PESCARA – In tenuta rossa – con sponsor enologico annesso – l’Ascoli di Mangia impatta sul 2-2 contro un Pescara distratto difensivamente e poco concreto in attacco; risultato giusto che lascia un retrogusto amaro (poco armonico, sgradevolmente asciutto) in bocca agli abruzzesi.
Oddo con il solito 4-3-3 tenta di sfatare un tabù che vede il Delfino a secco di vittorie nel mese di febbraio, il Picchio vola basso con un 4-5-1 trincerato ed affida a Giorgi e Jankto le speranze offensive.
Aggressivo e dinamico in avvio l’Ascoli che si ritrova meritatamente in vantaggio al minuto 10: Fiorillo rinvia male e colpisce il bersaglio grosso Petagna; Di Marco di prima serve in profondità Jankto che al volo piazza beffardamente in rete la sfera. Non si fa attendere la reazione del Pescara: tre volte ci prova Caprari, tre volte si salvano i marchigiani, che trovano anche il modo di rendersi pericolosi in contropiede con Jankto e Petagna sul finale di tempo.
La ripresa si apre con l’ingresso del “Giovinco rumeno” Mitrita al posto di un Coda insufficiente; il dinamismo del piccolo esterno giova agli abruzzesi che trovano il modo di pareggiare dopo due grandi occasioni ascolane: al 49esimo Benedecic imbecca Jankto in area, il ceco incrocia il sinistro ma trova una buona risposta – alla Garella – di Fiorillo; al 58esimo sontuoso contropiede Petagna-Giorgi-Almici e nuova risposta in tuffo dell’estremo difensore abruzzese.
Dentro Fornasier per uno spento Pasquato e il giovane Cappelluzzo al posto dell’infortunato Caprari: dentro il pareggio. Minuto 62: Mitrita pennella da corner, sbuca Lapadula che insacca di prepotenza. Diciassettesimo gol in campionato per l’italo-peruviano, sempre più capocannoniere. L’Ascoli è scosso e traballa pericolosamente, il Pescara ne approfitta. Doppia sponda aerea Benali-Lapadula, arriva Cappelluzzo di gran carriera, avanza e prova il sinistro: la deviazione di Del Fabro è esiziale per Lanni. Pescara in vantaggio al minuto 66, primo gol in serie B per il giovane classe ’96.
Colpito ma non affondato, l’Ascoli non demorde e la partita si accende: 68esimo, Fiorillo respinge un cross da calcio d’angolo, la palla scende placida sul piattone di Giorgi che dal limite la infila sotto la traversa: capolavoro balistico e pareggio piceno.
Da qui in poi è l’arbitro Pinzani di Empoli ad assumere il comando delle operazioni: prima espelle Milanovic per una spinta a palla lontana su Lapadula, poi (al novantesimo) si ripete con Giorgi, reo di un brutto intervento su Torreira. Venticinque minuti 11 contro 10 e cinque minuti 11 contro 9 non bastano al Pescara per trovare il gol vittoria: Cappelluzzo prima di testa poi di destro indirizza centralmente, Benali sul fondo e Zampano, allo scadere, sulla traversa.
Fischio finale, tensione altissima, rissa incipiente: Del Fabro sanguina misteriosamente ma gli animi sembrano placarsi all’imbocco del tunnel degli spogliatoi. Non si placa – al contrario – il rimorso abruzzese: partita da vincere, colpevolmente non vinta; il Crotone fugge via. Per il Picchio una punto importante, a dir poco, che rinsalda la forza e la credibilità dei marchigiani e lascia sperare in una salvezza più tranquilla del previsto.