Non ha funzionato l’ingegnoso espediente di un un uomo ed una donna romani che venerdì notte hanno provato ad introdurre droga e telefonini nel carcere di Castrogno utilizzando un’asta telescopica: gli agenti di polizia penitenziaria, ben nascosti nella vegetazione, hanno sorpreso e arrestato i due complici.
TERAMO – Gli agenti di Polizia Penitenziaria erano appostati nei dintorni del carcere di Castrogno, mimetizzati nella vegetazione per servizi di prevenzione al contrasto di introduzione di cellulari e droga nella zona più vulnerabile dell’istituto. Durante tale controllo, la notte dello scorso venerdì 25 ottobre, hanno sorpreso un uomo ed una donna romani che dall’esterno tentavano di introdurre droga e telefonini nel carcere di Castrogno, per mezzo di un’asta telescopica.
Ne ha dato notizia ieri Giuseppe Pallini, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. «I due, un uomo ed una donna residenti a Roma, sono stati sorpresi, venerdì notte, nella zona demaniale del carcere di Castrogno mentre tentavano di fare entrare all’interno dell’istituto, tramite un’asta telescopica e corda, due telefoni cellulari e cento grammi di hascisc, inseriti dentro una bottiglia di plastica».
«Il SAPPE – conclude Pallini – si congratula con le donne e uomini della Polizia Penitenziaria teramana per la brillante operazione e chiede per loro un riconoscimento premiale ai vertici dell’amministrazione. Da tempo denunciamo che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica, il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, che si dovrebbero invece ripristinare proprio a Castrogno, dalla mancanza in organico di poliziotti penitenziari al mancato finanziamento per i sistemi antintrusione e anti-scavalcamento, che spesso non funzionano».
Complimenti e congratulazioni al personale di Polizia Penitenziaria del Reparto di Teramo arrivano anche da parte di Donato Capece, segretario generale del SAPPE: «questo è lo scenario quotidiano in cui opera il Corpo di Polizia Penitenzia. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti. Nelle carceri della Nazione serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!», prosegue il leader del SAPPE. Che torna a fare appello ai vertici abruzzesi e nazionali dell’Amministrazione penitenziaria per un incontro urgente «per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti».
E il leader del SAPPE si appella direttamente al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Io chiedo al presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ed al Guardasigilli Carlo Nordio di assumere con urgenza tutele concrete per gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria di fronte ai problemi sempre più complessi del sistema penitenziario della Nazione; servono tutele, garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, come le bodycam ed il taser per potersi difendere dai detenuti violenti nonchè nuove tutele legali».