Sarà presentato domani a Teramo il progetto che ha messo insieme università e grandi fondazioni per l’allestimento del più grande archivio delle sinistre abruzzesi.
TERAMO – Duecentonovantuno metri lineari di documenti e carte di vario genere, che attraversano un lungo arco cronologico che corre dal 1943 al 2008. Basta solo questa cifra per dare le dimensioni dell’Archivio delle Sinistre abruzzesi che sta prendendo corpo nella sede pescarese della fondazione “Abruzzo Riforme” in via Lungaterno Sud.
I risultati di un lavoro certosino che ha preso le mosse ormai da tre anni saranno, oggetto di un convengo, dal titolo “Costruire un archivio delle Sinistre in Abruzzo fra storia e memoria” organizzato per domani, 9 maggio, in programma alle 10 a Teramo nella sala consiliare del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Teramo, al Polo didattico Gabriele D’Annunzio del Campus Saliceti.
A dare il senso dell’importanza del percorso avviato ormai da tre anni, e che domani farà il punto sui risultati già raggiunti e sugli obiettivi futuri, è il pool di sigle che darà vita al confronto: con la fondazione “Abruzzo Riforme” ci saranno il Dipartimento di Scienze politiche dell’Ateneo teramano, la prestigiosa Fondazione Gramsci, la Biblioteca Archivio Luciano Lama della Cgil, ed History Lab, centro di ricerca specializzato nelle nuove tecniche di divulgazione degli studi storici.
A spiegare quale sia la consistenza dei materiali assemblati in questi anni con grande pazienza e un’attenta ricerca dei protagonisti – non solo politici, ma anche sindacali e culturali del grande arcipelago che ha composto la Sinistra abruzzese – è Stefania Misticoni, presidente del Consiglio di amministrazione della fondazione “Abruzzo Riforme”: «La costruzione di questo archivio, su cui abbiamo investito un grandissimo lavoro e in cui abbiamo potuto contare sul prezioso contributo della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica Abruzzo e Molise, è una sfida particolarmente impegnativa in un periodo in cui il tempo sembra parlare solo al presente, recidendo la memoria. Si tratta di una sfida politica che vuol riconnettere appunto storia e memoria su temi che oggi sembrano aver perso di considerazione nella sfera pubblica».
Quale sia invece la consistenza dell’archivio che la Fondazione ha sin qui assemblato per metterlo a disposizione di cittadini e studiosi, in attesa che altri preziosi documenti vengano ad arricchirlo, è il professor Pasquale Iuso, che coordina il Comitato scientifico della Fondazione stessa, e che domani presiederà e introdurrà il convegno: «Abbiamo avviato un lavoro importante di digitalizzazione iniziato nel 2020, ma che ha riguardato finora oltre 34mila fogli, ai quali occorre aggiungere 500 fotografie e 300 manifesti. In più, abbiamo avviato una raccolta di interviste-memoria di militanti e dirigenti: ne abbiamo realizzate tredici, ma presto riprenderemo la campagna. Però, per quanto ampio, il nostro lavoro non è ancora finito: c’è molto da riordinare e catalogare, c’è ancora molto da raccogliere».
Tornando all’appuntamento di domani, dopo i saluti del Rettore dell’Ateneo Dino Mastrocola e della Direttrice di History Lab e Preside del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Unite, Francesca Fausta Gallo, interverranno numerosi studiosi, espressione del mondo accademico e di diversi istituti prestigiosi anche nazionali: Piero Di Girolamo, Enzo Fimiani, Maria Paola Del Rossi, Andrea Sangiovanni, Alessandra Di Giovanni, Giuseppina Rigatuso, Ilaria Romeo, Agostino Attanasio e Francesco Giasi.