Il 22 gennaio scorso, a Palazzo Bisaccioni a Jesi, si è tenuta una conferenza dal titolo “Turismo delle Radici e di Ritorno nei cortometraggi di Geniale Olivieri”: partendo dalle opere del cineamatore jesino si è dibattito di emigrati negli Stati Uniti, di accoglienza ad Ellis Island e della voglia di riscoprire i luoghi delle origini da parte dei discendenti.
ANCONA – All’indomani della Guerra di Secessione l’America divenne una terra promessa per molti emigranti. Ne giunsero là da tutto il mondo: da Polonia, Russia, Ungheria, Grecia, Turchia, Armenia, Irlanda, Ucraina, Serbia, Siria. Tantissimi anche dall’Italia. Tutti fuggivano da guerre, carestie, fame, persecuzioni religiose o politiche. Se ne contavano già più di otto milioni prima che un’isola situata di fronte a New York, Ellis Island, nel 1892 divenisse il più grande centro di accoglienza e smistamento degli emigranti. Il flusso sarebbe enormemente aumentato in seguito.
Ellis Island, l’isola delle ostriche
Più di venti milioni di emigranti sarebbero giunti tra il 1892 e il 1954, quando Ellis Island, in origine chiamata ‘l’isola delle ostriche’ perché lì ne esistevano allevamenti, venisse definitivamente chiusa. Appena sbarcati gli emigranti venivano sottoposti ad accurate visite mediche. Se si riscontravano malattie erano ricoverati e curati in un ospedale annesso al centro di accoglienza; se infestati da parassiti, messi in quarantena. Se invece risultavano in buona salute venivano registrati secondo dati anagrafici, civili, economici, politici prima di lasciare Ellis Island per Manhattan. Fu così che molti italiani dopo una rischiosa traversata dell’oceano – viaggiavano tutti in terza classe e in condizioni non certo confortevoli – giunsero in America; senza risorse, solo con una valigia di cartone legata con uno spago, ma con un grande bagaglio di coraggio e di speranza. Sarebbero però riusciti a mettere là radici, a richiamare parenti lasciati in patria, ad inserirsi nel contesto civile e sociale.
Sono passati da allora più generazioni, ma l’arrivo dei primi esuli non è stato dimenticato. Ha lasciato invece tracce permanenti. È da tenere presente che esiste in Italia un’associazione, l’ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrate) che può mettere in contatto i discendenti degli emigrati con i loro parenti qui rimasti. Chi volesse effettuare una ricerca a riguardo ha a disposizione, in formato digitale, 25 milioni di schede a cui accedere gratuitamente per rintracciare un antenato sbarcato in America tra il 1892 e il 1924. È semplicemente necessario inserire nome e cognome su www.ellisland.org e si potranno avere informazioni sul luogo di partenza, età, anno di arrivo, nome della nave e porto di partenza dell’emigrato; persino copie dei documenti di viaggio e foto della nave con cui l’emigrato era giunto a destinazione.
Non espressamente di questo tuttavia si occupa l’ANFE, ma, più precisamente, del possibile rientro in Italia di discendenti degli emigrati di allora, attivando e favorendo un ‘Turismo delle Radici e di Ritorno’. A questo scopo occorre senz’altro far conoscere alle ultime generazioni degli emigrati italiani la terra di origine dei loro progenitori. Chissà quanti oggi sanno in realtà solo sommariamente, genericamente e approssimativamente della storia, delle bellezze artistiche, delle risorse economiche, delle tradizioni del nostro paese: non certo dettagliatamente, riguardo cioè a città particolari, province o piccoli centri. Nemmeno possono avere idea precisa di come si siano qui evolute nel corso di più di un secolo le condizioni di vita.
Un tempo si partiva dall’Italia perché tanto mancava, perché diffusissimo era l’analfabetismo, perché la popolazione cresceva in modo esponenziale. Oggi non è più così. Esistono effettive, diversificate risorse di cui approfittare: sicuramente i discendenti degli emigrati di allora, se ritornassero, avrebbero grazie all’ANFA accoglienza, sostegno, consigli di orientamento per sfruttarle.
Di tutto questo si è parlato il 22 gennaio in una conferenza a più voci tenuta a Palazzo Bisaccioni a tema “Turismo delle Radici e di Ritorno nei cortometraggi di Geniale Olivieri”, organizzata da Italia Nostra. Appropriato il riferimento al benemerito cineamatore jesino. I suoi cortometraggi, commentati con la competenza di un grande giornalista da Giuseppe Luconi, permettono di illustrare e far conoscere tantissimo della nostra città anche a chi in essa non ha mai messo piede. Impossibile a riguardo trovare altrove notizie così precise, pertinenti, dettagliate. Si è protratta a lungo la manifestazione di cui è stato moderatore Giovanni Filosa che ha presentato anche un suo documento filmato sul centro di accoglienza di Ellis Island. Non meno interessante quello realizzato da Giovanna Massaccesi che ha efficacemente sintetizzato l’attività del cineamatore jesino. Di Geniale Olivieri successivamente sono stati proiettati tre documentari commentati da sua figlia Serenella: “Saluti da Jesi”, “Storia di un monumento”, “Jesi com’era e com’è”. Introdotta da Paolo Morosetti, presidente della Fondazione Carisj e da Alessandro Tesei, assessore al Turismo, la manifestazione è stata presentata da Costantina Marchegiani, presidente di Italia Nostra di Jesi. Non sono mancati i collegamenti con Chiara Biondi, assessore regionale alla Cultura, che ha espresso il suo apprezzamento per il progetto del ‘Turismo di Ritorno’ e con Leonardo D’Ippolito, presidente dell’ANFE, che ha illustrato i propositi dell’associazione. Durante l’incontro è emersa la proposta di intitolare una via o una piazza di Jesi a Geniale Olivieri. Lo stesso sarebbe da proporre per Giuseppe Luconi, suo amico e collaboratore: un maestro di giornalismo che pure ebbe davvero molto sinceramente a cuore Jesi e la sua storia.
La sede del Centro Nazionale della Lega del Filo d’Oro di Osimo è stata inaugurata alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di una nutrita schiera di rappresentanti delle Istituzioni nazionali, regionali e comunali.
ANCONA – Accolto da calorosi applausi, un sereno e disteso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri, giovedì 30 marzo, si è recato ad Osimo per presenziare all’inaugurazione del Centro nazionale della Lega del Filo d’Oro. Oltre al capo dello Stato erano presenti il Vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, il Ministro per la disabilità Alessandra Locatelli, il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il Presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali, l’Arcivescovo di Ancona-Osimo Monsignor Angelo Spina, il Prefetto di Ancona Darco Pellos ed il Sindaco di Osimo Simone Pugnaloni.
In apertura il presidente della Lega del Filo d’Oro Rossano Bartoli ha espresso soddisfazione e gratitudine per l’inaugurazione del Centro nazionale, un progetto atteso per anni. Poi Bartoli ha omaggiato la fondatrice, Santina Sibilli, sordocieca, che «nel 1964 insieme a un giovane sacerdote, don Dino Marabini, e a un gruppo di volontari ha dato vita ad un’associazione che potesse rappresentare il filo aureo della buona amicizia per aprire al mondo la condizione delle persone sordocieche».
La figura di Santina Sibili è stata omaggiata anche dal presidente della Repubblica, che ha affermato: «Santina Sibilli ebbe una una visione del futuro e del possibile che a tanti allora sfuggiva». Poi Mattarella ha reso noto di essere consapevole dei problemi con cui deve fare i conti la Lega del Filo d’Oro, «dove si trasforma il disagio in opportunità e la sofferenza in solidarietà». Mattarella ha affermato: «So bene che ci sono tanti problemi. Le difficoltà nascono da regolamentazioni regionali differenti, dall’incompletezza della legge 107 e dalla sua inadeguata attuazione. Che siano esortazioni a provvedere». Infine il Presidente ha chiosato: «La repubblica vi è riconoscente».
Relativamente all’inaugurazione del centro nazionale della Lega del Filo d’Oro, il presidente di Regione Marche Francesco Acquaroli ha commentano: «Una giornata importante che testimonia una storia ugualmente importante, motivo di orgoglio per l’Italia e soprattutto anche per le Marche. Credo che la vicinanza della Regione alla Lega del Filo d’Oro e delle istituzioni tutte, rappresentate oggi dalla massima espressione, il Capo dello Stato, siano una testimonianza di questo percorso di crescita della Fondazione che è un punto di riferimento a livello nazionale».
Ieri notte un furgoncino parcheggiato nei pressi della banchina del porto di Ancona si è mosso ed è finito in mare, ma è stato recuperato dai Vigili del Fuoco. A bordo del mezzo non si trovava nessuno.
ANCONA – I Vigili del Fuoco di Ancona la notte scorsa hanno compiuto un intervento che non rientra esattamente all’interno della loro routine lavorativa: hanno recuperato un furgone caduto in mare.
Non c’erano persone all’interno del mezzo finito in acqua. Sebbene le cause del singolare incidente non siano ancora state accertate, sembra probabile che qualcosa non abbia funzionato con i freni del mezzo, che si trovava in sosta.
I pompieri hanno raggiunto la zona del Mandracchio intorno alle 4:00 e si sono messi all’opera per riportare il mezzo in superficie. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Ancona si sono immersi in mare per ancorare il furgone alle cinghie di una una gru, con la quale il veicolo è stato recuperato e adagiato sulla banchina.
Ha assistito alle operazioni anche il personale della Capitaneria di Porto.
Durante i controlli in un negozio nella periferia di Senigallia gestito da un cittadino cinese, oltre mille prodotti per la casa e articoli di bigiotteria non conformi o non sicuri sono stati sequestrati dalle fiamme gialle.
ANCONA – Durante un’azione di controllo economico del territorio finalizzato al contrasto delle diffusione di prodotti non conformi o non sicuri, i militari della Guardia di Finanza hanno ritirato dal commercio oltre mille articoli in vendita in un negozio nella periferia di Senigallia. I prodotti per la casa sequestrati a Senigallia erano non sicuri o non conformi alle norme sulla vendita. Il titolare dell’attività, un cittadino cinese, è stato segnalato alla Camera di Commercio per la sanzione prevista, che può superare i venticinque mila euro.
I prodotti sequestrati erano articoli per la casa o di bigiotteria. Presentavano difformità sulle prescrizioni del Codice di Consumo. In particolare non presentavano le corrette etichettature relative alla composizione dei prodotti, alla presenza di eventuali sostanze nocive e alle precauzioni d’uso, oltre a non essere scritti in lingua italiana.