Le navi delle Ong tedesche Sea-Eye e Mare-Go sono state state sequestrate per 20 giorni, rispettivamente ad Ortona e Lampedusa per aver violato le disposizioni governative in materia di soccorsi in mare: la prima ha effettuato un salvataggio mentre faceva rotta verso il porto assegnato, la seconda si è rifiutata di raggiungere Trapani ed ha attraccato a Lampedusa.
CHIETI – La legge italiana che regola i salvataggi in mare «contraddice le leggi internazionali» secondo l’equipaggio della Sea-Eye 4, bloccata ad Ortona, dove è stata sequestrata per 20 giorni. L’Ong reputa di non aver fatto nulla di irregolare, dal punto di vista del diritto del mare, e si appella al governo tedesco per ricevere aiuto e riprendere il largo. Va dunque in scena in Abruzzo un nuovo scontro tra governo e organizzazioni umanitarie internazionali in merito alla gestione dei flussi migratori e all’accoglienza nel nostro Paese, dopo le polemiche relative alla distanza tra punto di salvataggio e porto assegnato dal governo che hanno avuto come palcoscenico Ortona.
In una nota il commento della Ong tedesca: «Abbiamo contatta il ministro federale degli Esteri Annalena Baerbock con una richiesta d’aiuto. La legge italiana del 24 febbraio vieta le operazioni di soccorso dopo l’assegnazione di porto sicuro. Allo stesso tempo, le binavi di soccorso vengono assegnate a porti lontani, in modo che il viaggio duri diversi giorni. Durante questo periodo. gli equipaggi ricevono spesso ulteriori chiamate di emergenza che, secondo il diritto internazionale, non possono ignorare. Le leggi internazionali hanno peso maggiore, tuttavia, le autorità italiane stanno fermando le navi a causa della nuova legge. Le navi possono essere trattenute a tempo indeterminato per ripetute violazioni della legge. C’è quindi da temere che tutte le navi di soccorso vengano arrestate in pochi mesi Questo non deve accader».
La Sea-Eye bloccata ad Ortona non è l’unica nave di una Ong ad essere stata sequestrata. Stessa sorte infatti è toccata alla Mare-go, anch’essa tedesca, fermata a Lampedusa, dove ha attraccato, dopo che si è rifiutata di raggiungere il porto che le era stato assegnato, Trapani. Complessamente le due navi hanno portato in salvo 86 persone, alla deriva in mare su imbarcazioni non adatte alla navigazione.
«Le navi di soccorso civile non dovrebbero essere ritenute responsabili per aver condotto molteplici operazioni di soccorso; devono essere revocate le sanzioni alla Sea-Eye 4 e alla Mare-Go – chiosa la Ong tedesca – le navi civili di soccorso siano piuttosto utilizzate in modo ottimale dalle autorità italiane e maltesi al fine di salvare quante più vite possibili».