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Pescara

Pescara, nelle reti del peschereccio rimane impigliata un’ala del secolo scorso

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PESCARA – Durante una battuta di pesca a strascico, qualcosa di abbastanza voluminoso è rimasto impigliato nella rete di un peschereccio. Di per sé non si tratta di un imprevisto poi così raro, ma è l’oggetto recuperato al largo di Pescara a rappresentare qualcosa di singolare: nella rete era infatti rimasta impigliata l’ala di un velivolo del secolo scorso.

L’ala adagiata sulla banchina del porto di Pescara

Al momento non è possibile fornire dettagli circa la provenienza dell’oggetto, il cui stato di conservazione è stato compromesso dalla lunga immersione in mare. Dopo che la motopesca ha segnalato la presenza di qualcosa di voluminoso impigliatosi nella rete, il personale della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuoco ha condotto le operazioni di recupero.

Una volta ormeggiata in sicurezza presso il locale sorgitore l’unità da pesca, con l’ausilio di un mezzo specializzato, guardie costiere e pompieri hanno liberato la rete e riposto sulla banchina l’oggetto misterioso recuperato al largo di Pescara: l’ala di un velivolo del secolo scorso, che era rimasta impigliata.

L'Aquila

Pascoli fantasma gestiti dalla mafia foggiana: maxi truffa all’UE scoperta dalla GdF

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25 misure cautelari e 5 milioni di euro sequestrati. L’operazione “Transumanza” della Guardia di Finanza di Pescara è scattata all’alba. Indagini durate due anni e dirette dalla DDA di L’Aquila.

PESCARA – La maxi operazione “Transumanza” della Guardia di Finanza di Pescara, coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, è scattata all’alba . 16 perquisizioni a 75 enti e soggetti, tra tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania. 25 misure cautelari emesse e sequestri per 5 milioni di euro. In base alle indagini delle fiamme gialle, durate due anni, un sodalizio criminale su cui aleggia lo spettro della mafia foggiana, avrebbe perpetrato a partire dal 2014 una truffa milionaria all’Unione Europea, dalla quale avrebbe intascato fondi illecitamente per mezzo di pascoli fantasma.

Le indagini sono state svolte in collaborazione con il Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di L’Aquila ed il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie. Al blitz di oggi invece ha preso parte anche il Reparto Aeronavale, che ha fatto levare in volo alcuni mezzi aerei.

Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte avrebbero avuto accesso contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC) in maniera illecita. Producendo documentazioni false, a partire dal 2014, i 13 complici della truffa, tra cui vi sarebbero persone appartenenti alla mafia foggiana, avrebbero ottenuto la disponibilità di pascoli e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli, presentandosi come nuovi giovani imprenditori agricoli. Al contempo, grazie all’aiuto di altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di impresa, avrebbero fatto incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.

Le frodi ammonterebbero a 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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Pescara

Dai domiciliari al carcere per droga, a Penne: in casa aveva altro stupefacente

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I Carabinieri che sono andati a prenderlo hanno trovato nel suo appartamento altri 70 grammi di marijuana.

PESCARA – I Carabinieri della Stazione di Penne hanno dato esecuzione ad un’ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Civitavecchia nei confronti di un uomo di 43 anni già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari e trasferito in carcere.

L’uomo, condotto nel penitenziario di Pescara, dovrà scontare una pena di un anno e quattro mesi di reclusione per reati collegati allo spaccio di sostanze stupefacenti commessi negli anni precedenti. Quando sono andati a prenderlo, i militati hanno trovato nella sua abitazione altro stupefacente, circa 70 grammi di marijuana che sono stati sequestrati. Per il possesso, l’uomo è stato denunciato a piede libero.

Completate le formalità di rito, l’uomo agli arresti domiciliari a Penne è stato trasferito in carcere a Pescara.

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Pescara

Abusi sulla figlia di 12 anni della compagna: arrestato in flagranza a Pescara

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L’uomo era sorvegliato dai Carabinieri, che lo stavano tendo d’occhio attraverso alcune telecamere nascoste, piazzate nel suo appartamento. Appena è partita la violenza, si sono mossi ed hanno arrestato il quarantatreenne.

PESCARA – «Ho una carriera criminale di tutto rispetto, ma non farei mai un reato del genere». Sono queste le parole che Il Centro attribuisce all’uomo di 43 anni di origine siciliana, pluripregiudicato, arrestato in flagranza di reato a Pescara, con l’accusa di aver commesso abusi sessuali su una ragazzina di 12 anni, figlia della sua compagna. Per circa un anno avrebbe rivolto attenzioni inopportune alla minorenne, che sarebbe anche affetta da qualche disturbo psichico. Lui ha negato ogni accusa, mentre la madre della giovane è indagata a sua volta a piede libero.

Le indagini sono partite dalla denuncia del padre naturale della ragazzina. Questi, sarebbe stato informato da un’amichetta della figlia, alla quale la giovane aveva confidato qualcosa. Il padre allora ha prima parlato con sua figlia, che gli avrebbe rivelato di essere oggetto di attenzioni inopportune. La conferma definitiva l’ha avuta dopo aver trovato alcuni video inviati tramiti Facebook, che sono stati inseriti tra gli atti del processo. Secondo le accuse gli abusi si sarebbero ripetuti dal 2022 al 2023.

Per lo sviluppo delle indagini, I Carabinieri hanno piazzato alcune telecamere nascoste nell’appartamento dell’uomo. Questi ha raccontato agli inquirenti, in seguito al suo arresto, di esserne stato consapevole. Ha infatti riferito che una vicina di casa lo aveva informato che due persone erano entrate in casa mentre lui e la compagna erano assenti perché convocati in Caserma. Avrebbe dunque richiesto l’intervento di un amico, in possesso dell’attrezzatura necessaria, di dargli una mano a scovare le microcamere. Avrebbe così individuato quattro dispositivi.

Lo scorso 16 settembre, i Carabinieri però sono entrati in azione. Stavano tenendo d’occhio i movimenti all’interno della casa e non appena hanno assistito ad un approccio di tipo sessuale si sono precipitati verso l’appartamento. Ad aprir loro la porta sarebbe stata la madre. Il compagno sarebbe uscito dalla camera da letto, tirandosi su i calzoni. Sul letto, nella stanza dal quale era uscito, la ragazza di 12 anni, con indosso solo un paio di slip.

I Carabinieri poco prima lo hanno ascoltato dire frasi ed epiteti impronunciabili nei confronti della ragazzina ed hanno assistito a palpeggiamenti nelle parti intime. L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato, in un appartamento di Pescara, per gli abusi sessuali compiuti sulla figlia della sua compagna, una ragazzina di 12 anni. In sede di interrogatorio però ha negato ogni accusa, affermando che ciò che hanno ascoltato i Carabinieri fosse una canzoncina sconcia cantata per scherzo.

Le sue ricostruzioni non sono state giudicate attendibili e l’uomo, che ha alle spalle una ventina di condanne, è stato sottoposto alla misura cautelare della detenzione in carcere: «Apparirebbe inoltre contrastante con la logica più elementare ordinare al carnefice di dimorare nella stessa abitazione della vittima» ha scritto il Gip.

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