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Abruzzo

Nasceva oggi Ennio Flaiano – Un ricordo epistolare abruzzese

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Ennio-Flaiano-lettera dedicata all'Abruzzo

PESCARA – Il 5 marzo 1910, 113 anni fa, a Pescara, nasceva Ennio Flaiano, un personaggio difficile da comprendere, anche perché non c’è cosa peggiore per un genio dell’essere compreso.

Un genio, nasceva, con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole: Ennio Flaiano. Scrittore, giornalista, umorista, critico, indimenticabile sceneggiatore per Fellini e non solo; “un tale che attacca l’asino dove vuole il padrone, lo sceneggiatore”, e come attaccava l’asino Flaiano, pochi al mondo (“La strada”, “La Dolce Vita”, “8½.”; ma anche “I Vitelloni”, film scritto pensando a Pescara e al vecchio termine dialettale “vudellò”, usato per indicare un nullafacente).

Abruzzese certo, certissimo, anzi probabile; di nascita e non di crescita, affetto dal “più grave difetto abruzzese: il pudore dei propri sentimenti”, eppure…

Caro Scarpitti,

Questo dovrebbe spiegarti il mio ritardo nel risponderti; e questo ti dice che non sono nato a Pescara per caso: c’era nato anche mio padre e mia madre veniva da Cappelle sul Tavo. I nonni paterni e materni anche essi del teramano, mia madre era fiera del paese di sua madre, Montepagano, che io ho visto una sola volta di sfuggita, in automobile, come facciamo noi, poveri viaggiatori d’oggi.

Io ricordo una Pescara diversa, con cinquemila abitanti, al mare ci si andava con un tram a cavalli e le sere si passeggiava, incredibile!, per quella strada dove sono nato, il corso Manthonè, ora diventato un vicolo e allora persino elegante.

Una Pescara piena di persone di famiglia, ci si conosceva tutti; una vera miniera di caratteri e di novelle che, se non ci fossero già quelle “della Pescara”, si potrebbe scavare. Ma l’ipoteca dannunziana è troppo forte, bisogna aspettare un altro poeta, e forse è già nato. Ciò che mi ha sempre colpito nella Pescara di allora era il buonumore delle persone, la loro gaiezza, il loro spirito.

Tra i dati positivi della mia eredità abruzzese metto anche la tolleranza, la pietà cristiana (nelle campagne un uomo è ancora “nu cristiane”), – la benevolenza dell’umore, la semplicità, la franchezza nelle amicizie; e cioè quel sempre fermarmi alla prima impressione e non cambiare poi il giudizio sulle persone, accettandole come sono, riconoscendo i loro difetti come miei, anzi nei loro difetti i miei.

Quel senso ospitale che è in noi, un po’ dovuto alla conformazione di una terra isolata, diciamo addirittura un’isola (nel Decamerone, Boccaccio cita una sola volta l’Abruzzo, come regione remota: “Gli è più lontano che Abruzzi”); un’isola schiacciata tra un mare esemplare e due montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere: se ci pensi bene, il Gran Sasso e la Majella sono le nostre basiliche, che si fronteggiano in un dialogo molto riuscito e complementare.

Tra i dati negativi della stessa eredità: il sentimento che tutto è vanità, ed è quindi inutile portare a termine le cose, inutile far valere i propri diritti; e tutto ciò misto ad una disapprovazione muta, antica, a una sensualità disarmante, a un senso profondo della giustizia e della grazia, a un’accettazione della vita come preludio alla sola cosa certa, la morte: e da qui il disordine quotidiano, l’indecisione, la disattenzione a quello che ci succede attorno. Bisogna prenderci come siamo, gente rimasta di confine (a quale stato o nazione? O, forse, a quale tempo?) – con una sola morale: il Lavoro. E con le nostre Madonne vestite a lutto e le sette spade dei sette dolori ben confitte nel seno.

Amico, dell’Abruzzo conosco poco, quel poco che ho nel sangue. Me ne andai all’età di cinque anni, vi tornai a sedici, a diciotto ero già trasferito a Roma, emigrante intellettuale, senza nemmeno la speranza di ritornarci.

Ma le mie “estati” sono abruzzesi, e quindi conosco bene dell’Abruzzo il colore e il senso dell’estate, quando dai treni che mi riportavano a casa da lontani paesi, passavo il Tronto e rivedevo le prime case coloniche coi mazzi di granturco sui tetti, le spiagge libere ancora, i paesi affacciati su quei loro balconi naturali di colline, le più belle che io conosca.

Poco so dell’Abruzzo interno e montano, appena le strade che portano a Roma. Dico sempre a me stesso che devo tornarci a “vederlo”. Non certo per scriverne, scrittori abruzzesi che possono dirci qualcosa dell’Abruzzo d’oggi non mancano, io indulgerei un po’ troppo nella memoria, non so più giudicare, capisci quello che voglio dire? O forse, chissà… questa lettera che mi hai cavato con la tua dolce pazienza non volevo scriverla, per un altro difetto abruzzese, il più grave, quello del pudore dei propri sentimenti.

Non farmi aggiungere altro, statti bene e tanti saluti dal tuo,

Ennio Flaiano

Lettera di Ennio Flaiano all’amico Pasquale Scarpitti (citata in Pasquale Scarpitti, Disincanto, Sarus, Teramo, 1972).

Abruzzo

Il 209° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri | FOTO

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celebrazioni 209 anniversario Carabinieri Teramo

Anche in Abruzzo e nelle Marche, in tutti i capoluoghi di provincia, si sono tenute cerimonie in alta uniforme, in occasione del 209° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri.

TERAMO – In tutto il Paese si sono svolte cerimonie di celebrazione del 209° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Presso tutte le sedi dei Comandi provinciali d’Italia, i militari sono stati salutati dai cittadini e dalle autorità civili e religiose.

Anche in Abruzzo e nelle Marche la Benemerita è stata festeggiata e celebrata per il suo impegno a favore della popolazione. La data dei festeggiamenti, il 5 giugno, è stata scelta per celebrare la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare per l’eroico comportamento dei carabinieri nel corso della Prima guerra mondiale, conferita il 5 giugno 1920.

Più profonde le radici dell’Arma, che ha imbracciato le carabine per la prima volta nel 1814 con le “Regie Patenti” del re Vittorio Emanuele I, per la tutela dell’ordine nel Regno di Sardegna.

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Teramo

Proseguono i lavori di ripascimento a Martinsicuro e Villa Rosa

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lavori scavo e ripascimento spiaggia martinsicuro

Le precipitazioni dei giorni scorsi hanno rallentato i lavori di ripascimento delle spiagge di Martinsicuro e Villa Rosa, che verranno completati nei prossimi giorni.

TERAMO – La pioggia ha posto qualche ostacolo al cronoprogramma, ma, seppur rallentati, i lavori di ripascimento delle spiagge di Martinsicuro e Villa Rosa proseguono e si punta a concluderli entro poco tempo, meteo permettendo.

Già da alcuni giorni, le escavatrici sono in azione nella zona del porticciolo. La sabbia scavata, dopo un periodo di posa, andrà a rinvigorire il litorale truentino. L’opera ha ricevuto un finanziamento regionale da 350 mila euro. Ad aggiudicarsi i lavori, la ditta F.lli Di Carlo.

Contemporaneamente, verranno completati anche i lavori di rifioritura delle scogliere emerse al largo della fascia centrale della costa martinsicurese, erose e messe a dura prova dalle mareggiate degli anni precedenti.

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Teramo

Pensionato perde la vita in un’esplosione a Teramo, gravemente ferita la moglie

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morto pensionato in un'esplosione a teramo

Nella serata di ieri, una tremenda esplosione si è verificata nella frazione di Sardinara, a Teramo, in un capanno adibito a garage adiacente all’abitazione di due coniugi: morto un pensionato di 63 anni, gravemente ferita la moglie di 60.

TERAMO – Lo scoppio è avvenuto intorno alle 19:50 di domenica 4 giugno. L’esplosione ha investito in pieno un pensionato di 63 anni residente a Sardinara, frazione di Teramo, morto a causa delle ferite riportate. A saltare in aria, un capanno adibito a garage adiacente alla sua abitazione, nel quale era presente anche un angolo cottura. Non è ancora chiaro se la deflagrazione abbia avuto origine da una bombola, o da una tubatura. L’esplosione è stata talmente violenta che ha divelto il tetto di pannelli metallici del capanno, ubicato nel piano interrato.

L’uomo è stato estratto ancora in vita dai Vigili del fuoco, rapidamente intervenuti, tuttavia è deceduto poco dopo essere stato affidato alle cure del personale sanitario del 118, che non ha potuto far nulla per lui. Era presente nell’abitazione al momento dello scoppio, anche la moglie del pensionato morto nell’esplosione verificatasi ieri a Teramo. La donna è stata accompagnata all’ospedale Mazzini, dove si trova in gravi condizioni, sebbene non si troverebbe in percolo di vita.

Posto sotto sequestro l’edificio, in attesa di ricostruire le cause della deflagrazione.

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