CHIETI – Il centro storico di Bucchianico fornisce un’immagine chiara della sua storia. L’attuale forma urbanistica del centro antico è identica a quella vista e vissuta da S. Camillo; nulla è cambiato nell’impianto, se non in piccola parte in seguito all’intensa ricostruzione edilizia avvenuta nel XVIII secolo, modificante peraltro anche la morfologia volumetrica. L’assetto urbanistico della Bucchianico antica risale ai secoli XIII e XIV ed è connesso alla fioritura comunale che si ebbe, sebbene già nei secoli precedenti vi fosse un chiaro modello di sviluppo urbano.
Il centro storico di Bucchianico si sviluppa sui quattro assi longitudinali e paralleli: Corso Samuele Pierantonj, via S. Camillo, via Vasari e via S. Bartolomeo, cui si intersecano ripide traverse denominate “rue” (o “rue acquarie”) inizialmente destinate allo scolo delle acque meteoriche e domestiche.
Alle estremità degli assi che si
adattano alla morfologia della collina, la piazza Roma (già
Piazza S. Angelo) e la chiesa di S.Urbano (già monastero
benedettino) fungono da poli contrapposti e centri di vita
sociale.
Il tessuto edilizio si adagia alle
falde collinari rivelando la lottizzazione medievale e la
successiva modificazione sei-settecentesca.
Scendendo dalla piazza nella scalinata
di via Cappellina S. Camillo si scorge sulla destra il medievale
Portico di S. Silvestro con due campate voltate a crociera
interamente realizzate in mattoni con due ben conservati archi
gotici. Sopra questo portico si sviluppava l’antica chiesa di
S. Silvestro (prime notizie risalgono al 1085)
trasformata nella seconda metà del ‘700 nel palazzo
Maij Scoppetta.
Di questo palazzo si osserva dalla
piazza l’ordinata facciata, ritmata dalle paraste binate con
cornice a dentelli, entrambi realizzati nella sapiente
combinazione cromatica del mattone rosso e mattone giallo.
Il nome del paese prende origine da una
disputa che ci fu nel XIV sec. tra chietini e bucchianichesi circa i
confini. L’esercito chietino era prossimo alle mura e i
bucchianichesi si preparavano a respingere un attacco che si
preannunciava fatale per Bucchianico. Ma Sant’Urbano andò in sogno
al Sergentiere, capo della milizia, (questa figura è ereditaria ed
appartiene da secoli alla famiglia Tatasciore-papè) e gli suggerì
di far correre gli uomini, contraddistinti da fasce rosse e azzurre e
con un pennacchio di piume colorate, sui merli delle mura in
andirivieni per far sembrare l’esercito più numeroso di quanto
realmente fosse. Nel frattempo, la popolazione delle campagne si era
rifugiata, condotta dal Banderese, dentro le mura di Bucchianico. Il
trucco funzionò e i chietini, spaventati, desistettero
dall’attaccare.