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L'Aquila

Mentre moglie e marito cenano, i ladri ripuliscono il piano di sopra

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I ladri hanno svaligiato una villa a Sulmona e se ne sono andati prima che i proprietari, moglie e marito ultrasessantenni, si potessero accorgere del furto. I coniugi stavano cenando mentre i malviventi ripulivano il piano di sopra. Rubati denaro e gioielli.

L’AQUILA – Ancora una rapina in una villa in Abruzzo, a Sulmona, ma questa volta senza nessuna aggressione: i ladri hanno agito in fretta e senza rivelare la loro presenza ai proprietari, due coniugi ultrasessantenni, che in quel momento stavano cenando. Moglie e marito non si sono nemmeno accorti del furto nella loro villa di Sulmona, nella quale abitano da soli. In breve tempo i ladri hanno messo a soqquadro la casa e sono spariti dopo aver arraffato gioielli e denaro. Solo successivamente i proprietari di casa si sono accorto di aver ricevuto un’indesiderata visita ed hanno chiamato i soccorsi.

Il furto è avvenuto nel quartiere Arabona. I malviventi si sono introdotti nella villa scavalcando il muro di cinta e poi si sono introdotti nella casa. Probabilmente in precedenza avevano sedato il cane, che è stato ritrovato addormentato nel garage, mentre di solito abbaia a chiunque si avvicini al cancello.

Mentre i carabinieri hanno avviato le indagini per risalire ai responsabili della rapina commessa nella villa di Sulmona mentre moglie e marito cenavano, montano le polemiche nel quartiere per l’assenza di un sistema di videosorveglianza. L’amministrazione comunale ha reso noto che nei prossimi giorni verrà pubblicato un avviso per potenziare il sistema e che verrà richiesta la convocazione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico in Prefettura.

L'Aquila

Morto Matteo Messina Denaro: la Procura ha disposto l’autopsia

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Il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso dicembre dopo trent’anni di latitanza, è morto nella notte nell’ospedale San Salvatore di L’Aquila. dopo nove mesi detenzione

L’AQUILA – Non ha trascorso in carcere gli ultimi minuti della sua vita, Matteo Messina Denaro, il boss stragista di Cosa Nostra condannato all’ergastolo al 41bis. Il super latitante arrestato dopo trent’anni di fuga, si è spento dopo nove mesi di prigionia la notte scorsa, lunedì 25 settembre, all’ospedale San Salvatore di L’Aquila, nel quale si trovava ricoverato già da diverso tempo. Negli ultimi giorni le sue condizioni si sono aggravate e il boss, che ha rifiutato l’accanimento terapeutico nel suo testamento biologico, è entrato in coma irreversibile. Dopo la cessazione dell’alimentazione assistita, Matteo Messina Denaro è morto e la Procura ha disposto l’autopsia per accertarne la causa del decesso.

Il boss si trovava in ospedale in seguito ad un’operazione chirurgica, le cui complicazioni si sono rivelate fatali. Messina Denaro era affetto da un tumore al colon che gli era stato diagnosticato durante la latitanza. La sua malattia avrebbe avuto un ruolo chiave nella sua cattura. Dopo l’arresto è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche: dalla prima si era ripreso, dopo la seconda non ha più lasciato l’ospedale, dove era stata allestita una stanza di massima sicurezza allestita apposta.

Al suo capezzale, nei giorni scorsi era arrivata anche la figlia naturale, Lorenza, riconosciuta solo pochi giorni fa. Durante la sua detenzione, avrebbe mantenuto un comportamento impeccabile senza mai creare disordini. E senza mai parlare: con lui, oltre ad un capitolo nero della storia della seconda Repubblica, se ne vanno tanti misteri sui quali bisogna ancora fare luce.

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L'Aquila

Terremoto L’Aquila 2009, il Comune rivuole i soldi dati ad alcuni sfollati

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A centinaia di famiglie di sfollati in seguito al terremoto del 2009 è arrivata la richiesta di rimborso dei contributi di autonoma sistemazione elargiti in seguito alle scosse: secondo il Comune di L’Aquila in molti non avrebbero rispettato alcune condizioni.

L’AQUILA – A 14 anni dalle scosse di terremoto che hanno provocato 309 morti, circa mille e cinquecento feriti ed oltre centomila sfollati, il Comune ha chiesto a centinaia di famiglie il rimborso dei contributi per l’autonoma sistemazione. Secondo l’amministrazione, molti dei beneficiari non hanno rispettato le condizioni previste, come completare i lavori di sistemazione entro sei mesi per le abitazioni che avevano subito danni di lieve entità, o la la mancata comunicazione del contributo definitivo concesso.

Pertanto, a centinaia di persone è stato intimato di restituire i soldi che gli erano stati elargiti come contributo, al fine di agevolare la ricerca di alloggi per gli sfollati da parte dello Stato. La somma poteva arrivare ai 400 euro mensili. 400 sarebbero anche le famiglie a cui è arrivata la richiesta di rimborso.

E se per il Comune nmon si tratta di una questione politica, ma «meramente amministrativa» come dichiarato dall’assessore alle Politiche sociali Manuela Tursini, gli aquilani promettono battaglia: i primi ricorsi sarebbero già partiti.

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L'Aquila

Rifiuti pericolosi nella piana del Fucino: sequestrati sette ettari a Celano

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Acqua stagnante e materiali vari ritrovati in tre scavi in un campo agricolo a Celano. L’area è stata posta sotto sequestro.

L’AQUILA – Scarti della lavorazione agricola, teli di plastica, sacconi pieni di materiale vario ed ancora da verificare, bottiglie di vermicida vuote, prodotti chimici ed altro ancora. E’ quanto hanno scoperto i finanzieri della Compagnia di Avezzano in un’area agricola nella piana del Fucino, nel comune di Celano, dove sono stati sequestrati sette ettari nei quali erano stati abbandonati rifiuti pericolosi.

Le fiamme gialle hanno trovato tre scavi di ingenti proporzioni, lunghi 150 metri, larghi 4 e profondi 5, per 9000 metri cubi complessivi circa. Qui i materiali di scarto, tra i quali bobine di TNT (tessuto non tessuto) e sacchi per l’edilizia, erano abbandonati in pozze di acqua stagnante.

Il proprietario dei terreni contenti rifiuti pericolosi è risultato essere il titolare di diverse aziende agricole, alcune delle quali attive proprio nella piana del Fucino, provviste peraltro di certificazione biologica. L’uomo è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per la violazione del Codice dell’Ambiente.

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