Recuperati i corpi delle vittime, tutti operai esperti. Un testimone: «boato fortissimo, non potevamo far nulla». Il titolare: «dopo l’incidente del 2020 avevamo preso precauzioni più severe, sono sgomento».
CHIETI – Il giorno dopo la forte esplosione che ha provocato la morte di tre persone alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, non è ancora chiaro cosa abbia provocato la deflagrazione, ma si conosce cosa l’ha innescata: una granata d’artiglieria. La Procura indaga per omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
L’azienda non riesce a spiegarsi l’accaduto e si dice sconcertata. Alle colonne de Il Centro, il titolare della ditta ha affermato che dopo il 2020, quando nello stesso sito si verificò un’altra esplosione che anche in quell’occasione costò la vita a tre persone, erano state prese precauzioni severissime. Per gli interventi e le contromisure messe in campo, sarebbe stata investita una cifra pari ad un milione di euro.
Cosa sia successo non è chiaro al momento e le indagini stabiliranno se lo scoppio sia dovuto ad un difetto della spoletta o ad un incidente durante la lavorazione. A perdere la vita tre operai esperti: Fernando Di Nella, 62 anni di Lanciano, Gianluca De Santis, 40 anni di Palata in provincia di Campobasso, e Giulio Romano, 52 anni di Casalbordino. Quest’ultimo, residente a poche decine di metri dalla fabbrica in cui ha perduto la vita, tre anni scampò all’altro incidente mortale a causa di un cambio turno: al suo posto infatti, prese servizio una delle vittime. Le salme delle vittime del tremendo incidente sul lavoro di ieri sono state recuperate e trasferite in obitorio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Altre due persone sono rimaste ferite in seguito all’esplosione alla Sabino Esplodenti.
Uno degli operai che si trovava nella fabbrica in quel momento, ha affermato di aver udito un boato fortissimo e di essersi subito reso conto, non appena giunto nel punto in cui si è verificato lo scoppio, che per i suoi colleghi non ci fosse più nulla da fare. Nessuno dei presenti è stato in grado di indicare una possibile causa della deflagrazione.
Intanto, la prima udienza del processo relativo all’incidente di tre anni fa, nel quale morirono altri tre operai della Sabino Esplodenti, è cominciata ed è stata subito sospesa. E’ stata avanzata una richiesta di rinvio dovuta alla morte del legale della difesa, l’avvocato Barbetta, ed è stato nominato un nuovo difensore, che deve però ancora prendere visione dei fascicoli. Uno degli indagati poi, era assente per legittimo impedimento, avendo presentato un certificato di malattia. Ieri, quando ha appreso del nuovo scoppio, ha avvertito un malore. L’udienza dunque riprenderà il 3 ottobre. Sono nove gli indagati per omicidio colposo plurimo aggravato, mentre la Sabino Esplodenti è imputata per responsabilità amministrativa.