, di non aver alcun rapporto con il proprio persecutore, perché fraintenderebbe qualunque atteggiamento, sia ostile, che neutro, che gentile.

Fermo

Lavoratrice in nero e clandestina: chiuso night club a Fermo

Eseguiti controlli anche sull’edilizia: 5 aziende irregolari.

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Nel night club chiuso a Fermo sono state riscontrate anche gravi violazioni delle norme sulla sicurezza. In totale dopo i controlli ammontano a 36 mila euro le sanzioni emanate dai Carabinieri.

FERMO – Edilizia e locali notturni al centro dei controlli svolti dai Carabinieri a Fermo, al fine di verificare il corretto rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Alle ispezioni hanno preso parte i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Ascoli Piceno unitamente al Nucleo Operativo del Gruppo Tutela Lavoro di Venezia, ai Carabinieri del Comando Provinciale di Fermo e della Compagnia di Montegiorgio. In seguito ai controlli un night club di Fermo è stato chiuso, mentre 5 aziende del territorio sono risultate irregolari ed hanno ricevuto sanzioni per 36 mila euro.

Nel locale notturno ispezionato nell’ambito di controlli sulla movida, i militi hanno trovato una lavoratrice extracomunitaria clandestina impiegata in nero. Per questo motivo e per inadempienze in materia di sicurezza, tra cui l’omessa redazione del Documento di Valutazione Rischi, il night club di Fermo è stato chiuso.

I controlli sull’edilizia invece hanno portato all’individuazione di 5 aziende irregolari, nelle quali erano assunti due lavoratori in nero e dove sono state riscontrate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. In 4 cantieri sono stati trovati materiali appoggiati impropriamente su bancali instabili e la rimozione del Documento Valutazione Rischi dalla sede di cantiere. Complessivamente, le sanzioni penali ed amministrative spiccate ammontano a 36 mila euro.

Infine, i Carabinieri hanno concluso gli accertamenti su una ditta individuale che commercializza veicoli on-line. Accerta in questo caso un’evasione contributiva, con conseguente recupero di contributi previdenziali non versati dal 2020 al 2023, per un importo superiore ai 40 mila euro.

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Atti persecutori nel fermano: arresti, denunce e codici rossi

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maltrattamenti in famiglia nel fermano

Nei giorni scorsi i carabinieri sono intervenuti in tutto il fermano per diversi episodi di atti persecutori e maltrattamenti in famiglia, verificatisi ad Amandola, Montegranaro, Monte San Pietrangeli, Porto San Giorgio, Pedaso e Servigliano.

FERMO- Ancora una serie di operazioni volte a contrastare episodi di violenza domestica, atti persecutori e maltrattamenti in famiglia nel fermano, eseguite dai carabinieri delle stazioni di tutta la Provincia. In seguito all’intervento dei militari dell’Arma, due persone sono state arrestate e cinque denunciate. In tre occasioni è stato attivato il codice rosso e le vittime degli atti persecutori avvenuti in tutto il fermano sono state affidate a strutture protette.

Il primo caso si è verificato ad Amandola, dove un uomo di origine albanese è finito in carcere di Ascoli Piceno per una condanna relativa ad atti persecutori commessi nel 2011 nel chietino. Dovrà scontare 9 mesi. L’altro arresto si è verificato a Monterubbiano, nei confronti di un pregiudicato trentenne trasferito nel carcere di Fermo che ha violato i termini del divieto di avvicinamento al quale era sottoposto ed ha assunto comportamenti minacciosi e violenti nei confronti della parte offesa, a cui ha danneggiato il mobilio.

A Monte San Pietrangeli, Porto San Giorgio e Servigliano, sono stati attivati tre codici rossi nei confronti di due donne ed un uomo. Le prime due erano vittime maltrattamenti, abusi e minacce da parte dei conviventi di nazionalità nigeriana e rumena, mentre il terzo, un anziano pensionato, ha subito comportamenti vessatori da parte della compagna slovacca. Tutti i responsabili sono stati denunciati.

Gli ultimi episodi di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori nel fermano sono avvenuti a Pedaso e Montegranaro, dove due uomini, di nazionalità marocchina e ucraina, sono stati denunciati a piede libero.

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Truffa dell’offerta di lavoro: si fa pagare per la pratica di assunzione inesistente

A Montegiorgio la truffa del Postamat: un uomo si è reso irreperibile dopo aver spillato 500 euro per la falsa vendita di un telefono.

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Ha pubblicato un annuncio di lavoro inesistente, chiedendo denaro per le pratiche di assunzione e per le polizze assicurative. La donna che ha architettato la truffa dell’offerta di lavoro a Montegranaro è stata denunciata.

FERMO – Non si fermano le azioni dei Carabinieri a contrasto delle truffe telematiche in tutta la provincia fermana. Le ultime, sono avvenute a Montegranaro e Montegiorgio, dove sono state messe in pratiche la truffa della finta offerta di lavoro e la truffa del Postamat.

A Montegranaro unadonna di 30 anni di JEsi ha pubblicato una finta offerta di lavoro ed ha convinto l’ignara vittima della truffa a versalre del denaro per avvare le pratiche relative all’assunzione. Dopo i primi 120 euro, si è spinta oltre e ne ha chiesti altri 750 per le polizze assicurative. A questo punto la persona che ha risposto all’offerta ha fiutato la trappola ed ha allertato i carabinieri che hanno denunciato la jesina.

A Montegiorgio invece un uomo di 40 anni originario del foggiano già noto per episodi analoghi è stato denunciato per aver spillato 500 euro ad una vittima mediante la truffa del Postamt. Simulando la vendita di un telefonino, ha fatto perdere le sue tracce una volta ricevuta la somma richiesta.

I Carabinieri invitano nuovamente la cittadinanza a prestare la massima attenzione durante gli acquisti on-line e raccomandano di affidarsi esclusivamente a rivenditori certificati e a diffidare dalle offerte troppo convenienti. Un decalogo delle norme da adottare è consultabile sul sito dell’Arma.

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